Il pennacchio non s'addice ai Tribunali

Ipse dixit mer 02 gennaio 2019
Attualità di Claudio de Luca
3min
Aula di Tribunale ©web
Aula di Tribunale ©web

LARINO. Nei giorni scorsi son dovuto tuffarmi nel passato che – per qualcuno – è ancora popolato dal culto dei campanili, tipo il pennacchio da collocare sulla propria chiesa. Ciò è avvenuto per una diatrìba su “Facebook” che ha ospitato valutazioni (sacrosante!) sul calo demografico di Larino. Il ragionamento partiva da questo dato per finire, poi, col chiedersi a cosa potesse servire un Tribunale collocato all’interno “di un buco di paese”. Questo centro, che un tempo era capoluogo di ‘circondario, “è in crisi demografica da 30 anni”, scriveva l’interlocutore.

Nel 1991 aveva 8.294 ab., oggi ne ha 6.659. Perciò è ovvio che la Regione sposti i servizi altrove. Nel periodo 1991-2018 Larino ha perso il 19,7% degli abitanti, mentre Termoli ne ha guadagnato il 17,5%, senza considerare la crescita dei comuni contermini.”. Subito son cominciate le punzecchiature di replicanti:”Avrete 30mila ab., ma ‘Buca’ siete voi”. Mi si consenta, a questo punto di intervenire, ma solo per limitarmi ai Tribunali. Chiaramente questa tipologia di Palazzi è importante più del Paese che li ospita. Né sarebbe possibile pensare che, trasferiti a Termoli, questi Uffici giudiziari acquisirebbero un peso maggiore. D'altronde quello di Larino non è certo un anòmalo caso italiano. S. Maria C.V. (Ce), 30mila ab., vanta una delle Sedi tribunalizie più importanti d'Italia. Ebbene Caserta, Provincia di Terra di lavoro, distante 6,90 km dal centro sammaritano, non ha il Tribunale. Ne consegue che la demografia non incide in alcun modo in queste vicende che fondano soprattutto su motivi storici. D'altronde, vista qual è la situazione molisana, ove si voglia tagliare questo presidio, non v'è speranza alcuna di eventuali migrazioni altrove, considerato che potrebbero venire meno Larino ed Isernia solo che Campobasso perdesse la Corte d'appello. “Il Tribunale di S. Maria - chiarisce il nostro interlocutore - fu voluto da Giuseppe Bonaparte per la l’adesione della Cittadina campana alla Rivoluzione, in contrapposizione alla borbonica Capua. E la relativa dinamicità di S. Maria come città, rispetto alla decadente Caserta, è un esempio di come il Tribunale sia espressione di un territorio centro della vita civile ed economica”.

Una delle regioni prescelte per il "repulisti" è stato proprio il Molise, scarsamente ‘coperto’ dalla Politica. Mario Barbuto, già Presidente del Tribunale e della C.d.a. di Torino, assegnato dal Governo al Ministero per guidare la Direzione dell'organizzazione, fu capace di "abbassare" l'arretrato nazionale delle cause civili, transitato da 5,2 a 4,5 milioni di cause. Barbuto suggerì agli àpici di far loro il suo metodo con cui gli era riuscìto di dimezzare il numero dei fascicoli ereditati. In grazia di quei risultati, la metòdica fu applicata nel resto d'Europa. Per lui non era vero che la crisi della Giustizia civile dipendesse esclusivamente dalla notevole litigiosità italica. In definitiva, in questo settore, lo Stivale si collocava al medesimo livello francese (2.613 cause), e di poco sopra la media europea (2.602), mentre ben 18 Paesi avevano un tasso di pendenze di gran lunga superiore. Barbuto ritenne che persino la carenza di risorse, ritenuta la causa principale delle peggiori "performances", fosse priva di riscontri. L'autentica palla al piede del pianeta civilistico sarebbe stato l'insufficiente preparazione manageriale dei Capi dei Tribunali che non sapevano organizzare il lavoro. Tant'è vero questo che, a Marsala, grazie alle sue metodiche, crebbe all’epoca uno degli Uffici giudiziari più efficienti.

Qui le sentenze di I grado venivano esitàte, in media, entro 461 gg. contro i 996 dei Tribunali del Sud ed i 597 di quelli del Nord. Le cause giacenti da più di 3 anni furono appena il 5,7%, contro il 40% ed il 19% di media. Si trattò di dati inoppugnabili:"I Presidenti dei Tribunali sostengono che ci sono pochi magistrati e pochi cancellieri. Ma gli Uffici migliori riescono ad essere tali pur essendo scoperti sull'organico-standard quanto i peggiori" (Corsera). Segno evidente che i Capi contano, e che i Presidenti dei Tribunali dovrebbero avere un ruolo-chiave per migliorare questi ultimi. Oggi, nelle identiche condizioni dei Palazzi in toga del Molise si ritrovano altre 40 sedi dove l’organico è superiore a 10 unità ed inferiore a 20. Di queste, 21 sono ubicate in capoluoghi di provincia. Le sedi con organico fino a 10 sono 16 (tra cui Vasto, Lanciano e Sulmona), mentre assommano a 106 quelle che vantano una dotazione di magistrati giudicanti ed inquirenti superiore (o uguale) a 20 unità. Insomma, Larino sarà un ‘buco’ ma l’Anm auspica tagli generalizzati senza badare ai cali demografici, toccando persino Campobasso, Enna, Isernia, L’Aquila, Rieti, Ascoli Piceno, Urbino, Imperia, Cuneo, Asti, Aosta, Pavia, Sondrio, Belluno e Gorizia.

Claudio de Luca

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