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SVIZZERACaritas chiede il raddoppio degli aiuti alla Siria

05.04.18 - 14:27
In Siria, Libano e Giordania l'organizzazione ha realizzato progetti per un totale di 37 milioni di franchi, in primo luogo nell'ambito dell'aiuto d'urgenza e di sopravvivenza
Keystone
Caritas chiede il raddoppio degli aiuti alla Siria
In Siria, Libano e Giordania l'organizzazione ha realizzato progetti per un totale di 37 milioni di franchi, in primo luogo nell'ambito dell'aiuto d'urgenza e di sopravvivenza

BERNA - Dopo sette anni di guerra in Siria, la Svizzera deve impegnarsi di più per attenuare le conseguenze del conflitto. Lo chiede Caritas, esigendo fra le altre cose che la Confederazione raddoppi l'ammontare degli aiuti, portandoli a 100 milioni di franchi annui.

«Questi fondi supplementari devono servire a mandare a scuola i bambini e a creare dei programmi di formazione per adolescenti e giovani», sostiene Caritas Svizzera in una nota odierna. L'organizzazione ricorda che la situazione delle vittime della guerra continua a peggiorare, non solo in Siria, ma anche nei Paesi vicini e in Europa.

Malgrado ciò la comunità internazionale fornisce solo parte dei fondi necessari, deplora Caritas, che chiede a Berna di mostrarsi esemplare in materia di aiuti, raddoppiando la quota annua, da 50 a 100 milioni di franchi.

Caritas, diretta dall'ex consigliere nazionale Hugo Fasel, invita inoltre il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ad attivarsi maggiormente le vittime del conflitto in occasione della seconda conferenza sulla Siria, in programma a Bruxelles il 24 e 25 aprile.

Chi è scappato dalla questa guerra non potrà tornare nel suo Paese per lungo tempo. Per questo motivo Caritas invita la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) a «finirla con la sua politica restrittiva e a concedere lo status di rifugiato agli attuali richiedenti asilo (3000 persone)», e, con i cantoni, «interpretare in modo più generoso le regole».

Dei circa 17'000 siriani sfollati che si trovano in Svizzera, rileva, 7000 dispongono di uno status di persone ammesse a titolo provvisorio. «Esse non possono tornare in Siria e non hanno nemmeno una vera e propria prospettiva d'integrazione in Svizzera», scrive Caritas. Molti di loro sono nella Confederazione da quasi cinque anni e adempiono i criteri per ottenere un permesso di soggiorno.

Non solo aiuto d'urgenza

Nel comunicato, Caritas traccia anche un bilancio delle sue attività. In Siria, Libano e Giordania l'organizzazione ha realizzato progetti per un totale di 37 milioni di franchi, in primo luogo nell'ambito dell'aiuto d'urgenza e di sopravvivenza.

Caritas fornisce inoltre denaro per acquistare cibo, vestiti, articoli per l'igiene e nutrimento per bebé. Offre inoltre aiuti per alloggiare i più poveri. In Libano e Giordania, l'organizzazione ha istituito programmi di educazione e formazione per bambini rifugiati. In Giordania ha realizzato un programma di impiego nel trattamento dei rifiuti a livello comunale, che permette a 2300 famiglie di rifugiati di disporre di un salario regolare.

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