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05/10/2018 09:07:00

M5s e Lega litigano ancora sulle cifre del Def

Mentre il Parlamento attende ancora il testo del Def, è andata avanti la battaglia a distanza fra Lega e M5s sulle cifre a disposizione per le misure prioritarie: per Salvini ci saranno 7-8 miliardi per la riforma della Fornero e 8 per il reddito di cittadinanza.

Cifre smentite dai grillini che ribadiscono i 10 miliardi per il reddito. Di Maio assicura che il reddito «non dà un solo euro a chi sta sul divano, avranno la giornata impegnata per la formazione e lavori di pubblica utilità, e se imbrogliano si beccano sei anni di galera».

«Il braccio di ferro sulle cifre della Finanziaria non è che il preludio del derby nelle urne, dove Cinquestelle e Lega si contenderanno il primato. Resta da capire se la partita si disputerà alle Europee, o se invece si giocherà l’anticipo delle Politiche. È un’opzione improbabile su cui però scommettono in tanti nel Palazzo: lo teme riservatamente il dem Franceschini e lo auspica in pubblico il forzista Berlusconi, che già in privato aveva esortato Salvini a rompere con Di Maio». Salvini però ha spiegato ai dirigenti leghisti: «Toglietevi dalla testa l’idea delle elezioni, perché Mattarella non lo permetterebbe. Siccome nessuno vuole tornare a votare, cinquanta scappati di casa per fare un’altra maggioranza li troverebbero in Parlamento»  scrive il Corriere della Sera. 
 
Tria scrive all’Ue: «Spero in un dialogo aperto»
«La manovra di bilancio che questo governo si appresta a varare è coraggiosa e responsabile, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2.4% del 2019 al 2.1% del 2020 per chiudere all’1.8% del 2021». Così ha scritto il ministro dell’Economia Giovanni Tria nella lettera inviata ieri sera alla Commissione europea e allegata alla nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza. Nel testo il ministro svela i numeri del Pil, molto al di sopra delle proiezioni dei maggiori organismi internazionali: 1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% nel 2011. «L’impatto delle singole misure sull’economia del Paese deve essere valutato nel quadro dell’intera manovra. Maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili» ha aggiunto Tria che poi ha proseguito: «Come è avvenuto all’interno del governo, auspico che il dialogo con la Commissione europea rimanga aperto e costruttivo».
La Stampa ieri ha previsto che la Commissione sarà invece durissima con l’Italia, essendosi rassegnata alla vittoria dei populisti da noi (elezioni europee), ma non volendo, con un atteggiamento morbido, incoraggiare la vittoria dei populisti negli altri paesi. Il Fatto, a sua volta, ipotizza un rimpasto che mandi Di Battista agli Esteri al posto di Moavero Milanesi: c’è bisogno di un uomo che riempia le piazze e contenga i successi di Salvini. L’unico capace sembra a quelli del M5s proprio Di Battista. È un altro segno delle difficoltà di Di Maio.
 



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