Caravaggio, un artista tra il pennello e la spada

Benché la vita del più straordinario pittore del Barocco sia stata segnata da numerosi fatti di sangue, incluso un assassinio, questo non gli costò il sostegno dei maggiori mecenati italiani

Descritto dai contemporanei come una persona eccentrica, Caravaggio fu un uomo dal temperamento violento il cui comportamento si giustifica in virtù dei complessi codici d’onore dell’epoca. Fu un pittore geniale che rinnovò l’arte sacra e dimostrò un enorme talento nel comprendere le esigenze dei suoi mecenati. Ma dietro l’artista si nascondeva un uomo dall’indole aggressiva.

Caravaggio in un ritratto di Ottavio Leoni. 1621 circa. Biblioteca Marucelliana di Firenze

Caravaggio in un ritratto di Ottavio Leoni. 1621 circa. Biblioteca Marucelliana di Firenze

Foto: Pubblico dominio

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio dal paese di origine della sua famiglia, nacque nel 1571 a Milano. Nel 1577 i Merisi si trasferirono a Caravaggio, oggi in provincia di Bergamo, per sfuggire alla peste. Ma l’epidemia uccise il padre, e la madre con i quattro figli tornò a Milano. Qui il giovane andò a bottega da un pittore milanese finché, grazie all’amicizia di suo nonno con Costanza Colonna, marchesa di Caravaggio, non si trasferì a Roma nel 1592. Alloggiò presso Pandolfo Pucci, beneficiario di San Pietro, che il pittore chiamava “monsignor insalata” a causa del misero vitto consistente, appunto, in un’insalata. Dopo qualche mese, stanco del trattamento riservatogli dal prelato, Caravaggio trovò ospitalità da un oste e iniziò a lavorare in diverse botteghe realizzando le sue prime opere, nelle quali già mostrava il rifiuto per la bellezza ideale che gli artisti del Rinascimento volevano riprodurre nelle loro tele e manifestava la sua attrazione per il realismo e il naturalismo utilizzando come modelli ragazzi di strada.

Il primo mecenate

La vita di Caravaggio cambiò quando fu accolto a Palazzo Madama dal cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte, uomo colto, amante delle arti e ambasciatore dei Medici a Roma. Il religioso lo mise “a rolo”, cioè gli garantì uno stipendio mensile. Grazie a questo incontro il pittore si inserì in uno stimolante ambiente intellettuale e venne a contatto con molte rilevanti personalità romane. In quel periodo, inoltre, dipinse per Del Monte tele notevoli come il Bacco, la Santa Caterina d’Alessandria e forse il quadro di datazione controversa Ragazzo morso da un ramarro. Grazie al cardinale, Caravaggio decorò la cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi, dove dipinse tre tele sulla vita di san Matteo.

Grazie alla relazione con prelati e aristocratici, Caravaggio poté sfuggire varie volte alla giustizia

Ma nelle strade di Roma, pullulanti di bordelli e taverne, si apriva un mondo pericoloso che tentava Caravaggio. La violenza dilagava e si registravano quotidiani scontri tra fazioni filospagnole e filofrancesi. La situazione si inasprì poi a partire dal 1590, dopo il congedo di molti soldati al termine dei conflitti che insanguinavano l’Europa. Giovani armati circolavano per le vie in cerca di pretesti per mettere mano alla spada, e sembra che Caravaggio non disdegnasse tale contesto. Circondato da amici iracondi ed eccentrici, il pittore si vantava della sua destrezza di spadaccino e, nonostante la fama che stava già acquisendo tra gli artisti, non ebbe timore di immischiarsi nelle risse. Quando nel 1598 venne incarcerato perché deteneva armi senza licenza, dichiarò di essere il pittore del cardinal Del Monte e rivendicò il privilegio di girare armato.

L’ingratitudine di Roma

In quel periodo, l’eccezionale naturalismo dell’arte di Caravaggio suscitava l’interesse di tutta Roma. A trent’anni, il pittore era all’apice della carriera e riceveva commesse pubbliche e private. La Cena di Emmaus, la Morte della Madonna e la Sepoltura di Cristo sono alcune delle tele più significative di quest’epoca. Ma alla sua fama si accompagnarono nuovi problemi. Caravaggio si burlava dei suoi detrattori con sonetti provocatori ed era invidioso dei suoi seguaci, timoroso che potessero offuscare la sua stella.

Il pittore fu querelato per diffamazione e per le risse per strada con studenti. Agli inizi del 1604 fu denunciato per aver lanciato un piatto di carciofi a un cameriere in una taverna, a ottobre venne arrestato per aver lanciato pietre contro i gendarmi e a novembre tornò in carcere per ingiurie. Tuttavia recentemente molte delle accuse si sono dimostrate, grazie a un’accurata ricerca storico-documentaria, prive di fondamento. In ogni caso l’influenza del cardinal Del Monte gli permise di passarla sempre liscia.

Nel 1605, con l’elezione al soglio pontificio di Paolo V (Camillo Borghese), la stella di Caravaggio declinò a beneficio del bolognese Guido Reni, il cui elegante classicismo prese il posto del naturalismo di Merisi nel favore della curia e della nobiltà romana.

'Cena in Emmaus'. Cristo, risorto, cena con due discepoli che lo riconoscono quando spezza il pane. 1601 ca. National Gallery, Londra

'Cena in Emmaus'. Cristo, risorto, cena con due discepoli che lo riconoscono quando spezza il pane. 1601 ca. National Gallery, Londra

Foto: Album

Caravaggio decise di rendersi indipendente da Del Monte e affittò una casa in uno dei quartieri più popolari e pericolosi di Roma. Ma la sua precedente condizione di protetto del cardinale non gli conferiva il diritto di portare armi senza licenza e questo gli costò più di un problema giudiziario.

