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“Memorie dei Lavoratori di Capitanata”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
6 Maggio 2018
Lavoro // Manfredonia //

Memorie dei Lavoratori di Capitanata”: è questo il tema a cui Vito Saracino, giovane ricercatore sipontino, ha dedicato il suo ultimo lavoro di ricerca. Un’accurata opera di censimento presentata a Foggia nella sede della Fondazione dei Monti Uniti, alla presenza del professor Aldo Ligustro (presidente della Fondazione), il direttore della Fondazione Gramsci di Puglia Luigi Masella e il professor Saverio Russo.

Vito Saracino, dottorando in “Cultura, Educazione e Comunicazione” presso l’Università di Roma Tre/Foggia, si dedica a diversi progetti che, proprio come uno di quei pittoreschi precari di Smetto Quando Voglio, lo portano sempre in viaggio in Italia e all’estero (è prossimo alla partenza per l’Albania, dove condurrà alcuni studi sul ruolo storico-culturale della televisione italiana nei Balcani). Per questo lavoro, invece, ritorna con un pizzico d’orgoglio in patria: una ricerca che punta al recupero di una fetta importante della nostra storia locale, dal censimento degli archivi delle Camere del Lavoro CGIL in Capitanata all’individuazione dei complessi documentari dei singoli dirigenti sindacali.

«Il titolo Memorie non è casuale. Credo che le parole abbiano sempre un forte valore. Memorie perché si raccoglie non un’interpretazione univoca della storia ma tante storie, frutto di differenti circostanze e di svariati tipologie di lavoratori incontrati, ma soprattutto questo non è un progetto nato ex novo, è stato un mettere insieme pezzi di un puzzle già cominciato con i lavori egregi della Fondazione Foa, di Michele Galante, di Giovanni Rinaldi con Archivi Sonori di Puglia, dell’esperienza editoriale di SudEst diretta da Franco Mastroluca, delle opere scritte da Magno, Carmeno e Cannelonga che hanno dato respiro con i propri studi e lavori questa calda terra di lavoro. Sono proprio i personaggi citati e i loro eredi ad essere stati attivi collaboratori per la ricerca dei documenti in nome di un ideale patto di generazioni da ripetere mettendo in rete le competenze e le forze di esperienze come quella delle Fondazioni, dell’ANPI, dell’ARCI. In sintesi un patto culturale fra generazioni auspicabile e urgente. L’unico rammarico che ho in questo lavoro è non aver ripreso le mie ricerche non essendo un regista ma vi garantisco che nelle numerose chiacchierate in giro per la nostra vasta area ho sentito piccole grandi storie di ideali nobili e rivendicazioni che hanno il dovere storico di essere raccontate e scritte.»

Cartina (st)
Cartina (st)

Per questa ricerca è stato importantissimo l’accesso agli archivi privati, i quali si sono rivelati fonte preziosa per l’ampio lavoro svolto su Manfredonia. Primo fra tutti quello di Michele Magno, segretario della Camera Del Lavoro di Foggia nella prima metà degli anni Cinquanta e parlamentare per diverse legislature, vicino alle vicende dei lavoratori di Capitanata: in questo ricco fondo archivistico sono stati recuperati i suoi discorsi parlamentari, le ricerche storiche effettuate riguardo la storia contemporanea pugliese, gli studi su Giuseppe Di Vittorio, fotografie ed altre pubblicazioni edite del sipontino. Preso in esame anche l’archivio privato di Franco Mastroluca, segretario della CGIL a Manfredonia dal 1975 al 1979 e in seguito parlamentare del PDS, il cui fondo comprende numerose raccolte stampa di periodi locali, relazioni sui rapporti tra CGIL e PCI, materiale fotografico sulle lotte e mobilitazioni provinciali promosse dal sindacato. Ma l’archivio più ricco resta quello dell’ex dipendente Eni Vincenzo D’Onofrio: i documenti dal 1955 ad oggi sulle vicende dell’ANIC- Enichem da lui conservati rappresentano un’importa fonte per la storia industriale di Manfredonia. Il materiale selezionato è di ogni genere: dall’attività sindacale ai resoconti di scioperi, rassegne stampa e iniziative, quella presente nella ricerca è solo un decimo dell’archivio privato complessivo.

Con l’analisi del fondo dell’Area Industriale di Manfredonia si prosegue quello che è il compito principale dello storico: si vuole dare voce ai testimoni, alla voluminosa documentazione prodotta dalle diverse parti in causa, al fine di garantire nella maniera più obiettiva la costruzione di una memoria condivisa.

A cura di Carmen Palma,
Manfredonia 05.05.2018

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