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Razzismo: eredità di Agassiz rivista da città di Neuchâtel

La città di Neuchâtel riesamina l'eredità del rinomato geologo e biologo svizzero-statunitense Louis Agassiz (1807-1873). KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA BELLA sda-ats

(Keystone-ATS) La città di Neuchâtel riesamina l’eredità del rinomato geologo e biologo svizzero-statunitense Louis Agassiz (1807-1873).

Le sue teorie razziste sollevano polemiche da anni e il Comune ritiene, in accordo con la locale università, di non poterne fare astrazione. Non si tratta comunque di cancellare ogni traccia del controverso personaggio, sottolineano le autorità.

Il capoluogo cantonale ha deciso di modificare il nome della strada Espace Louis-Agassiz ribattezzandola in onore di Tilo Frey (1923-2008), pioniera dell’emancipazione femminile e delle minoranze etniche in Svizzera. Frey, nata in Camerun da madre di etnia fulani e da padre svizzero, è stata una delle undici prime donne elette nel parlamento federale nel 1971 quale consigliera nazionale (Partito radicale/NE).

“Non stiamo disonorando la memoria di Louis Agassiz” o “cedendo al politicamente corretto”, ha dichiarato oggi in conferenza stampa a Neuchâtel Thomas Facchinetti (PS), municipale responsabile de dicasteri cultura, integrazione, sport e turismo. “Siamo consapevoli del suo considerevole contributo alla scienza”.

Agassiz è stato anche cofondatore dell’Università di Neuchâtel e del locale museo di storia naturale. Ma, soprattutto, è stato il primo studioso a proporre scientificamente l’idea che la Terra fosse stata nel passato soggetta a un’era glaciale.

Le autorità cittadine ritengono che a Neuchâtel sussistano numerosi omaggi alla figura dello scienziato, tra cui un busto all’università e un ritratto al museo di storia naturale. Possono dunque “cedere un po’ degli onori” che gli vengono tributati a una donna di colore.

Il municipio assicura di non voler rivisitare la storia, ma ricorda che Agassiz ha contribuito a diffondere idee razziste negli Stati Uniti, e “non solo quelle della mentalità del tempo. Con le sue tesi segregazioniste è stato più profilato”.

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