― pubblicità ―

Dall'archivio:

“Non cadere nella RETE”

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

“Cos’è Internet?”, “Internet è un mondo”.
Con questo scambio di battute tra autorità e studenti si è aperta la conferenza tenuta dalla Polizia Postale di Milano il 9 novembre al Teatro Lirico di Magenta “Non cadere nella RETE”, sul tema del Cyberbullismo. Dalle classi prime alle terze, gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado “F. Baracca” hanno riempito platea e galleria. L’importanza dell’evento della durata di quasi tre ore è stata chiara: una “sfida educativa” a cui gli studenti hanno risposto con attenzione e partecipazione.
Si sono tutti cimentati con le parole dell’informatica, così quotidiane ma ancora così poco conosciute. Si sono tutti sentiti coinvolti in questioni che sembrano essere solo un gioco, ma arrivano poi a delinearsi come veri e propri reati: dalla violazione della privacy, a quella del diritto d’autore e al furto d’identità. Come sottolinea anche la Legge approvata a maggio n.71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Tanti gli aspetti che il cyberbullismo comprende: “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
Interesse ma anche un po’ di imbarazzo hanno accompagnato il capitolo cruciale della pedofilia e della pedopornografia online: la Polizia Postale ha fatto notare ai ragazzi la differenza tra i tentennamenti e le titubanze nel parlare di certe problematiche di persona nel mondo reale senza la mediazione di uno schermo e la disinvoltura con cui talvolta si parla online. E ha richiamato i ragazzi ad essere attenti e a non fidarsi in maniera troppo ingenua delle amicizie virtuali: “Dalla rete nulla si cancella, è quindi alto il rischio di pentirsi di una frase o di un’immagine postate con troppa leggerezza”. “In classe si affrontano spesso queste tematiche e risulta evidente la sfiducia dei ragazzi nei confronti degli adulti, la paura di essere solo giudicati senza essere nè ascoltati nè compresi – conferma la professoressa Marzia Bognetti, referente dell’Istituto su bullismo e cyberbullismo, come previsto dalla normativa – E’ quindi assolutamente necessario far capire a loro che le porte del dialogo sono aperte”.
La conclusione è stata affidata alle domande degli studenti e alle raccomandazioni a non aver paura di chiedere aiuto agli adulti. Anche grazie all’aiuto di una nuova applicazione attiva nelle province di Milano, Roma e Napoli, da gennaio 2018 in tutta Italia, “YouPol”. Il nuovo strumento digitale realizzato dalla Polizia di Stato scaricabile gratuitamente è la prima app per poter denunciare in tempo reale con foto, messaggi scritti, link, siti web e video episodi di bullismo e spaccio di droga.
Si replica il 16 novembre presso la scuola “Don Milani” di Robecco.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi