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Etiopia pronta alla pace con l’Eritrea dopo 20 anni

(Keystone-ATS) A vent’anni dallo scoppio della guerra di confine tra Etiopia ed Eritrea, Addis Abeba annuncia a sorpresa di volere la pace purché anche Asmara accetti senza condizioni l’accordo firmato ad Algeri nel 2000 e mai entrato in vigore.

La notizia arriva a pochi giorni dalla decisione – ratificata stamane dal parlamento – del primo ministro etiopico, Abiy Ahmed, di abolire lo stato di emergenza proclamato nel Paese in febbraio a seguito di tensioni popolari molto forti.

La volontà di tornare alla normalità nei rapporti tra i due stati confinanti del Corno d’Africa era stata espressa da Ahmed già il 2 aprile, giorno del suo insediamento, per mettere fine ad un conflitto che analisti africani considerano forse l’ultima vera eredità dell’epoca coloniale.

La guerra scoppiò nel giugno 1998 e durò circa due anni, apparentemente solo per una contesa territoriale di piccole aree ma in realtà per la speranza etiopica di garantirsi uno sbocco sul Mar Rosso e quella eritrea di raggiungere una vera indipendenza economica.

Nel dicembre 2000, dopo la morte di una cifra compresa tra 70 e 100 mila uomini di entrambi i Paesi, il presidente eritreo Isaias Afewerki e il primo ministro etiope allora in carica, Meles Zenawi, firmarono ad Algeri un accordo di pace, mediato dal presidente algerino Abdelaziz Bouteflika. L’Etiopia tuttavia mantenne un presidio militare, ancor oggi presente, nel territorio di Badme, area assegnata all’Eritrea nel 2002 da una commissione internazionale nominata dall’Onu.

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