― pubblicità ―

Dall'archivio:

Pensieri Talebani- Salvini, fai l’evoliano e in Venezuela sostieni Maduro (di Luca Lezzi)

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Il nuovo corso della Lega guidata da Matteo Salvini si avvia alla conclusione di un primo corso. Il leader della formazione ora al Governo del Paese aveva preso in mano le redini del partito (allora Lega Nord) sei mesi prima dell’appuntamento per le elezioni Europee. A distanza di cinque anni molto è cambiato in quel movimento, a partire dal nome, passando per la personalizzazione del segretario ma qualcosa ancora non convince chi ha fatto dell’identità e della sovranità i capisaldi del proprio pensiero e della propria azione politica.

A destare qualche sospetto è infatti la politica estera: nulla di sconvolgente (e sicuramente non tacciabile di “tradimento” come fu per Gianfranco Fini in Alleanza Nazionale su una nota questione) se non che questa si presenta per nulla diversa da quella dell’era precedente nonostante i tanti mutamenti apportati sul resto delle tematiche. Insomma per una questione di coerenza con il pensiero politico che man mano va sviluppandosi, Matteo Salvini farebbe bene a dotarsi di una massima evoliana per capire chi sono gli amici e chi i nemici nel contesto internazionale. E allora se Julius Evola sosteneva che “la mia Patria è laddove si combatte per la mia idea” ci chiediamo perché in alcuni casi si resti prigionieri di un bieco e insensato nazionalismo.

In particolare, ora che l’avvicinarsi delle elezioni per l’assegnazione degli scranni in quel di Strasburgo dovrebbe concentrarsi su quella politica estera che poco aggrada l’elettore italiano (a differenza di quello statunitense che ne fa uno dei primi punti all’ordine del giorno) ma che pur si deve avere, una volta di più, giunti al Governo dell’Italia. Lo sguardo all’America Latina sembra essere sempre fatto con diverse diottrie di miopia e, piuttosto che inseguire i centristi di Forza Italia e Pd, il ministro degli Interni (a cui ci sentiamo vivamente di aggiungere la sorella d’Italia Giorgia Meloni) farebbe bene ad approfondire i punti che legano alcune idee dei colleghi pentastellati ai Paesi ALBA, l’Alleanza Bolivariana per le Americhe, piuttosto che a tacciare di improbabili epiteti quali “comunista” o “dittatore” il presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Inseguire il Tajani o Casini di turno nelle offese ad un presidente identitario e sovranista per davvero non porterà alcun voto in più da parte degli Italiani all’estero né farà fruttare quelli dei parenti di questi che risiedono ancora sul suolo natio. La storia degli italiani in Venezuela è spesso collegata a quella di proprietari terrieri latifondisti che, seppur espropriati (questo il motivo dell’accusa di comunismo?) risultavano ben lontani, con la loro condotta, da qualsivoglia idea identitaria e sovranista. Come può uno degli Stati più avversati dall’imperialismo nordamericano essere un nemico di chi vorrebbe ripristinare la sovranità perduta in casa propria? Un consiglio in tal senso si potrebbe chiedere a Vladimir Putin, indicato come un riferimento e che, però, aspetta ancora che questo Governo si faccia portavoce e apripista nel revocare le dannose sanzioni alla Russia.

Luca Lezzi

da www.iltalebano.com

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi