Toscana

Migranti Firenze: nuove regole. Rossi: Prefettura riveda circolari su orari

«Non si parli di coprifuoco», quelle prese dalla prefettura «sono misure improntate a rafforzare la sicurezza e, allo stesso tempo, a migliorare il sistema dei centri di accoglienza migranti» (Cas). Lo spiegano alla ‘Dire’ fonti della prefettura di Firenze. Anticipare dalle 23 alle 20 il rientro nei Cas, si sottolinea, rientra nel solco della legge che per i centri fissa un orario diurno e diurno, in cui è vietato uscire, ma senza specificare una precisa fascia oraria che viene demandata all’interpretazione dei singoli prefetti. Il prefetto Laura Lega, quindi, ha fatto a Firenze quello che aveva già messo in campo a Treviso: entrando nella stagione invernale, dove l’orario notturno è più lungo del diurno, ha deciso di anticipare l’orario di rientro alle 20. Così da «garantire controlli più puntuali e precisi nei centri». Quegli stessi orari «che si ripercuotono positivamente nella vita dei centri, perché il gestore così beneficia di una migliore organizzazione interna». Per palazzo Medici Riccardi, inoltre, non si può parlare di «coprifuoco» soprattutto perché tutte le attività che il migrante ha già programmato dopo le 20, come la frequenza di corsi, il volontariato o l’attività sportiva, sono «consentite attraverso il via libera della prefettura». Così per facilitare il gestore nel richiedere le autorizzazioni, si annuncia, è stato creato una sezione ad hoc sul sito web della prefettura nella pagina dedicata ai migranti (a cui può accedere il gestore accreditato), dove richiede il via libera allo «sforamento» di orario.

C’è poi l’altro nodo, il controllo dei pacchi in arrivo nei centri attraverso ordini online. Anche qui si parla di questioni di sicurezza, visto che «è stato notato l’arrivo di diversi pacchi ed è bene che il gestori controllino». Ma qui la ratio è un’altra: «In molti casi- si sottolinea dalla prefettura- sono stati acquistati oggetti di valore, di un valore che, in teoria, chi dichiara di essere indigente, non potrebbe permettersi. Lo stato di indigenza, infatti, è un presupposto di legge e consente all’accolto di rimanere nel centro. Quindi se dentro il pacco c’è qualcosa che non è compatibile con lo stato economico dichiarato, è bene che il centro lo sappia per prendere le misure necessarie».

«Rivolgo un invito a rivedere le circolari emesse in questi giorni dalla prefettura di Firenze. Contenuti e forma mi paiono inopportuni sul piano costituzionale. È un terreno molto delicato che riguarda le libertà fondamentali di uomini e donne presenti sul territorio nazionale», afferma, in una nota, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. «In gioco- aggiunge- ci sono la libertà personale, quella di circolazione, quella della segretezza della corrispondenza che possono essere oggetto di limitazioni solo attraverso provvedimenti da parte dei magistrati». L’anticipo alle 20 del rientro nei centri di accoglienza, sostiene, «mi sembra una bizzarria. Si introduce un fuso orario speciale per i migranti. Mi chiedo se in primavera sarà necessaria un’altra circolare per adeguarla all’ora legale». Ancor più strana, rileva il governatore, «appare la misura che dispone l’apertura della corrispondenza destinata ai richiedenti asilo alla presenza degli operatori dei centri». Una disposizione, accusa, «che non trova alcun fondamento normativo. Non mi risulta che nel nostro ordinamento siano presenti ‘leggi santuarie’, quelle che regolavano i consumi e i costumi in epoca romana per impedire che venissero abbattute le barriere fra i diversi gruppi sociali». La tendenza delle circolare ad affrontare la questione migranti come un problema di ordine pubblico, secondo Rossi, «trascura una concreta gestione dell’immigrazione: insegnamento della lingua italiana, conoscenza dei principi della Costituzione, politiche di integrazione, opportunità di lavoro». Secondo Rossi viviamo «un tempo triste» di esperimenti di biopolitica: «Non potendo operare apertamente una discriminazione degli stranieri e delle nuove minoranze, escogitiamo provvedimenti al limite della costituzionalità e dei diritti universali».