Cerca e trova immobili

GIAPPONEIl timore giapponese di una guerra dei dazi

03.04.18 - 14:44
«Reagire con ritorsioni commerciali non è nell'interesse di nessuna nazione» ha affermato il ministro giapponese del commercio e dell'industria
Keystone / EPA
Il timore giapponese di una guerra dei dazi
«Reagire con ritorsioni commerciali non è nell'interesse di nessuna nazione» ha affermato il ministro giapponese del commercio e dell'industria

TOKYO - «Reagire con ritorsioni commerciali non è nell'interesse di nessuna nazione, e continueremo a sostenere questa posizione nei confronti di ogni paese». Lo ha detto il ministro giapponese del commercio e dell'industria Hisoshige Seko nel corso di una seduta parlamentare, dopo la decisione della Cina di applicare una maggiorazione dei dazi come misura di ritorsione all'imposizione decisa dagli Stati Uniti sulle importazioni di acciai e alluminio.

Seko ha anche aggiunto che «il fulcro del problema è quello della sovrapproduzione delle materie prime, e sarebbe auspicabile il raggiungimento di una soluzione equa nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto)».

Il Giappone, a differenza di altre nazioni alleate degli Usa, non è stato esentato dall'applicazione dei dazi su acciaio e alluminio, e secondo il ministro degli esteri Taro Koko la questione sarà sicuramente affrontata durante la visita di fine mese del premier Shinzo Abe in Florida, nei colloqui con il presidente Donald Trump.

«L'imposizione di contromisure in maniera alternata tra la prima e la seconda economia mondiale crea serie ripercussioni sull'espansione globale - ha detto Kono -. La crescita postbellica è coincisa con lo sviluppo del commercio internazionale, una dinamica di cui il Giappone si è avvantaggiato enormemente».

La Casa Bianca critica le contro tariffe cinesi - La Casa Bianca ha criticato Pechino per i contro dazi cinesi in risposta a quelli americani su acciaio e alluminio: «Invece di mettere nel mirino l'export Usa commercializzato correttamente, la Cina deve cessare le pratiche scorrette che stanno danneggiando la sicurezza nazionale Usa e distorcendo i mercati globali», ha detto Lindsay Walter, uno dei portavoce della presidenza.

«I sussidi della Cina e la costante sovraproduzione sono la causa principale della crisi dell'acciaio», ha aggiunto.

In settimana gli Usa dovrebbero annunciare sanzioni e penalità per un valore di circa 60 miliardi di dollari su varie merci cinesi per la presunta violazione della proprietà intellettuale.
 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE