Addio all'ispettore capo Pasquale Caruso, fu amico del vescovo Bernacchia e La Penna

Il ricordo mer 13 febbraio 2019
Attualità di La Redazione
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Pasquale Caruso ©Termolionline.it
Pasquale Caruso ©Termolionline.it

TERMOLI. Un ricordo doveroso per chi, coi natali termolesi, ha speso gran parte della sua vita al servizio dello Stato, come il cavalier Pasquale Caruso, scomparso da alcuni giorni a Pescara, dove risiedeva. E' stato ex ispettore capo della Polizia di Stato.

Nato a Termoli, borgo marinaro dell'Adriatico molisano, il 20 giugno 1926, terzo di quattro fratelli Vincenzo, Maria e Nicola. Durante la seconda guerra mondiale a 17 anni nell'ottobre 1943 assiste di notte allo sbarco degli inglesi sulla spiaggia di Rio Vivo a due passi dal Borgo antico di Termoli e del suo castello federiciano famigliarizzando con i soldati e gli ufficiali inglesi, imparando l'inglese da loro.

Epico il viaggio verso Pola e Zara in Dalmazia alla ricerca del fratello Vincenzo ufficiale sommergibilista della Marina Militare dato per disperso durante l'affondamento del suo sottomarino. Durante le scuole medie e i primi anni delle superiori entra nel gruppo giovanile scout dell'Asci di Termoli presso la cattedrale di San Basso, nel quartiere antico, collaborando attivamente con il suo grande amico Il vescovo Oddo Bernacchia, uomo carismatico, amico dei poveri e dei pescatori termolesi.

Nel pomeriggio si dedica al lavoro in una nota bottega di falegnameria di Termoli aiutando anche il papa' Giuseppe e la mamma Concetta nei campi di grano e nella fattoria di famiglia.La famiglia Caruso serviva il latte a tutto il quartiere di via Borghi.

Nel 1948 decide di entrare in polizia. Dopo il corso di polizia a Roma presso la Scuola di Castro Pretorio è inviato ad Ascoli Piceno come scorta allo statista e capo del governo Alcide De Gasperi e successivamente alla Buon Costume della stessa città marchigiana. Nel 1954 entra a Trieste con la sua compagnia di polizia tra il popolo festante per la liberazione della loro città, che rimarrà sempre nel suo cuore. Si sposa nel dicembre del 1955 a Ortona a Mare con Silvana D'Arielli nella cattedrale di San Tommaso Apostolo. Testimone di nozze è il suo caro amico d'infanzia l'onorevole Girolamo La Penna, che diventerà un elemento di spicco della democrazia Cristiana molisana e nazionale svolgendo compiti di sottosegretario al governo di quegli anni.

La nascita dei due figli Piero e Claudio. Nel 1956 viene trasferito a Senigallia presso il Centro Recuperi del Reparto Mobile di Pubblica Sicurezza. Qui entra nella storia del nostro paese.

Gli scontri di Valle Giulia, l'Università La Sapienza a Roma in piena contestazione giovanile nel 1968. Poco dopo il banditismo in sardegna in Barbagia nel 1967 e i grandi scontri di Reggio Calabria per Reggio capitale nel luglio del 1970, stando fuori dalla sua famiglia un anno intero. Poi il periodo del terrorismo in italia dove si diventava bersaglio per il solo fatto di essere servitori dello stato.

Nel 1972 arriva a Pescara presso la Questura e diventerà responsabile della Zona Telecomunicazioni del Ministero degli Interni, dipartimento pubblica sicurezza.

Firenze, Roma, L'Aquila, Campobasso e Teramo erano mete continue del suo servizio. Medaglia d'argento per merito di servizio il 15 luglio 1963 e infine nomina da parte del Presidente Sandro Pertini e il ministro Bettino Craxi a Roma il 2 giugno del 1984 con ordine al merito della Repubblica Italiana con il titolo di Cavaliere e il grado di Ispettore Capo di polizia. La Polizia Stradale, la Polizia Ferroviaria, il Reparto Mobile, il Reparto Celere e il Reparto Telecomunicazioni sono stati i suoi servizi al paese.

Negli ultimi anni della sua pensione diventa membro attivo della Scuola San Giorgio Educaform di Pescara diventando socio e collaboratore. Ci lascia in un pomeriggio dolce di gennaio del 2019, precisamente il giorno 28 presso l'ospedale San Massimo di Penne tra l'affetto di sua moglie Silvana, dei figli Piero e Claudio, della sua amata nuora Barbara, delle sue guardie del corpo come li chiamava, i suoi amati nipoti Davide, Maria e Marco. E poi Tommaso e Concetta di Ortona, Giuseppe di Termoli, Michele di Ancona e le sue cognate Filomena di Termoli, Carmelina e i nipoti Antonella, Fabio e Sergio di Cesena.

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