Quantcast
×
 
 
27/05/2018 09:54:00

Una nuova teologia: Intervista al Vescovo John Shelby Spong

Intervista al vescovo episcopale John Shelby Spong di Cristina Ruiz Fernandez tratta dal sito Alandar (Spagna) del 2 dicembre 2012, liberamente tradotta da Dino

A fine ottobre un vescovo emerito della Chiesa episcopale degli Stati Uniti, John Shelby Spong, si è recato in visita a Madrid. Non si tratta però di un vescovo qualsiasi, ma di un uomo coraggioso che da decine d’anni parla senza mezzi termini dell’uguaglianza di genere, chiedendo apertura da parte della Chiesa e pretendendo che per le persone LGBT e le minoranze etniche ci sia rispetto e integrazione nelle Chiese. Durante la sua visita nel nostro paese ha tenuto una conferenza, organizzata dall’Università di Madrid in collaborazione con l’Area de Asuntos Religiosos della Federazione statale di lesbiche, gays, transessuali e bisessuali (FELGTB). Alandar (rivista di tematiche religiose, ndr) ha potuto parlare con Spong, che è stato duramente criticato dalla sua stessa Chiesa – ed è anche minacciato di morte dalla frangia estremista – a causa di questo suo attivismo.

Alcuni anni fa Lei ha scritto un libro dal titolo “Why christianity must change or die” (Perchè il cristianesimo deve cambiare o altrimenti morirà). Crede che siano avvenuti alcuni dei cambiamenti che Lei chiedeva allora?

Ce ne sono stati alcuni, ma non tutti. La Chiesa non cambia da un giorno all’altro, comincia con una piccola mossa, che poi cresce e si trasforma in una riforma. Vedo però nelle comunità cristiane del mondo molti movimenti che avvengono nella direzione giusta, benché la resistenza a qualsiasi cambiamento sia molto tenace in tutte le tradizioni cristiane.

Lei crede che ci siano stati più cambiamenti nelle Chiese protestanti che nella Chiesa cattolica?

E’ difficile dirlo, non sono abbastanza esperto di tradizione cattolica, ma ho la sensazione che i suoi vescovi trascorrano la maggior parte del loro tempo lontani dalla realtà. Fino al 1991 la Chiesa cattolica non ha ammesso di essersi sbagliata riguardo a Galileo e al fatto che la Terra non è il centro dell’universo. Cinque anni dopo aver riconosciuto ciò, ha dichiarato che Darwin e il cristianesimo non erano necessariamente incompatibili. Attualmente essa agisce in base a teorie sull’omosessualità che al giorno d’oggi nessuno nella comunità scientifica accetterebbe, e continua a definire la donna come entità complementare all’uomo, ha trasformato la donna in un soggetto “di seconda classe”.
Ma anche nelle Chiese protestanti sono presenti queste correnti, ad esempio nel fondamentalismo evangelico che ritiene ancora che la Bibbia sia stata dettata da Dio parola per parola e che tutto ciò che in essa viene detto abbia una validità letterale, cosa che oggi non ha più senso. Per esempio, nel Deuteronomio si afferma che se un figlio risponde male ai genitori o disobbedisce ad essi, deve essere giustiziato alle porte della città… ma oggi nessuno farebbe ciò!

Le chiese allora possono cambiare?

Parte del problema è costituito dal fatto che abbiamo costruito una Chiesa nella quale sembra che non si possa essere critici nei confronti della Bibbia, delle dottrine o del magistero della Chiesa, credendo che il Papa non possa sbagliarsi. E molte volte nel corso della storia è stato dimostrato che invece è possibile che il Papa si sbagli! In un periodo storico ci furono contemporaneamente due Papi e si scomunicarono a vicenda. Così la storia mette in evidenza i cambiamenti necessari riguardo a cose che sono piuttosto assurde.

Alcuni passaggi della Bibbia sono stati storicamente mal interpretati e provocano molto dolore alle persone, specialmente a quelle che vengono considerate fuori dalla dottrina. Come può la Chiesa alleviare questo dolore?

