Rubens Barrichello è uno di quei piloti degli anni ’90-2000 che, al giorno d’oggi, gli appassionati ed addetti ai lavori ricordano con maggiore affetto. Nato a San Paolo del Brasile il 23 maggio 1972, Rubinho vanta 326 presenze (323 partenze) in ben 19 stagioni in Formula 1 (primato assoluto), con 11 vittorie, 68 podi, 14 pole position, 17 giri veloci e 658 punti iridati complessivi.
Il tutto legando il proprio nome a sei scuderie: la Jordan, con la quale esordì nel Gran Premio del Sud Africa 1993 (1993-1996), la Stewart (1997-1999), la Ferrari (2000-05), con cui ottenne 9 delle sue 11 vittorie (tra le quali la prima, indimenticabile, nel Gran Premio di Germania 2000) e in due occasioni il titolo di vice-Campione del Mondo (2002 e 2004), la Honda (2006-08), la BrawnGP (2009, con la quale vinse le ultime due gare in carriera) e la Williams (2010-11).
Dopo il ritiro, partecipa alla IndyCar (2012) e, quindi, alla Stock Car brasiliana (dal 2013), campionato nel quale ha trionfato nel 2014. Il tutto seguendo la crescita del figlio maggiore, Eduardo, anche lui pilota. Circa due mesi e mezzo fa, Barrichello rivelò di essere stato ricoverato d’urgenza per un malore, raccontando di aver avuto un forte mal di testa e un problema ad una vena.
Nella giornata di ieri, però, l’ex pilota di Formula 1 ha per così dire vuotato il sacco, svelando una realtà terribile. Intervistato nella trasmissione “Conversa com Bial” di Globo tv, Rubens ha svelato di aver dovuto combattere contro un tumore benigno al collo, e di aver vinto la battaglia, in seguito ad un’operazione di estrazione della massa tumorale.
“Una mattina mi trovavo sotto la doccia, quando di colpo avvertii un dolore lancinante alla testa” – ha raccontato Barrichello – “Sentii come se stesse esplodendo, tanto che dovetti accasciarmi per terra. Mi ci vollero un po’ di minuti prima di riuscire a raggiungere mia moglie Silvana, per chiederle aiuto“.
“Ricordo che il dolore era insopportabile e capii subito che si trattava di un problema serio. Mi rivolsi ad un amico dottore, che capì subito la gravità della situazione. Sono stato davvero fortunato” – ha proseguito Barrichello – “Mi operarono di lì a poco e, una volta dimesso dall’ospedale, i medici mi svelarono che solo il 14% della gente che soffre questo tipo di tumore riesce a recuperare senza problemi postumi. Dopo il sollievo per averla scampata, ho temuto di non poter più correre, ma fortunatamente non è stato così. Mi sono sentito un miracolato“.
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