L'Europa e i cambiamenti dell'800: eventi e protagonisti

L'Europa e i cambiamenti dell'800 che avvengono tra la Rivoluzione francese e la rivoluzione industriale. Un secolo di profonde trasformazioni sociali, economici e politici nonostante il tentativo del Congresso di Vienna di far tornare il mondo al periodo prerivoluzionario.
L'Europa e i cambiamenti dell'800: eventi e protagonisti
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1I grandi cambiamenti dell’800

Fabbrica per placcatura in argento. Illustrazione del XIX secolo
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Tra la rivoluzione francese scoppiata nel 1789 e quella industriale che permeerà tutto il 1800 si colloca il cosiddetto “secolo lungo” foriero di cambiamenti politici, sociali, economici e produttivi che porterà all’affermazione di una nuova classe sociale la: borghesia. Entrambe le rivoluzioni ebbero quindi ricadute fondamentali sul piano sociale.

Si è sviluppata inoltre l’idea che con la Rivoluzione francese sia nato un mondo diverso, una nuova età: l'età "contemporanea" che portava a compimento la modernità.

2La rivoluzione industriale

Fabbrica di lampade elettriche. Illustrazione del XIX secolo
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È un processo piuttosto lungo che modificherà in modo marcato le forme e gli ambiti della produzione, i commerci, l'economia e, più in generale, la dimensione sociale

Essa è centrale sia sul piano produttivo ed economico, sia su quello della mentalità: infatti dalla fine del Settecento, e poi soprattutto nell’Ottocento, si fa strada l’idea che lo sviluppo economico e la crescita della ricchezza materiale avrebbero reso migliore il mondo. Lo sviluppo economico inizia ad essere percepito come progresso. 

Convenzionalmente si distingue tra una prima e una seconda rivoluzione industriale. La seconda, quella più propriamente ottocentesca, interessò nuovi settori come:

  • l’industria chimica;
  • l’industria elettrica;
  • l’industria siderurgica.
Saltaire, il modello di fabbrica tessile e la città vicino a Bradford, nello Yorkshire, Inghilterra, fondata nel 1851 dall'industriale Tito sale (1803-1876)
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La rivoluzione industriale coinvolse Paesi come gli Stati Uniti e la Germania, ma anche l’Italia, che sfruttarono il cosiddetto “vantaggio dell’arretratezza”, concentrando i loro investimenti sulle innovazioni.

Se nella prima rivoluzione il modello di produzione era ancora simile a quello protoindustriale ora le industrie erano più grandi, con centinaia di lavoratori che ormai possedevano una propria identità di classe.

Sarà questo il proletariato a cui Friedrich Engels e Karl Marx, si rivolgeranno qualche anno più tardi nel Manifesto del Partito Comunista (1848).

3La politica nel corso dell’800

Durante l’Ottocento molte delle idee settecentesche

O ancora, la questione dei diritti, esplicitamente richiamata nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino elaborata nella Francia rivoluzionaria costituiranno il cuore delle Costituzioni, la cui rivendicazione sarà al centro delle numerose rivoluzioni e insorgenze che caratterizzeranno il secolo. 

Le Costituzioni contraddistingueranno il liberalismo ottocentesco, sia nella declinazione moderata che in quella democratica, la quale assumeva spesso un carattere repubblicano. 

Di fianco a queste idee però se ne manifesta un’altra: il conservatorismo che aveva iniziato a manifestarsi nel Congresso di Vienna (1º novembre 1814 - 9 giugno 1815).

4Il congresso di Vienna

I partecipanti al Congresso di Vienna
Fonte: ansa

Il Congresso di Vienna si poneva l’obiettivo di ristabilire il potere dei sovrani assoluti, cancellando la situazione politica creata dalla rivoluzione francese e dal periodo napoleonico.

