Vita Chiesa

Papa Francesco: «chi si contrista rimane solo, sparla di tutti, ha il cuore triste»

Ricordando l’ultimo «Ti voglio bene», pronunciato dal vescovo di Molfetta, al termine della Messa Crismale, il Papa ha riproposto l’invito a «non contristarci», perché «chi si contrista rimane solo, sparla di tutti, ha il cuore triste e vede solo problemi; chi invece mette il Signore prima dei problemi ritrova la gioia. Allora smette di piangersi addosso e, anziché contristarsi, incomincia a fare il contrario: consolare, aiutare». E ancora: «Chi si contrista non ha amici, ha alleati, vede solo la parte oscura della vita». Poi, da Francesco l’invito alla «gioia dell’attesa»: «È brutto essere morti in vita». Nelle parole del Papa un’altra citazione di don Tonino Bello. Il riferimento è alla sua omelia della messa celebrata nella prima domenica di Avvento di trent’anni fa: «Notava che la vita è piena di paure. A questo scenario cupo, diceva che l’Avvento risponde con ‘il Vangelo dell’antipaura’. Perché mentre chi ha paura sta a terra, abbattuto, il Signore con la sua parola risolleva. Lo fa attraverso i ‘due verbi dell’antipaura, i due verbi dell’Avvento’: alzatevi e levate il capo». «Se la paura fa stare a terra, il Signore invita ad alzarsi – ha concluso il Papa -; se le negatività spingono a guardare in basso, Gesù invita a volgere lo sguardo al cielo, da dove arriverà Lui. Perché non siamo figli della paura, ma figli di Dio; perché la paura si sconfigge vincendo con Gesù il ripiegamento su sé stessi: andando oltre».

«Ad alzarci dai divani della vita: dalla comodità che rende pigri, dalla mondanità che fa ammalare dentro, dall’autocommiserazione che incupisce». È l’invito rivolto da Papa Francesco ai pellegrini delle due diocesi. «Il Signore chiama ciascuno di noi a inoltrarsi in mare aperto – ha aggiunto il Papa -. Non ci vuole controllori del molo o guardiani del faro, ma naviganti fiduciosi e coraggiosi, che seguono le rotte inedite del Signore, gettando le reti della vita sulla sua parola». Con tono deciso Francesco ha esclamato che «una vita ‘privata’, priva di rischi e piena di paure, che salvaguarda sé stessa, non è cristiana». «Non siamo fatti per sonni tranquilli, ma per sogni audaci». Richiamando le parole di don Tonino Bello ha affermato che «’Alzarsi significa abbandonare il pavimento della cattiveria, della violenza, dell’ambiguità, perché il peccato invecchia la terra’. Rialzati in piedi, leviamo lo sguardo al cielo. Avvertiremo anche il bisogno di aprire le mani al prossimo. E la consolazione che sapremo donare sanerà le nostre paure».