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BELGIOSalah Abdeslam a processo: «Ho fiducia in Allah»

05.02.18 - 09:32
L'unico terrorista sopravvissuto agli attentati di Parigi è in tribunale a Bruxelles
Keystone / EPA
Salah Abdeslam a processo: «Ho fiducia in Allah»
L'unico terrorista sopravvissuto agli attentati di Parigi è in tribunale a Bruxelles

BRUXELLES - L'unico terrorista sopravvissuto alla strage di Parigi, Salah Abdeslam, è giunto al tribunale di Bruxelles per la prima udienza del processo relativo alla sparatoria avvenuta alla rue du Dries.

La sua latitanza era finita a Molenbeek pochi giorni prima degli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016.

L'uomo, da mesi detenuto in Francia in condizioni di massima sicurezza, è stato trasferito in segreto nella notte dal carcere di Fleury- Mérogis, alle porte di Parigi. Il suo avvocato, il belga Sven Mary, non ha rilasciato alcuna dichiarazione al suo arrivo in tribunale. Gli occhi sono puntati sul giovane terrorista per sapere se uscirà o meno dal mutismo assoluto dietro cui si è trincerato sin dal giorno dell'arresto.

Sotto un imponente dispositivo di sicurezza, Abdeslam, 28 anni, è arrivato nella sala del processo insieme a Soufien Ayari, il 'terzo uomo' in fuga dal covo di Forest il 15 marzo 2016, dove durante una perquisizione legata agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 ebbe luogo una sparatoria con la polizia dove restò ucciso il 'secondo uomo' del gruppo che si nascondeva, Mohamed Belkaid. Abdeslam fu poi catturato dalla polizia venerdì 18 marzo 2016. Il 22 furono condotti gli attacchi terroristici a Bruxelles.

Dentro la sala dell'udienza è vietato filmare e scattare foto, su richiesta dei due accusati. In discussione ci sono le pene massime a cui potranno essere sottoposti i due, da 20 a 40 anni di detenzione a seconda di quale legge verrà applicata dato che nel frattempo è stata modificata. Inoltre deve essere valutata la costituzione di parte civile dell'associazione delle vittime del 22 marzo degli attentati di Bruxelles.

Abdeslam continua a rifiutarsi di parlare - Lo ha detto lo stesso terrorista, che ora ha capelli e barba lunga, alla giudice Marie-France Keutgen in occasione del processo sulla sparatoria avvenuta a Forest qualche giorno prima della sua cattura nel marzo 2016. «Desidero non rispondere», ha affermato, rifiutandosi anche di alzarsi al suo invito.

L'altro accusato, Soufian Ayari, ha invece deciso di rispondere, almeno in parte, alle domande del magistrato, confermando di essere stato nel 'covo' di rue du Dries per «diverse settimane» e spiegando che si occupava di fare la spesa una volta a settimana con i soldi del 'terzo uomo' Mohamed Belkaid, deceduto poi nello scontro a fuoco con la polizia. Fu sempre quest'ultimo, ha affermato Ayari, a sparare sulla polizia con due armi, non lui né Abdeslam. Ayari ha inoltre affermato che non aveva cellulari ma un tablet.

«Ho fiducia in Allah» - «Quello che constato è che i musulmani sono trattati nel peggiore dei modi, non c'è presunzione d'innocenza», ma «non ho paura di voi né dei vostri alleati, ho fiducia in Allah» ha affermato Abdeslam. «Il mio silenzio non fa di me né un criminale né un colpevole, vorrei che ci si basasse su prove scientifiche, non fare dell'ostentazione come i media».

«Desidero non rispondere a nessuna domanda», ha detto Abdeslam alla giudice, dicendo di essere «stanco» di venir «trattato nel peggiore dei modi». «Mi è stato chiesto di venire, sono venuto», ha affermato, «c'è un processo e ne sono l'attore, mi si accusa, sono qui, mantengo il silenzio e il mio silenzio non fa di me né un colpevole né un criminale», per questo «ci sono prove tangibili e scientifiche nel dossier e voglio che mi si giudichi su questo», in quanto «i musulmani sono giudicati senza pietà, non c'è presunzione d'innocenza» per loro. Quindi, ha aggiunto, «testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta, è in lui che ripongo la mia fiducia».

Toccherà quindi all'avvocato di Salah, il fiammingo Sven Mary, rispondere al suo posto.

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