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Papa Francesco agli ortodossi di Romania: "Dilaga la paura fomentata ad arte, non cedere alla cultura dellʼodio"

Lʼintervento del Pontefice al Sinodo Permanente della Chiesa Ortodossa Romena a Bucarest

Papa Francesco agli ortodossi di Romania: "Dilaga la paura fomentata ad arte, non cedere alla cultura dell'odio"

"Dello sviluppo tecnologico e del benessere economico hanno beneficiato in molti, ma i più sono rimasti esclusi mentre una globalizzazione omologante ha contribuito a sradicare i valori dei popoli". Lo ha detto Papa Francesco in visita a Bucarest, in Romania. Per questo, secondo il Pontefice, bisogna non cedere alla cultura dell'odio che, fomentata ad arte, corrode "il vivere comune sempre più inquinato da un senso dilagante di paura".

Francesco ripete il grido "Unitate" di Wojtjla"Beatitudine, caro Fratello, vent'anni fa l'incontro tra i nostri predecessori fu un dono pasquale, un evento che contribuì non solo alla rifioritura delle relazioni tra ortodossi e cattolici in Romania, ma anche al dialogo tra cattolici e ortodossi in generale". Così papa Francesco al Sinodo Permanente della Chiesa Ortodossa Romena a Bucarest, ricordando il viaggio di Giovanni Paolo II in Romania nel 1999.

"Quel viaggio, che per la prima volta un vescovo di Roma dedicava a un Paese a maggioranza ortodossa, aprì la via ad altri eventi simili. Vorrei rivolgere un pensiero di grata memoria al Patriarca Teoctist. Come non ricordare il grido spontaneo 'Unitate, unitate!', che si levò qui a Bucarest in quei giorni? Fu un annuncio di speranza sorto dal Popolo di Dio, una profezia che ha inaugurato un tempo nuovo: il tempo di camminare insieme nella riscoperta e nel risveglio della fraternità che già ci unisce".

Il Papa agli ortodossi: ricordiamo non i torti ma le radici comuni"Camminare insieme con la forza della memoria. Non la memoria dei torti subiti e inferti, dei giudizi e dei pregiudizi, che ci rinchiudono in un circolo vizioso e portano ad atteggiamenti sterili, ma la memoria delle radici". Con queste parole il Pontefice ha citato "i primi secoli in cui il Vangelo, annunciato con parresia e spirito di profezia, ha incontrato e illuminato nuovi popoli e culture; i primi secoli dei martiri, dei Padri e dei confessori della fede, della santità quotidianamente vissuta e testimoniata da tante persone semplici che condividono lo stesso Cielo".

"Il ricordo dei passi compiuti insieme - ha concluso Francesco - ci incoraggia a proseguire verso il futuro nella consapevolezza delle differenze, ma soprattutto nell'azione di grazie di un'atmosfera familiare da riscoprire, nella memoria di comunione da ravvivare, che come lampada getti luce sui passi del nostro cammino".

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