Ampliamento della chiesa di Sant'Antonio al palo, nuovo sfogo di don Timoteo Limongi

Aspettando il Comune ven 12 aprile 2019
Attualità di La Redazione
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Don Timoteo Limongi ©Termolionline.it
Don Timoteo Limongi ©Termolionline.it

TERMOLI. Una lettera a tutti i parrocchiani di Sant'Antonio con cui esternare disappunto e inadempienze del Comune di Termoli. E' quella diffusa dal parroco don Timoteo Limongi lo scorso gennaio, ma sono trascorsi alcuni mesi e allora il sacerdote è tornato alla carica, lo scorso 5 aprile, distribuendo ai fedeli della parrocchia un altro documento. «Non temo le parole dei violenti, ma il silenzio dei giusti”(MLK). Con questa celeberrima citazione di Martin Luther King, «Cara Comunità, perché scrivo?

Perché sono passati oltre due anni dalla denuncia, dal suo ritiro e dal totale silenzio da parte del Sindaco pro tempore.

Perché non c'è astio né rancore, ma solo volontà di avere per la comunità ciò che è previsto dal contratto.

Perché quello che non sono riuscito ad ottenere io, spero sia la comunità a chiedere e ottenere ciò che le spetta.

Perché non si può amministrare per il bene comune se manca la volontà di dare ciò che é giusto.

Perché ho richiesto di accedere ai contributi Cei per l’ampliamento della Chiesa e per la sistemazione dei locali seminterrati; manca, però, la concessione del terreno.

Perché a seguito della mia prima lettera ho ascoltato interpretazioni diverse dal mio pensiero e perciò è giusto fare chiarezza.

Nei numerosi incontri col Sindaco Avv. Angelo Sbrocca nei primi due anni da parroco a Sant'Antonio, non sono riuscito a far comprendere che non volevo avere favori dal Comune, ma solo giustizia per la Parrocchia. Non sono riuscito a far comprendere che la denuncia fatta al Sindaco pro tempore era nei confronti di oltre 50 anni di storia in cui sindaci e amministratori hanno disatteso le loro responsabilità nei confronti della Chiesa di Sant'Antonio. La responsabilità del Sindaco attuale era ed è uguale a quella dei sindaci che si sono avvicendati negli ultimi cinquanta anni, ma questo non si è capito o si è fatto finta di non capire per chiudere gli occhi davanti ad un contratto opportunamente dimenticato per non essere tenuti al risarcimento. Eppure, nei primi due anni da parroco di Sant'Antonio mi ero illuso di incontrare un Sindaco disponibile a risolvere la questione, tanto da affermare in una sua lettera, in occasione degli auguri per il Natale del 2014, "la disponibilità alla permuta dei terreni..." (cit.). Poi, altri colloqui intercorsi fino a settembre 2015 per individuare una soluzione bonaria sulla questione del completamento della nuova chiesa. II 16 giugno 2015 ho consegnato al Sindaco un piccolo promemoria per ricordare gli impegni del contratto e ho ricevuto come risposta un "parere positivo per la cessione dell'area previa discussione al consiglio comunale..." (cit.); anche quest'impegno è stato disatteso.

Così in una lettera del 5 agosto 2016 ricordavo le inadempienze del comune di Termoli. Mancanza di un equo contributo per la costruzione della nuova chiesa che viene realizzata senza il campanile, il battistero, la sacrestia e la casa canonica in spregio al progetto originario e agli impegni assunti dal Comune. Appropriazione indebita della vecchia Chiesa di Sant'Antonio in quanto la permuta doveva essere effettuata tra entità simili, ovvero terreno - terreno e non terreno - chiesa. Mancata concessione di mq 428 previsti dal contratto per il completamento della nuova chiesa e di tutti i locali di pertinenza parrocchiale. Per questi motivi sollecitavo a prendere contatto per un incontro nel più breve tempo possibile, concludendo che "in caso contrario ci si vedrà costretti ad agire a vie legali...".

Questo è stato reso necessario per interrompere i tempi di decorrenza. Anche questa volta nessuna risposta né scritta né verbale. II 23 dicembre del 2016 perviene al sindaco del Comune di Termoli un atto di citazione riguardante tutte le inadempienze delle diverse amministrazioni rappresentate al tempo presente dal sindaco Sbrocca; inoltre, si chiede il risarcimento del danno provocato dall'inosservanza del contratto. Dopo questo atto di citazione, scompare la figura del sindaco e diventa "attore principale" il Vescovo Mons. Gianfranco De Luca. II nostro vescovo si assume la responsabilità di trattare col Sindaco per far rispettare, l'ho detto in più occasioni e lo ribadisco, quanto alla Chiesa spetta di diritto e non per favore dell'amministrazione comunale di turno. Non punto il dito contro nessuno, ma siamo ormai ad aprile e siamo ancora in attesa. Più di qualcuno ha "tradotto" le mie parole insinuando che fossi condizionato da partiti politici e/o gruppi vari (un temperamento libero e schietto è meglio snobbarlo che ascoltarlo). Anche qui è giusto chiarire una cosa: dato che attorno alla Chiesa di Sant'Antonio sono "nate" costruzioni che negano la possibilità di realizzazione di campanile, battistero e casa canonica secondo il progetto originale, ho provveduto ad incaricare un tecnico per la realizzazione di un nuovo progetto alle spalle della Chiesa che non ricadesse nell'area di riqualificazione urbana di Pozzo Dolce promossa dall'attuale amministrazione comunale. Questo rappresenta un ulteriore passo affinché venga riconosciuto quanto aspettiamo da ormai 50 anni.

Con amicizia».

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