Chiesa di Sant'Antonio incompiuta, don Timoteo: «Da Sbrocca solo promesse»

Lo sfogo del parroco mer 16 gennaio 2019
Attualità di La Redazione
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Chiesa di Sant'Antonio ©diocesitermolilarino.it
Chiesa di Sant'Antonio ©diocesitermolilarino.it

TERMOLI. Una lettera a tutti i parrocchiani di Sant'Antonio con cui esternare disappunto e inadempienze del Comune di Termoli. E' quella diffusa dal parroco don Timoteo Limongi contro il Comune di Termoli.

IL TESTO

«A tutti gli uomini e donne di buona volontà della Comunità Parrocchiale di Sant'Antonio in Termoli.

«Il 10 maggio 1966 il Parroco della Parrocchia di S. Antonio, Rev.do don Michele Vincelli, scrisse una "Richiesta concessione di suolo per la nuova costruzione della Chiesa di S. Antonio". A seguito del rifiuto del Comune di Termoli di concedere una piccola striscia di terreno si perviene alla decisione di demolire la chiesa e di ricostruirla in un altro luogo, precisamente sull'area denominata "Pozzo Dolce". Il Comune mette a disposizione l'area, che intende permutare con quella su cui insiste la chiesa in piazza S. Antonio, da demolire per allargare lo spazio della piazza predetta. Il Consiglio Comunale, con delibera del 9/07/1966, approva le suddette determinazioni e decide di assumere l'impegno dell'acquisto del suolo, di provvedere a suo carico alla progettazione di ricostruzione della chiesa e di concedere un contributo per la sua realizzazione. Il relativo contratto di permuta viene sottoscritto il 4/01/1969. Si precisa, nella parte finale: il possesso del terreno ceduto dal Comune è immediato, mentre quello del suolo di risulta della chiesa di S. Antonio verrà dato solo dopo la costruzione della nuova chiesa e la demolizione di quella insistente sul suolo medesimo. Con ulteriore delibera consigliare del 15/01/1969 il Comune ratifica l'avvenuta permuta e stabilisce che:

1. Le spese di demolizione della vecchia Chiesa, di acquisto delle nuove aree, di redazione del progetto e di contratto sono interamente a suo carico;

2. Per la costruzione della nuova chiesa verrà erogato un equo contributo, non meglio specificato. Realizzata la nuova chiesa, viene consacrata il 1° maggio 1975; da tale data il Comune prende possesso, senza alcun atto formale, del fabbricato della vecchia chiesa in piazza S. Antonio, che non demolisce e che adibisce ad altre attività. La nuova chiesa viene realizzata senza il campanile, il battistero, la sacrestia e la canonica, in spregio del progetto originario e degli impegni assunti dal Comune nei suoi atti deliberatori. Il 9 novembre del 2014 divento parroco di Sant'Antonio. Due anni con svariati incontri con l'attuale Sindaco, l'avv. Angelo Sbrocca, promesse mai mantenute come per tanti anni era avvenuto con altri sindaci e altre amministrazioni.

Decido così, dopo i tanti incontri, di indirizzare una lettera al Sindaco in cui si invitava lo stesso a risolvere i problemi per non adire le vie legali. Come sempre nessuna risposta. Decido quindi di compiere un'azione chiara e decisa contro l'Amministrazione Comunale: denuncio il Sindaco pro tempore. Quest'ultimo ottiene, come conseguenza, l'intervento del Vescovo. Il Sindaco, forte dell'appoggio del Vescovo, rifiuta di concordare la rinuncia alla denuncia con modi di fare non certo signorili. Il Vescovo, allora, si assume cosi la responsabilità di trattare col Sindaco per ottenere quello che stava richiedendo già da 8 anni (ora 10): perché ottenere come favore ciò che si ha diritto ad avere per giustizia? Ciò che la parrocchia di Sant'Antonio ha diritto ad avere per contratto serve per il bene della Parrocchia e dei poveri, non del Parroco. Sarebbe stato saggio, a mio parere, utilizzare un suolo abbandonato, quello di Pozzo Dolce, dietro la Chiesa, a beneficio della comunità e dei poveri tramite un progetto concordato tra Vescovo e Consiglio Pastorale. Chiunque, se interessato, può accedere a tutti i documenti.

D. Giovanni, il Consiglio Pastorale e l'Ufficio per gli Affari Economici sono informati di tutta la vicenda, in tutti i suoi aspetti. loro sanno che il Vescovo si è impegnato, dopo che ho ritirato la denuncia come atto di buona volontà, e ha promesso di trovare entro il 2018 la soluzione del problema.»

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