05.11.2018 – 10.43 – Sabato 3 novembre, al corteo organizzato dalla rete Trieste Antifascista e Antirazzista in risposta al raduno nazionale di CasaPound, hanno aderito molti esponenti dell’associazionismo e della cooperazione sociale, nonché diverse istanze politiche e sociali. Trieste All News ha raccolto alcune voci lungo il serpentone che si è mosso da Campo San Giacomo a Piazza Goldoni. Presente alla manifestazione Furio Honsel, consigliere regionale di Open Sinistra FVG. «È importante essere qui per riaffermare i valori fondanti della nostra Repubblica: i valori antifascisti, i valori di tolleranza, di democrazia e di libertà di fronte al raduno della parte più convinta del fascismo che al momento vediamo crescere in modo anche più nascosto. È importante ribadire che il paese crede ancora nei valori democratici».
Significativa è stata anche la partecipazione di diversi politici del Partito Democratico. «Era giusto esserci – ha dichiarato Francesco Russo – per dire no ad ogni forma di fascismo ed estremismo. Ed è stato bello vedere tantissime persone di tutte le età, estrazione sociale o appartenenza politica». Il consigliere regionale Dem, assieme ad altri esponenti del suo partito, è stato bersaglio di alcune critiche: «Sono stato fisicamente minacciato da qualche antagonista perché considerato persona non gradita. E ho risposto dicendo che le persone non gradite sono loro. Perché qualunque forma di estremismo o violenza è sbagliata. Che provenga da destra o da sinistra».
In rappresentanza della comunità LGBT di Trieste, risuona il parere di Antonio Parisi. «È gravissimo che nessuno abbia pensato al rischio potenziale di farsi male», ha commentato. «Il punto – ha sottolineato invece Riccardo Laterza, portavoce dell’Assemblea Trieste Antifascista e Antirazzista – non è indagare se il partito fascista che questa gente sta ricostituendo è perfettamente sovrapponibile al Partito Nazionale Fascista del Ventennio. Il punto è essere consapevoli che non tollerare gli intolleranti è condizione minima per difenderci da derive pericolose, e agire di conseguenza. Se le istituzioni non lo faranno, ci saremo noi a fare in modo che questo principio venga salvaguardato».
