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Def: c'è il nodo dell'Iva per il governo, si studia la flat tax | Tria: "Gli obiettivi sono crescita e inclusione sociale"

"Per la manovra - si legge nel Documento - sono necessarie coperture di notevole entità"

Il giorno dopo il varo del Def, vertice a Palazzo Chigi tra Conte, Di Maio e Salvini, con i nodi dell'Iva da risolvere e la flat tax da mettere a punto.

"Per evitare l'aumento dell'Iva, il governo punterà su una spending review", spiega il premier. Salvini esclude anche tasse sulla casa e sui risparmi: "I soldi arriveranno dalla crescita". Il ministro Tria sottolinea che "gli obiettivi fondamentali sono la crescita e l'inclusione sociale".

"Per la manovra necessarie coperture di notevole entità" - "Il profilo delineato per l'indebitamento netto, anche alla luce degli oneri necessari al rifinanziamento delle cosiddette politiche invariate (missioni di pace, pubblico impiego, investimenti), richiederà l'individuazione di coperture di notevole entità". E' quanto si legge nella premessa al Def 2019. "La legislazione vigente in materia fiscale - prosegue il Documento pubblicato sul sito del Mef - viene per ora confermata nell'attesa di definire le misure alternative di copertura e di riforma fiscale nel corso dei prossimi mesi, in preparazione della legge di Bilancio 2020".

"Più entrate con lotta all'evasione e spending review" - "La legislazione vigente in materia fiscale", che prevede tra l'altro dell'Iva per 23 miliardi, "viene confermata nell'attesa di definire misure alternative nel corso dei prossimi mesi, in preparazione della legge di Bilancio 2020". Nel Def si prevedono anche "aumenti aggiuntivi delle entrate nel 2021 e nel 2022, che deriverebbero principalmente da misure volte a rafforzare il contrasto all'evasione fiscale". In più "sarà anche attuato un programma di revisione organica della spesa pubblica". Inoltre, "per il 2019 il governo conferma l'intenzione di realizzare proventi da privatizzazioni pari all'1% del Pil. Il target per il 2020 resta fissato allo 0,3%".

"L'biettivo è tornare a una fase di sviluppo" - "L'obiettivo fondamentale del programma di governo è il ritorno a una fase di sviluppo economico contraddistinta da un miglioramento dell'inclusione sociale e della qualità della vita, tale da garantire la riduzione della povertà e la garanzia dell'accesso alla formazione e al lavoro, agendo al contempo anche nell'ottica di invertire il trend demografico negativo", scrive il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nella premessa al Def.

"Clausola per il blocco di 2 miliardi di spesa, non è una manovra bis" - La Legge di Bilancio, prosegue, "contiene una clausola che, in caso di deviazione dall'obiettivo di indebitamento netto, prevede il blocco di due miliardi di spesa pubblica. Sulla base delle nuove previsioni pubblicate in questo documento, tale scenario appare ora probabile. Il governo attuerà pertanto tale riduzione di spesa. Per effetto dell'attivazione della riduzione di spesa prevista dalla legislazione vigente che, quindi, non costituisce una manovra aggiuntiva, il deficit di quest'anno è stimato al 2,4 per cento del Pil".

"Avanti con la flat tax nel rispetto dei conti" - "In linea con il contratto di governo - aggiunge - si intende inoltre continuare" con la prossima manovra "il processo di riforma delle imposte sui redditi (flat tax) e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l'imposizione a carico dei ceti medi. Questo nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti in questo documento. L'attuazione progressiva di un sistema di flat tax è componente importante di un modello di crescita più bilanciato".

"Prudenti ma puntiamo a una crescita significativa" - "In generale - sottolinea Tria - è opportuno ribadire quanto già affermato in passato, ovvero che le previsioni ufficiali sono e devono essere di natura prudenziale, poiché finalizzate alla costruzione di un quadro attendibile e condiviso di finanza pubblica. Il governo punta a conseguire risultati ben più significativi in materia di crescita economica all'interno di un approccio attento alla dimensione del benessere equo e sostenibile".

"Investimenti al 2,6% del Pil nel 2022" - Lo scenario programmatico indicato dal governo nel Def, scrive poi il titolare del Tesoro, "prevede un aumento degli investimenti pubblici nel prossimo triennio, che dal 2,1 per cento del Pil registrato nel 2018 si porterebbero al 2,6 per cento del Pil nel 2022".

"Più risorse a famiglie e disabili" - L'Italia, sottolinea Tria, "si caratterizza ormai da anni per il declino delle nascite e la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro. Il governo intende proseguire sulla strada dell'alleggerimento del carico fiscale e della destinazione di maggiori risorse a favore delle famiglie, con particolare riguardo a quelle numerose e con componenti in condizione di disabilità. In futuro prioritario sarà il riordino dei sussidi per la natalità e la genitorialità, la promozione del welfare familiare aziendale".

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