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Il nuovo segretario socialista ha chiesto implicitamente un referendum sulle riforme previste dal presidente
PARIGI - Nel suo primo discorso importante - davanti al congresso del Partito socialista francese reduce dalle più cocenti disfatte elettorali della storia recente - il nuovo segretario Olivier Faure ha duramente attaccato il presidente Emmanuel Macron, promettendo che alle europee del 2019 i socialisti ci saranno per condurre un'alternativa «di sinistra».
«Il motto della Repubblica - ha detto Faure davanti a oltre mille militanti riuniti ad Aubervillier, nella periferia di Parigi - è Liberté, Egalité, Fraternité. Non liberalismo, individualismo, bonapartismo». Lo hanno applaudito diversi ex ministri e personalità del governo in carica fino a pochi mesi fa, da Jean-Marc Ayrault a Bernard Cazeneuve.
Faure ha denunciato «una politica di classe», che mette tutta la sua «inventiva al servizio dei più ricchi» e una «politica di rottamazione, senza respiro, ai danni del servizio pubblico».
«Lo dico a Macron - ha detto Faure - signor presidente, se vuole discutere la rifondazione della Repubblica, abbia il coraggio di farlo davanti al popolo e con il popolo», chiedendo implicitamente un referendum sulle riforme istituzionali previste dal presidente.
Al termine del suo intervento, Faure ha reso omaggio all'ex presidente, François Hollande, che nei corridoi del congresso ha fatto parlare di sé anche per la pubblicazione, in settimana, del suo libro di memorie "Lezioni del potere".