I vecchi regimi reazionari di Russia, Austria, Prussia e successivamente Francia si uniscono nella Santa Alleanza volta a mantenere l’ordine in Europa e ad allontanare dal potere le classi sociali (ceto borghese) che avevano dominato nei quindici anni precedenti (vedi La libertà che guida il popolo e Karl Marx, il concetto moderno di classe).

I vincitori, nel ridisegnare i confini dell’Europa, si ispirano soprattutto a due princìpi:

  • il principio di legittimità;
  • il principio di equilibrio.

Secondo il primo avevano diritto a tornare sul trono i legittimi sovrani deposti dalla Rivoluzione francese e da Napoleone. Il principio di equilibrio stabiliva invece come prioritario il fatto che nessuna grande potenza potesse più imporre il proprio dominio sull’Europa a danno di altri Stati.

In Italia, grazie al principio di legittimità, tornano sul trono i monarchi deposti da Napoleone. Gran parte della penisola, tuttavia, si trova sottoposta al controllo diretto o indiretto dell’Austria. L’unica eccezione il Regno di Sardegna, governato dalla dinastia dei Savoia.

5Un inattuabile ritorno al passato

Carbonari nell'Ottocento
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L’applicazione dei princìpi di legittimità e di equilibrio stabiliti dal Congresso di Vienna determina il fallimento del tentativo di restaurazione, perché non tiene in conto i sentimenti nazionalisti – tipici della nuova cultura romantica – diffusi ormai presso molte popolazioni, che rivendicano il diritto ad avere una propria nazione autonoma e indipendente. 

Non è più possibile ristabilire un ordine politico e sociale ignorando gli ideali imposti dalla Rivoluzione francese

  • libertà;
  • sovranità popolare;
  • uguaglianza.

La repressione e l’arresto delle esigenze liberali provocano quindi la reazione di gruppi di borghesi e intellettuali che si organizzano in associazioni denominate massoneria e carboneria

Scoppiano una serie di moti rivoluzionari che si propongono due obiettivi: 

  • ripristinare le costituzioni liberali dei Paesi governati da monarchie assolute;
  • ottenere l’indipendenza o l’unità nazionale in quelli sottoposti al dominio straniero (come ad esempio l’Italia).

6Nuove aspirazioni democratiche

Tutti i Paesi europei restano coinvolti da queste nuove aspirazioni democratiche tranne la Russia nella quale il sistema feudale resiste e l’Inghilterra dove le libertà democratiche sono garantite dal 1689.

In Italia fra il 1815 e il 1848 scoppiano una serie di moti che vedono contrapposti due schieramenti:

  1. il primo ha come guida ideale il Papa Pio IX;
  2. l’altro è costituito dai i seguaci di Mazzini che aspirano alla costruzione di uno Stato unitario e repubblicano.

In questo primo periodo denominato Prima guerra d’indipendenza tutti i moti falliscono e solo il Regno di Sardegna con a capo Vittorio Emanuele II (1849-1861) conferma lo Statuto concesso nel 1848.

Nel periodo successivo la direzione del movimento per l’indipendenza viene portata avanti dal Regno di Sardegna che combatte la seconda guerra d’indipendenza che conduce alla liberazione di quasi tutti i territori italiani.

L'incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi il 26 ottobre 1860
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Fanno eccezione il Regno delle due Sicilie e i territori appartenenti allo Stato della Chiesa. Essi vengono conquistati da Giuseppe Garibaldi con la spedizione dei mille (1807-1882) e dall’esercito piemontese.

La proclamazione del Regno d’Italia avviene il 17 marzo 1861 e Vittorio Emanuele II assume il titolo di primo re d’Italia.

Mancavano all’appello solamente il Veneto in mano austriaca e il circondario di Roma ancora in mano al Papa. Il Veneto entrerà nel Regno d’Italia nel 1866 con la terza guerra d’Indipendenza e Roma sarà conquistata nel 1870 e dal 1871 diverrà la nuova capitale dello Stato unitario.

7Ascolta il podcast sulla Prima rivoluzione industriale

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