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Ricercato dalla giustizia

Nel luglio del 1605 venne incarcerato per effrazione nella casa di due donne e poco dopo aggredì un notaio a causa di un’amante di questi che aveva posato come modella per lui. Caravaggio dovette fuggire da Roma e trovare riparo a Genova, dove catturò l’attenzione della nobile famiglia dei Doria, raffinati collezionisti e mecenati.

Tornato nuovamente a Roma, i suoi protettori riuscirono a insabbiare l’accaduto, ma la proprietaria della sua casa lo denunciò per insolvenza. La sequenza di denunce culminò nel maggio del 1606, quando nel Campo Marzio ebbe luogo un duello con Ranuccio Tomassoni, capo di una squadra di picchiatori filospagnoli. Caravaggio, protetto dell’ambasciatore di Francia, e Tomassoni sguainarono le spade per motivazioni ancora oggi discusse dagli storici (forse per una donna o per questioni politiche o per un fallo nel gioco della pallacorda). Il pittore ferì a morte il rivale, forse involontariamente, e rimase ferito a sua volta. Il delitto obbligò Merisi a fuggire dalla capitale per rifugiarsi sui monti Albani, feudi della potente famiglia principesca dei Colonna. Intanto, a Roma venne condannato a morte in contumacia per decapitazione.

Autoritratto come allegoria  della Pittura, dipinto tra il 1638-39 da Artemisia Gentileschi. Royal Collection Trust, Londra

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Caravaggio uscì dai confini dello Stato Pontificio e si recò a Napoli, dove non era ricercato e non aveva pendenze. Qui ricevette incarichi che trasformarono il mondo artistico napoletano:Le sette opere di misericordia, Vergine del Rosario, La flagellazione di Cristo.

Improvvisamente Caravaggio abbandonò la città partenopea per recarsi a Malta, dove sbarcò nel luglio del 1607. Lì dipinse il ritratto del Gran Maestro dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni, il quale lo ricompensò concedendogli la Croce del suo Ordine, che gli avrebbe garantito l’immunità anche a Roma. Ma Caravaggio rispose alla provocazione di un cavaliere e sguainò la spada violando una delle regole dell’Ordine: perse l’abito e fu incarcerato.

'Bacchino malato' (1593-1594). Nota anche come 'Autoritratto in veste di Bacco', l’opera raffigura, secondo alcuni critici, il volto del Caravaggio

'Bacchino malato' (1593-1594). Nota anche come 'Autoritratto in veste di Bacco', l’opera raffigura, secondo alcuni critici, il volto del Caravaggio

Foto: Album

Riuscì però a scappare in Sicilia. A Siracusa visse un momento significativo per il suo stile pittorico: la drammaticità espressa nei suoi dipinti trovò nuova linfa grazie alla luce e ai colori marcati e realistici. Considerato ormai malato di mente, si dice dormisse con un pugnale, timoroso del lungo braccio della giustizia romana e maltese. E non esitò a mostrare nella vita lo stesso senso di inquietudine che pervadeva le sue tele: si spostò prima a Messina e poi a Palermo, inseguito dall’accusa di omosessualità.

Nell’ottobre del 1609, Caravaggio era di nuovo a Napoli. Aveva deciso di andare a Roma, dove, sembra, i suoi protettori gli avevano fatto ottenere il perdono per l’assassinio di Tomassoni; probabilmente con quel fine egli dipinse opere sul tema della decollazione, quali Salomè con la testa del Battista e Davide con la testa di Golia. Nel 1610 partì per Roma, ma fu incarcerato a Palo Laziale. Riuscì a evadere e si avviò verso Porto Ercole. Lì, disperato, si ammalò e morì in pochi giorni senza sapere se l’accusa di omicidio fosse ancora pendente sul suo capo.

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Ragazzo morso da un ramarro. 1595-1596

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Ragazzo morso da un ramarro. 1595-1596. Fondazione Longhi, Firenze

Foto: Pubblico dominio

Amor vincit omnia. 1602-1603

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Amor vincit omnia. 1602-1603. Gemäldegalerie, Berlino

Foto: Pubblico dominio

I Bari. 1594. Kimbell Art Museum, Fort Worth, USA

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I Bari. 1594. Kimbell Art Museum, Fort Worth, USA

Foto: Pubblico dominio

Vocazione di San Matteo. 1599-1600. Chiesa di San Luigi dei francesi

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Vocazione di San Matteo. 1599-1600. Chiesa di San Luigi dei francesi

Foto: Pubblico dominio

Sette opere di Misericordia. 1606-1607. Pio Monte della Misericordia, Napoli

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Sette opere di Misericordia. 1606-1607. Pio Monte della Misericordia, Napoli

Foto: Pubblico dominio

Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi. 1600-1609 (date orientative). Oratorio di San Lorenzo, Palermo

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Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi. 1600-1609 (date orientative). Oratorio di San Lorenzo, Palermo

Foto: Pubblico Dominio

Ragazzo che monda un frutto (copia; l'originale è andato perduto). 1592 circa. Fondazione Roberto Longhi, Firenze

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Ragazzo che monda un frutto (copia; l'originale è andato perduto). 1592 circa. Fondazione Roberto Longhi, Firenze

Foto: Pubblico Dominio

San Giovanni Battista. 1604 circa. Galleria di Palazzo Corsini, Roma

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San Giovanni Battista. 1604 circa. Galleria di Palazzo Corsini, Roma

Foto: Pubblico Dominio

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