Le ragioni di una sconfitta e la possibile Terza Repubblica • Terzo Binario News

di Fabio Fantozzi

Una bufera di destra e populismo ha scosso l’Italia. Il terremoto politico che il 4 marzo ha cambiato il volto del Paese ci restituisce una fotografia sfocata di una società rabbiosa e stanca. Il successo di forze antisistema come la Lega e il Movimento Cinque Stelle e l’ascesa della destra più estremista e sovranista danno il segnale di una frattura tutta da analizzare.

Dall’altro lato la sconfitta cocente del partito democratico non può essere solo ascrivibile alla logica dell’alternanza verso il governo di turno. In tutte le ultime tornate elettorali la coalizione che sosteneva il governo uscente non è stata mai riconfermata, a differenza da quanto accade nel resto dell’Europa dove Angela Merkel si avvia a inaugurare il suo quarto mandato. La bocciatura italiana della squadra di centrosinistra è andata ben oltre le aspettative e stride con il lavoro svolto negli ultimi cinque anni.

I governi Renzi e Gentiloni hanno raggiunto risultati ineguagliabili nella storia degli ultimi 30 anni, in termini economici, di riforme, di diritti, di credibilità internazionale, di politiche fiscali e occupazionali, eppure l’elettorato ha bocciato senza pietà l’operato dell’esecutivo. In una società liquida e frammentata in tante monadi non comunicanti tra loro, l’accesso all’informazione non solo è ignorato nella vita quotidiana ma persino falsato dal sentito dire. La frattura tra la realtà, oggettivamente misurabile, e la percezione della stessa è consumata.

“Va tutto male, ci hanno portato alla rovina, gli immigrati ci invadono” sono alcuni dei mantra che hanno caratterizzato questa campagna elettorale. Poco importa se i fenomeni sono più complessi di una battuta e i dati smentiscono del tutto questo quadro. La percezione è diventata realtà e una marea inquinata di fake news ha inondato i nostri social come un tempo facevano le vecchie chiacchiere nei bar di quartiere. I media, poi, hanno fatto la loro parte alimentando la paura dello straniero e paventando emergenze che non esistono. Del tutto ininfluente se i programmi fossero più o meno oculati e con le dovute coperture, se i leader politici abbiano detto il vero o lanciato proclami e menzogne. Nessuno li ha letti, nessuno è andato a verificare la veridicità di tali affermazioni. Il fact checking ha lasciato il posto alle sensazioni.

Senza dubbio la débâcle del PD si inserisce anche nel solco della crisi identitaria dei partiti socialisti e delle socialdemocrazie europee – in Francia è quasi scomparso – e il tentativo di Renzi di rinnovare il lessico e i temi della sinistra inaugurando una terza via al pari dell’esperienza di Tony Blair e José Luis Rodrìguez Zapatero non è stato compreso ed è naufragato miseramente con la sconfitta del referendum costituzionale. I governi Renzi e Gentiloni rimangono i più riformisti della storia repubblicana, assieme all’esecutivo di Craxi, considerando la maledizione storica che attraversa la sinistra italiana: prima esclusa per la conventio ad excludendum contro il PCI, poi contrastata dalla discesa in campo di Berlusconi e oggi prosciugata dall’ascesa del  Movimento Cinque Stelle. Ed è proprio su questo che si è spostata una fetta consistente di elettorato progressista: mentre una parte della sinistra si muove ancora su posizioni conservatrici discutendo di articolo 18, il mondo corre sui binari della flessibilità e della mobilità.

Una movimento senza una visione politico-economica chiara e coerente e senza un’idea di società ben definita, come ad esempio ce l’ha Podemos in Spagna, ma che insegue quello che il popolo vuole sentirsi dire, a volte a destra, altre a sinistra, e non pervenuto su temi potenzialmente divisivi come l’immigrazione e la cittadinanza. Un movimento, emanazione di una società privata, che non è stato in grado di selezionare una classe dirigente preparata e competente, e che ora aspira al governo del Paese.

La vittoria contesa del Movimento Cinque Stelle e della Lega di Salvini, che ha avuto il merito di archiviare Berlusconi e che conferma l’anomalia italiana della mancanza di una forza di centrodestra liberale e riformista come i partiti popolari in Europa, apre scenari inediti nel panorama politico e preoccupa per il carico populista e nazionalista di una visione di società chiusa e intollerante.

La bocciatura del referendum sulla riforma Costituzionale di Renzi e della conseguente legge elettorale a doppio turno (Italicum) ci ha portato a questa situazione di incertezza, in cui due forze reclamano la vittoria e tutti escludono l’inciucio avanzando veti incrociati. Non si può affatto dire, come afferma Luigi Di Maio, che è iniziata la Terza Repubblica, semmai si torna alla Prima, almeno nei riti e nelle trattative che accompagneranno la nascita del governo. Con un inedito M5S che rinuncia al suo dogma di non allearsi e apre a tutti, compreso al PD principale bersaglio di insulti fino a ieri.

Comunque vada, si prospetta un periodo di instabilità e difficilmente il governo che otterrà la fiducia riuscirà a durare per l’intera legislatura. Ecco perché queste elezioni sono una sconfitta per tutti. La seconda Repubblica è morente ma la Terza fatica a nascere. Il sistema non regge e non riesce a garantire stabilità e chiarezza politica. Gli strumenti ereditati dai nostri Padri costituenti, incentrati su un Parlamentarismo eccessivo che a suo tempo aveva le sue ragioni, non sono più adeguati a un Paese europeo che ha bisogno di governi stabili e in grado di decidere e operare di fronte a un mondo che cambia celermente.

Sarebbe stato utile eleggere una legislatura Costituente con lo scopo di riscrivere le regole e dotare il Paese di un nuovo sistema. Così non è stato, ma c’è ancora tempo per un governo di unità nazionale con chi vuole costruire un Paese più equo e solido invece di distruggere e dividere. Solo allora si potrà proclamare la Terza Repubblica e rinsaldare una società lacerata e impaurita, intrisa di odio e rancore, in un patto di pace sociale duraturo.

Pubblicato martedì, 6 Marzo 2018 @ 08:47:37     © RIPRODUZIONE RISERVATA