Mar. Apr 30th, 2024

Il segretario calabrese Sposato chiede un intervento del ministro contro le cosche e lo sfruttamento del lavoro. Presa di posizione anche del vescovo di Cassano: «Prima le persone, gli immigrati possono essere risorsa»

Continua dopo la pubblicità...


JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

«Salvini non esulti, ma mandi uomini e mezzi contro la ‘ndrangheta e lo sfruttamento del lavoro e della dignità». Lo sostiene, in una nota, il segretario generale della Cgil della Calabria, Angelo Sposato, facendo riferimento allo sgombero e all’abbattimento della baraccopoli di San Ferdinando che ospitava centinaia di migranti.
«Riguardo la baraccopoli, grazie alla responsabilità di tutti – aggiunge Sposato – si è posto fine alla violazione dei diritti umani, ma c’è ancora molto da fare contro lo sfruttamento e contro il caporalato».
Sul caso è intervenuto anche il vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Francesco Savino: «Se gli immigrati che vivevano nella baraccopoli di San Ferdinando, dove erano sottoposti a condizioni disumane e spesso risorse umane sfruttate dai grandi caporali, sono stati accompagnati in strutture più idonee, senz’altro mi sembra una buona operazione socio-educativa. Ma se invece sono stati messi sul territorio, non conosco bene la decisione in merito, allora mi sembra una decisione che testimonia ancora una volta l’emergenza di umanità che stiamo vivendo. Al di là di ogni approccio alla questione immigrati – aggiunge il presule – sento, come vescovo, di dire: prima le persone. Poi dico no al buonismo, ma anche no ai luoghi comuni e ai pregiudizi: gli immigrati non possono essere il capro espiatorio di tutte le questioni sociali italiane. Voglio dire anche che gli immigrati possono essere per il presente e il futuro dell’Italia, e anche del futuro calabrese, una risorsa e non un problema. Il paradigma sotteso a ogni accoglienza deve consistere in tre parole forti e valoriali: accoglienza, accompagnamento e integrazione. Quest’ultima è la vera e grande sfida di ogni accoglienza degli immigrati».

Print Friendly, PDF & Email