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Politica agricola: strategia governo soddisfa mondo economico

(Keystone-ATS) Economia e agricoltura si dividono sulla strategia del Consiglio federale per la Politica agricola a partire dal 2022 (PA22+), presentata oggi.

Per economiesuisse le proposte sono un primo passo atteso da tempo – seppur prudente – nella giusta direzione, mentre per l’Unione svizzera dei contadini (USC) il governo ignora la volontà del popolo e vuole sacrificare il settore.

Secondo l’esecutivo, i mercati agricoli nazionali e internazionali devono essere meglio connessi e agli attori della filiera agroalimentare vanno fornite nuove prospettive.

In un comunicato, economiesuisse loda la volontà di adoperarsi per la liberalizzazione del mercato agricolo, ricordando che al momento quello elvetico è uno dei più chiusi al mondo e per questo i prezzi delle derrate alimentari nella Confederazione sono così elevati.

Questo protezionismo costa circa 3,5 miliardi di franchi all’anno alla popolazione e alle imprese. Riforme vanno introdotte rapidamente – sottolinea l’associazione – per evitare una discriminazione delle aziende esportatrici svizzere. Economiesuisse sostiene dunque l’obbiettivo del Consiglio federale di condurre una politica agricola in grado di migliorare la posizione sul mercato, la competitività e la capacità d’innovazione dei contadini.

Di tutt’altro avviso l’Unione svizzera dei contadini, secondo cui il governo, dopo che tutto il resto del globo ha capito che il libero scambio in materia agricola non è la ricetta per il successo economico di un Paese, ignora i recenti sviluppi internazionali spingendo per un’apertura delle frontiere.

L’analisi di Berna non apporta alcuna prospettiva all’agricoltura e occulta fattori chiave come il livello dei costi di produzione, si legge in una nota. Inoltre il governo non ha tenuto conto dell’opinione dei cittadini, che lo scorso 24 settembre con il 78% dei voti a favore si sono espressi per un rafforzamento della sicurezza alimentare. Vogliamo “idee nuove e non vecchie ideologie”, rivendica infine l’USC.

Per il PLR la migliore connessione dei mercati nazionali ed esteri nel quadro di accordi commerciali avvantaggerà tutti a patto che siano adottate le dovute misure di accompagnamento. Il futuro dell’agricoltura svizzera “poggia sulla qualità della produzione in un ambiente liberalizzato e competitivo”, scrive il partito in una presa di posizione, aggiungendo che non vi è ragione di temere la concorrenza internazionale.

Sostegno ai contadini arriva invece dall’UDC, stando alla quale il Consiglio federale mette in pericolo il loro sostentamento e le forniture di derrate alimentari con la propria visione “lontana dalla realtà e incomprensibile”. Il partito in un comunicato chiede, invece dell’apertura delle frontiere, un miglioramento delle condizioni di produzione interne.

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