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“L’uomo che rubò Banksy” esce l’11 e il 12 dicembre nelle sale The Space Cinema

11.12.2018 – 08.30 – “L’uomo che rubò Banksy” arriva a Trieste grazie a “The Space Cinema”. Il documentario, girato da Marco Proserpio e distribuito da Nexo Digital, sarà nelle sale di via Svevo 14 solo per oggi 11 e domani 12 dicembre. Accompagnata dalla voce narrante di Iggy Pop, la storia prende spunto dalla realtà per proporre una riflessione sul mercato illegale delle opere d’arte e sulla decontestualizzazione della Street Art, forma espressiva per eccellenza legata al contesto che la genera.

Ma “The man who stole Banksy” (questo il titolo originale) diventa un manifesto sul confronto tra culture diverse in epoca contemporanea, sul diritto d’autore, il copyright e la conservazione delle opere, in particolare quelle effimere degli Street Artists e degli artisti Pop. La pellicola è ambientata nella Betlemme del 2007: Banksy dipinge sul muro della discordia un soldato israeliano che controlla i documenti di un asino, facendo indignare la comunità locale. Si erge a vendicatore dell’offesa il tassista Walid che, spalleggiato dall’imprenditore locale Maikel Canawati, taglia la parte di muro incriminata. Le vere intenzioni di Walid, molto meno nobili, emergono però quando mette l’opera all’asta su ebay, come spiega il regista: “Lui l’ha fatto per la sua famiglia, voleva ricavarci dei soldi. Tutto è sempre più in mano ai collezionisti, all’establishment”. Adesso il muro si trova a Londra, invenduto e inaccessibile al pubblico: “È in un magazzino a South London, dentro a una cassa di legno. Walid e il suo gruppo sono già stati pagati. I danesi che l’hanno comprato dopo non sono riusciti a commercializzarlo di nuovo perché chiedevano cifre folli. Poteva rimanere nel suo luogo naturale a Betlemme, dove un sacco di ragazzi non vanno più a visitare solo la Chiesa della Natività, ma cambiano rotta per vedere i pezzi di Banksy. Oppure, se una volta staccato il graffito lo avessero esposto in giro per il mondo, l’obiettivo di Banksy sarebbe comunque stato rispettato: tenere i riflettori accesi sulla causa palestinese”.

Il documentario, in concorso al Tribeca Film Festival di Robert De Niro, unisce la cultura musicale occidentale e quella araba nella sua colonna sonora, alla cui realizzazione hanno contribuito sia ragazzi palestinesi suonando l’oud, strumento tipico locale, sia nomi affermati del panorama nazionale come Federico Dragogna, il chitarrista dei Ministri, e Victor Kwality, autore di un singolo con Salmo.

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