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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Pamela, parla il supertestimone: "Oseghale ebbe un rapporto con lei, poi l'accoltellò"

In aula la testimonianza del pentito Vincenzo Marino: "Lui e Desmond Lucky l'avevano portata a casa" per un rapporto a tre, ma Pamela rifiutò le avances. Oseghale le sferrò una coltellata, poi fece il corpo a pezzi e lo lavò con la varechina. Ma la versione di un secondo testimone è diversa: "Rapporto consenziente, ha sempre negato di averla uccisa"

"Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l'ha spogliata, era sveglia" ma aveva "gli occhi girati all'insù" e "hanno avuto un rapporto sessuale completo". Poi la "ragazza voleva andare via a casa a Roma perché aveva il treno, disse che se no l'avrebbe denunciato. Ebbero una colluttazione, si sono spinti, Oseghale le diede una coltellata all'altezza del fegato e dopo una prima coltellata Pamela cadde a terra". Lo afferma il pentito Vincenzo Marino, ascoltato come supertestimone dell'accusa nella seconda udienza del processo davanti alla Corte di Assise di Macerata per la morte di Pamela Mastropietro raccontando le confidenze raccolte in carcere da Oseghale, quando ad Ascoli furono detenuti insieme per un breve periodo.

Oseghale "mi disse che la ragazza arrivò a Macerata, ai giardini Diaz, e gli chiese un po' di eroina". Lui gli rispose che aveva "solo erba" ma che avrebbe potuto" farla arrivare. Oseghale a quel punto chiamò un suo connazionale Desmond Lucky e in attesa della droga" la ragazza pagò il nigeriano "con una collanina che le aveva regalato la madre". 

"Volevano un rapporto a tre", poi l'omicidio

Stando a quanto riferito da Marino, dopo aver comprato una siringa Oseghale e Desmond Lucky portarono la ragazza a casa con l'intenzione di consumare un rapporto a tre. "Desmond Lucky e Oseghale volevano stare con la ragazza", racconta ancora il pentito, ma Pamela rifiutò le avances. "Oseghale mi raccontò che la ragazza si era fatta di roba, Desmond si avvicinò per approcciarla e la ragazza lo respinse, Desmond Lucky gli diede uno schiaffo e la ragazza cadde a terra e svenne. Poi Desmond Lucky se ne andò". A quel punto, dopo aver abusato di lei, Oseghale le avrebbe sferrato una coltellata. 

"Oseghale iniziò a farla a pezzi ma Pamela era ancora viva"

Un racconto agghiacciante, quello fatto dal pentito. Dopo aver accoltellato Pamela, Oseghale andò ai giardini Diaz per chiedere aiuto a un connazionale poi "tornò a casa" e "convinto che la ragazza fosse morta la squartò iniziando dal piede. La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata". 

Dopo averla fatta a pezzi, racconta ancora Marino, Oseghale avrebbe lavato il corpo "con la varechina perché così non si sarebbe saputo se era morta di overdose o assassinata". "Disse che aveva un sacco in frigo dove mettere i pezzi, ma che non ci andavano e che l'ha dovuta tagliare e l'ha messa in due valigie", continua il pentito. A quel punto, il presunto omicida chiamò un taxi, ma mentre era in auto "la moglie lo chiamava ed è andato nel panico". Quanto alla presenza di eventuali complici, il pentito ha affermato che Oseghale "non fece il nome di nessuno", però "mi disse che era uno dei referenti dei nigeriani a Macerata, al livello sia di prostituzione che di stupefacenti". 

La versione di un altro testimone: "Ha sempre negato di averla uccisa"

Un rapporto sessuale "consenziente" in cambio dell'aiuto a trovare una dose di eroina e la morte dopo l'iniezione di stupefacente "per overdose": è quanto avrebbe raccontato Innocent Oseghale a un ex compagno di cella, Stefano Giardini, che sta deponendo in aula. "Lui ha sempre negato le coltellate, lui ha detto che l'ha solo vivisezionata. Ha sempre negato di averla uccisa" e "disse che questa cosa l'ha fatta da solo", ha affermato il detenuto che divideva la cella con Oseghale ad Ascoli. Un racconto che dunque non coincide con quello del pentito Vincenzo Marino. 

Nella casa di via Spalato poi, secondo quanto riferito dall'ex compagno di cella del nigeriano, Pamela si iniettò la dose di droga: "Oseghale disse che era abbastanza allegra all'inizio, poi sentì un tonfo: era caduta al suolo". La ragazza "respirava ma stava in una specie di catalessi, sembrava svenuta. Nel frattempo il nigeriano raccontò di aver ricevuto la chiamata di un cliente" di essere uscito e di essere rientrato a casa nel giro di "tre ore" trovando Pamela "apparentemente morta". A quel punto maturò la decisione di "sezionare il corpo".

"Sembra più preoccupato del tradimento che del resto"

"Sembrava più preoccupato che la compagna venisse a conoscenza dell'atto sessuale" che del resto ha detto ancora il testimone. "Per lui il tradimento era il problema", ha continuato raccontando le presunte confidenze dell'imputato. Giardina ha poi escluso che Innocent Oseghale abbia fatto confidenze al pentito Vincenzo Marino "e penso che se avesse dovuto fare una confidenza l'avrebbe fatta a me".

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