Dobbiamo sempre essere liberi per discutere e dialogare su ciò che crediamo e dobbiamo dire che ciò che abbiamo è un’esperienza di Dio, dobbiamo pensare come possiamo spiegarla. La Bibbia è una spiegazione dell’esperienza di Dio che si colloca approssimativamente tra l’anno 1.000 a.C. e il 100 d.C. Molte delle nostre espressioni liturgiche risalgono al secolo XIII.
Non c’è niente di negativo in questi periodi storici, ma oggi conosciamo molto di più di quanto la gente conoscesse in quei secoli, per questo dobbiamo assumere posizioni che evidenzino che il nucleo centrale della fede cristiana è il fatto che Cristo ci fa essere profondamente umani, che il compito di Gesù nel mondo è stato di darci vita e darcela in abbondanza.
E non è possibile dare vita in abbondanza se di continuo si provano sentimenti di odio o si hanno pregiudizi o si inquadra qualcuno in una categoria molto negativa, come si faceva anticamente con le persone mancine e come si fa adesso con le donne o ancora di più con persone omosessuali e transessuali…

In particolare l’integrazione delle persone omosessuali è stato uno dei suoi cavalli di battaglia. Come affronta questo argomento?

Quando la Bibbia e stata scritta, la gente credeva che la Terra fosse al centro dell’universo, non si conoscevano i batteri né i virus, si pensava che tutti i segni provenissero da un castigo divino. Non si capiva il funzionamento dei meccanismi naturali, per cui tutto quello che succedeva nella Natura era ritenuto un miracolo. Si pensava che Adamo ed Eva fossero i primi esseri umani.
E ora già ci siamo impegnati con Darwin e con la teoria dell’evoluzione. C’è stato nel mondo un enorme cambiamento che le Chiese sono molto lente ad accettare, come atteggiamento sono radicate in un periodo della storia in cui le donne venivano considerate “meno umane”, con una umanità inferiore a quella dell’uomo.
Le Chiese inoltre sono convinte che essere omosessuali significa aver scelto di condurre un cattivo stile di vita, non hanno capito le possibili cause dell’omosessualità. Non conosco nessuno scienziato professionista della medicina nel mondo occidentale che al giorno d’oggi affermi ancora che la gente sceglie la propria identità sessuale. La gente scopre la propria identità sessuale e allora non dobbiamo vedere l’omosessualità come qualcosa di male, è un ulteriore diverso aspetto della sessualità umana, presente in tutti i paesi, in tutte le epoche della storia.
È una parte normale di ciò che è l’essere umano, sono i cambiamenti che stanno arrivando dal modo di vedere della società e dalla conoscenza interiore cristiana. Si deve considerare il fatto che chi scrisse il libro del Levitico probabilmente non conosceva molto le cause e le origini dell’omosessualità, non sapeva che era una parte naturale della nostra umanità, proprio come una minoranza della popolazione è mancina.
Pensavano che la malattia mentale fosse una possessione demoniaca, nel secolo XIV abbiamo avuto l’Inquisizione, che uccise molta gente. Non ha niente a che vedere con scelte morali, ma con il modo in cui il cervello si organizza.

Lei è stato criticato per le sue opinioni e per i suoi scritti sull’omosessualità, sulle donne e sull’uguaglianza razziale nella società e nella Chiesa. Come vescovo, come affronta queste critiche?

Di sicuro non vi presto molta attenzione. Certamente ho avuto critiche, e non soltanto quelle, ma anche nemici: nella mia vita sono stato minacciato di morte per 16 volte e tutte queste minacce provenivano da credenti cristiani, non sono mai stato minacciato da atei o buddisti. In ogni caso, chiunque desidera intervenire in un dibattito ha il dovere di documentarsi e questo significa dover leggere le più recenti definizioni scientifiche degli argomenti di cui si sta parlando.
Quando ci si rende conto che la base dei pregiudizi è l’ignoranza, allora in nome di Dio si deve affrontare l’ignoranza, ed io l’ho fatto. Non mi piace far parte di una Chiesa che continua a perseguitare le persone omosessuali o che mette in atto discriminazioni, non è un modo di intendere Gesù che io condivido, per questo credo che faccia parte della mia responsabilità affrontare la mia Chiesa quando essa sbaglia e portarla sulla strada della verità.

