Google Alphabet: fatturato oltre le aspettative, ma per Wall Street il futuro è incerto

Nel quarto trimestre del 2018, la holding di Google ha messo a segno 39,28 miliardi di dollari di fatturato, contro i 38,93 preventivati. Nelle contrattazioni after-hours però il titolo in Borsa ha perso il 3%.

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a cura di Saverio Alloggio

Dopo Apple, Samsung e le altre big del settore hi-tech, anche Alphabet (la holding alle spalle di Google) ha pubblicato i risultati finanziari relativi all'ultimo trimestre del 2018. Numeri alla mano, la società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha certamente di che sorridere: il fatturato si è attestato sui 39,28 miliardi di dollari, rispetto ai 38,93 preventivati, con 12,77 dollari di utili diluiti per azione contro 10,82 attesi. Tutto questo però non ha convinto appieno Wall Street.

Nelle contrattazioni after-hours infatti il titolo ha perso oltre il 3%. A generare incertezza sono state le cifre relative al costo di acquisizione del traffico, ovvero quanto Alphabet fa pagare gli investitori per la pubblicità sui propri portali. In questo caso si è verificata una decrescita del 29% rispetto allo scorso anno, con una diminuzione di ben 9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Una bella gatta da pelare per Google, il cui core business rimane comunque quello attorno al motore di ricerca.

In tal senso sta pesando la crescente concorrenza di Amazon, sempre più attiva nel settore della pubblicità digitale. Una situazione che sta facendo inevitabilmente crescere i costi di gestione di questi servizi: Google ha infatti registrato spese di capitale superiori ai 7 miliardi di dollari nel trimestre preso in esame, rispetto ai 5,63 miliardi di dollari che erano stati preventivati. Un dato inequivocabile che fotografa perfettamente la questione.

La parola d'ordine deve essere diversificazione, come del resto già visto in relazione ad Apple e Samsung. Il settore hi-tech sta infatti vivendo una profonda mutazione negli equilibri di mercato, con nuovi competitor e l'ingresso di aziende già affermate in business differenti rispetto al proprio di riferimento. Un quadro molto simile a quanto sta accadendo con gli smartphone.

Peraltro, proprio in relazione al mondo Android, Sundar Pichai ha fatto un'importante precisazione a margine della pubblicazione dei risultati finanziari del Q4 2018. Il CEO di Google ha infatti chiarito che la percentuale che spetta a Big G in merito ai ricavi dei giochi presenti sul Play Store rimarrà del 30%. Questo nonostante la perdita di ben 50 milioni di dollari generata dalla mancata pubblicazione di Fortnite nello store di applicazioni del gigante di Mountain View.

Epic Games infatti, in aperta polemica verso questa "tassa" del 30%, ha scelto da sempre di non far passare Fortnite attraverso il Play Store, con gli utenti Android che sono dunque costretti a scaricare il client direttamente dal portale della software house. Nonostante si tratti del gioco del momento, in grado di generare un volume di acquisti in-app mai raggiunto prima, Google ha scelto la linea della fermezza.

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