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ITALIATerrorismo, quattro espulsioni

08.08.18 - 20:11
Si tratta di un cittadino francese, un tunisino, un macedone e un kosovaro.
Keystone
Terrorismo, quattro espulsioni
Si tratta di un cittadino francese, un tunisino, un macedone e un kosovaro.

ROMA - Quattro cittadini stranieri, tra cui un francese convertito all'islam radicale, sono stati espulsi dall'Italia per motivi di sicurezza dello Stato in quanto ritenuti vicini ad ambienti dell'estremismo islamico.

Il francese, un ventottenne, era stato indagato dopo esser stato respinto a febbraio alla frontiera marittima tunisina, in quanto ritenuto pericoloso. Senza fissa dimora e con problemi psichici, era stato più volte controllato e tenuto sotto controllo dall'antiterrorismo e dall'intelligence proprio per il suo fanatismo religioso.

Gli altri espulsi sono un tunisino di 45 anni, un cittadino macedone di 39 e un kosovaro di 47. Con le quattro di oggi, sono in totale 74 le espulsioni eseguite nel 2018 mentre dall'inizio del 2015 sono 311 i soggetti allontanati.

Il tunisino espulso era detenuto a Reggio Emilia ed era sotto monitoraggio carcerario: dopo essersi presentato come leader religioso di fede islamica, si era reso protagonista di disordini e sommosse in carcere.

Il 39enne macedone era invece detenuto a Siena per reati contro il patrimonio. Anche lui era sottoposto a monitoraggio, ma con un profilo di primo livello in quanto sospettato di appartenere a un'organizzazione paramilitare attiva nel conflitto dei Balcani.

L'ultimo espulso è infine un 37enne kosovaro regolarmente residente a Bologna. L'uomo è finito all'attenzione degli investigatori nel 2010, dopo aver partecipato a una conferenza indetta dall'Unione degli Albanesi musulmani in Italia alla quale intervenne come relatore l'imam radicale della moschea di Pristina arrestato nel 2014 in Kosovo per aver instradato numerosi volontari in Siria ed Iraq per combattere tra le fila dell'Isis. L'uomo è stato successivamente arrestato per gravi maltrattamenti e lesioni ai danni della moglie e dei figli e una volta in carcere aveva manifestato segnali di radicalizzazione religiosa.

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