Un gruppo di teologi ha scritto un libro su di lei, intitolato “Can a bishop be wrong?” (Un vescovo può sbagliarsi?). Allora c’è da chiedere: così tanti vescovi (cattolici, protestanti, ortodossi…) possono sbagliare?

Non mi hanno mai inviato una copia di questo libro e se era tutto incentrato su di me, avrebbero dovuto mandarmene almeno una! Quelli che hanno scritto questo libro – conosco la maggior parte di essi – sono persone molto conservatrici, molto di destra. Non credo sia un libro che meriti molto credito, nessuno oggi legge quel libro e invece leggono i miei.
Ma, rispondendo alla domanda, certo che un vescovo può sbagliarsi, sì, la risposta a questa domanda è una parola sola: sì. I vescovi spesso sbagliano. Per esempio, in alcuni casi di abusi sessuali nella Chiesa cattolica, i vescovi hanno deciso di proteggere la Chiesa e non le vittime di questi abusi e ciò è chiaramente un errore. Credo che se qualcuno abusa di un’altra persona la Chiesa dovrebbe prender parte ad un procedimento investigativo per stabilire chi ha ragione e chi no, confrontare le prove. E anche i vescovi anglicani e protestanti possono sbagliare, non soltanto quelli cattolici.

Cambiando argomento, come va l’attuale situazione di crisi economica?

In tutti i paesi dobbiamo affrontare la crisi economica. Si deve fare in modo che tutti siano pagati per il loro duro lavoro e che tutti siano protetti quando non hanno un impiego. Sono questi i due fattori dell’equazione. C’è sempre gente che proteggerà solo quelli che hanno denaro e noi questi li chiamiamo “conservatori” o “governo di destra”.
E ci sono governi che vogliono distruggere il sistema di classi e garantire protezione e qui abbiamo il sistema comunista, e nemmeno esso ha funzionato molto bene. Dobbiamo avere un sistema che sia giusto per tutti, dove si possa accedere a capitali per comprarsi una casa o intraprendere un’attività, non credo che il sistema capitalista sia poi tanto cattivo.
Quello che avviene qui nel sud dell’Europa è che chi sta soffrendo sono le classi medie e i poveri, e a nessuno dei ricchi ciò importa, perché non sono loro a soffrire. In campo economico mi definisco come “capitalista modificato”.

In un contesto come l’attuale (crisi economica, gente che perde la casa perché non riesce a pagare l’ipoteca, regresso per ciò che riguarda i diritti umani…), come dovremmo comportarci noi che ci definiamo cristiani?

Secondo me uno dei punti più importanti del cristianesimo è che la gente è chiamata ad amare il proprio vicino: non puoi amare il tuo prossimo se il tuo prossimo sta morendo di fame, non puoi amarlo se gli stanno portando via la casa… dobbiamo assicurarci che il sistema continui a funzionare perché la gente non si indebiti tanto. Dobbiamo comportarci con responsabilità per creare un equilibrio. Tutto il paese è ricco se si ha una classe media forte, se si proteggono i diritti delle persone allora si crea ricchezza. Nessuno ha bisogno di guadagnare mille milioni di euro all’anno.

E in questa situazione cosa dovremmo aspettarci dalle nostre Chiese?

Dovremmo aspettarci che assumano un ruolo più influente, che siano testimoni di cosa significa, in economia e in politica, agire secondo il principio di amare Dio con il cuore e con la mente. Non si deve calpestare le persone che vivono in povertà e non si deve aver paura ad aumentare le imposte a chi accumula ricchezze. Ci sono sempre battaglie politiche e non so qual’è il punto di mezzo tra i partiti conservatori e quelli progressisti, che esistono in tutti i governi.
Competono in modo corretto durante la campagna elettorale, a volte vincono i conservatori e a volte vincono i progressisti e, in generale, sembra che la cosa funzioni abbastanza bene. Ma se un partito prevale completamente su un altro e fa ciò che vuole, può nascere una grande crisi per una vasta parte della popolazione.
Non è possibile avere un paese prospero se c’è una maggioranza di persone che sono disoccupati o vivono per strada. La gente non lo tollererà e alla fine si solleverà per protestare se pensa che il governo rende difficile la vita, è logico e fa parte della storia di ciò che significa essere umani.

 

a cura di Franco D'Amico