E' stata inaugurata la sede dell’Associazione “Giuseppe Veropalumbo”. Un appartamento confiscato alla criminalità organizzata - in via Vittorio Veneto - e che apparteneva al boss Aldo Agretti, cugino di Aldo Gionta e figlio di zì’ Carmelina, sorella del superboss Valentino,

Moltissime le personalità presenti: il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, l’ex procuratore capo di Torre Annunziata Diego Marmo, l’ex procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore, il presidente nazionale della FAI (Antiracket) Tano Grasso, l'ex magistrato Michele Del Gaudio, presidente dell'Associazione Libera di Torre Annunziata, il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione, l’ex sindaco Giosuè Starita, il presidente della Terza Municipalità di Napoli Ivo Poggiani, il comandante del Gruppo Carabinieri col. Filippo Mechiorre, il comandante della Compagnia dei carabinieri, magg. Luigi Coppola, il primo dirigente del Commissariato di Polizia Vincenzo Gioia, il comandante della Polizia Municipale, col. Mario Accardo, il rettore della Basilica della Madonna della Neve, mons. Raffaele Russo.

E poi tantissimi parenti delle vittime innocenti di camorra, tra cui Carmela Sermino, con la figlia Ludovica, presidente dell’Associazione “Giuseppe Veropalumbo”, giovane colpito da un proiettile vagante esploso per “festeggiare” l’arrivo del nuovo anno. Era il 31 dicembre 2007.

L'associazione è stata creata dalla Sermino, che da quel tragico evento ha intrapreso la sua battaglia - e quella di tante altre persone e associazioni a lei vicine, tra cui Un Popolo in Cammino nata dopo l'omicidio di un altro giovane innocente, Genny Cesarano, a Napoli - per chiedere giustizia per il marito, ma anche per diffondere il messaggio della legalità tra la società civile, soprattutto i giovani.

Una sala dell'appartamento è stata inoltre intitolata a Gaetano Montanino, guardia giurata uccisa nell'esercizio delle sue funzioni il 4 agosto 2009, durante una sparatoria in piazza Mercato a Napoli. A sostenere Carmela anche la moglie di quest'ultimo, Luciana Di Mauro, che per l’occasione ha indossato la fascia tricolore, donatale dal sindaco Ascione.

L’ex magistrato Diego Marmo ha esortato il sottosegretario Migliore ad impegnarsi affinché anche alla Sermino, come a tanti altri che si trovano nelle sue medesime condizioni, sia riconosciuto per legge lo status di “familiare vittima innocente della camorra”.

«Questo in cui siamo ora è un appartamento in un palazzo normale, non un fortino - afferma Migliore -. La camorra è una cellula malata che vive in un tessuto vivo. E’ come un cancro che entra dentro i tessuti sani e cerca di inquinarli. Ed è per questo motivo che è fondamentale costruire un’unità di azione. Noi abbiamo un fondo per le vittime di reati violenti e intenzionali che quest’anno abbiamo quadruplicato. Mi impegnerò personalmente affinché il caso di Giuseppe Veropalumbo sia inquadrato nel contesto più generale delle “vittime innocenti di camorra”. La sua morte - conclude il sottosegretario - non è stata casuale, perché dieci anni fa la camorra, con quella sua azione dimostrativa, ha compiuto un vero e proprio attentato all’intera comunità».

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