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06/04/2019 07:42:00

Mafia, "Anno zero": in 18 a giudizio a Marsala. 14 hanno scelto l'abbreviato a Palermo

 Diciotto saranno processati con rito ordinario davanti il Tribunale. Gli altri 14, invece, in abbreviato davanti al gup di Palermo Cristina Lo Bue. Si spezza in due tronconi anche il procedimento penale scaturito dall’operazione antimafia “Annozero” del 19 aprile 2018.

Ad essere rinviati a giudizio davanti il Tribunale marsalese (prima udienza il prossimo 28 maggio) sono stati due cognati del boss latitante Matteo Messina Denaro, e cioè Gaspare Como e Rosario Allegra, rispettivamente di 50 e 65 anni, nonché Gaspare Allegra, di 35, Vittorio Signorello, di 56, Giuseppe Tommaso Crispino, di 66, Calogero Giambalvo, di 43, Carlo Lanzetta, di 71, Giuseppe Orlando, di 50, Anna Maria Orlando, di 40, Nicola Scaminaci, di 46, e Carlo Cattaneo, di 34, operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano, Dario Messina, di 34, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara del Vallo, Giovanni Mattarella, di 53, genero del defunto boss Vito Gondola, Bruno Giacalone, di 58, Marco Buffa, di 46, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, di 59, Giuseppe Accardo, di 35, e Maria Letizia Asaro, di 41, di Campobello di Mazara. A Gaspare Como, in particolare, si contesta un ruolo di vertice. Secondo l’accusa, infatti, il cognato del latitante sarebbe stato designato, per un certo periodo, quale “reggente” del mandamento di Castelvetrano. Il 19 aprile 2018, furono 22 i provvedimenti di fermo emessi su richiesta della Dda. Tra questi, uno anche per il superlatitante Matteo Messina Denaro, la cui posizione, però, lo scorso 21 febbraio, è stata stralciata dal gup Lo Bue in quanto “irreperibile”, con rinvio al 21 febbraio 2020. Altre 14 persone coinvolte nella stessa operazione hanno scelto il giudizio abbreviato. Si tratta di Nicola Accardo, 54 anni, ritenuto il capomafia di Partanna, Antonino Triolo, di 49, anche lui di Partanna, i castelvetranesi Giuseppe e Bartolomeo Tilotta, di 56 e 33 anni, Giuseppe Paolo Bongiorno, di 30, Calogero Guarino, di 49, Leonardo Milazzo, di 40, e Giuseppe Rizzuto, di 39, il mazarese Angelo Greco, di 50, e i campobellesi Filippo Dell’Aquila, di 55, Vincenzo La Cascia, di 71, Mario Tripoli, di 46, recentemente condannato a 5 anni e 8 mesi per fatti di droga, Raffaele Urso, detto “Cinuzzo”, di 60, e Andrea Valenti, di 66. Per loro, il processo davanti al gup Cristina Lo Bue inizierà il 18 aprile. Nell’inchiesta è emerso l’interesse del clan nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Le indagini, inoltre, nel tempo hanno individuato ai vertici del mandamento mafioso di Castelvetrano altri due cognati di Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro e Vincenzo Panicola, poi il fratello Salvatore Messina Denaro, e quindi il cugino Giovanni Filardo. E ancora la sorella Patrizia Messina Denaro e i nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo. Tra gli avvocati difensori, Giuseppe Ferro, Vito Cimiotta, Luca Cianferoni, Luisa Calamia, Giuseppe Pantaleo, Walter Marino e Gianni Caracci. Parti civili sono Sicindustria, Antiracket Trapani (avv. Giuseppe Novara), Centro “Pio la Torre”, “La verità vive” di Marsala (avv. Peppe Gandolfo), Codici Sicilia (avv. Giovanni Crimi), Antiracket Alcamo, Comune Castelvetrano e Pasquale Calamia. Quest’ultimo ex consigliere comunale del Pd a Castelvetrano, che tra il 2008 e il 2013 subì alcune intimidazioni.



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