Bianca Balti

Bianca Balti su Instagram nuda: «Ho tolto i seni per prevenire il cancro»

05 gennaio 2023

«Nuovo anno, nuova me». La top model Bianca Balti ha inaugurato il 2023 postando su Instagram una foto nuda con le cicatrici della sua mastectomia preventiva

 

Bianca Balti su Instagram. La top model italiana più amata del mondo si è sottoposta a un intervento al seno di mastectomia preventiva al Providence Saint Joseph Medical Center, in California. La modella, 38 anni, lodigiana, tempo fa aveva scoperto di avere la mutazione genetica BRCA1, che aumenta esponenzialmente il rischio di sviluppare il cancro al seno.

Nell’immagine che sta facendo il giro del mondo Bianca è nuda sul suo letto, di profilo, e mostra le cicatrici del suo intervento di doppia mastectomia preventiva. Ma per i social niente tristezza. Solo un’espressione serena, per tramettere a tutte le donne la forza di affrontare la stessa battaglia. Nel 2013 era stata l’attrice Angelina Jolie ad annunciare sul New York Times la sua intenzione di sottoporsi alla doppia mastectomia. «Mia madre ha combattuto il cancro per 10 anni ed è morta a 56. Ne scrivo perché altre donne possano trovare utile la mia esperienza», aveva spiegato al mondo intero.

 

 

Bianca Balti su Instagram. Non è stata una scelta facile

Pur avendo sempre ammesso di aver provato rabbia e tristezza all’idea di rinunciare a una parte della sua femminilità, Bianca ha rassicurato i suoi fan scrivendo su Instagram: «I am gooood! L’operazione è andata bene. Amo troppo la vita per non fare il possibile per salvaguardarla». Poi ha aggiunto l’augurio alle sue figlie di affrontare in futuro la stessa sfida con coraggio. Nel caso dovessero avere la stessa sua diagnosi.

Bianca non ha mai smesso di aggiornare i suoi follower sulle sue condizioni di salute e di umore. Postando una foto l’8 dicembre scorso, dopo l’operazione, aveva scritto: «Ho qualche dolorino ma ora sono in camera mia. Ho la televisione e anche un crocifisso. Ragazzi, vi volevo solo dire che ora sono molto serena e felice».

Poi con l’ironia che l’ha sempre contraddistinta aveva pubblicato la cover di Playboy di cui era stata protagonista, scrivendo simpaticamente: «Dedico un’ode alle mie tette, che mi hanno donato un sacco di soddisfazioni e sono sicura che continueranno a farlo. Ma sono contenta di essermi sottoposta a questo intervento, per ridurre del 95% il rischio di contrarre un tumore al seno».

Perché è importante la prevenzione

Ma che cos’è la mastectomia preventiva e perché Bianca Balti ha deciso di fare una scelta così drastica? L’asportazione di entrambi i seni è una opzione per donne sane ma portatrici della mutazione genetica BRCA1. Come la BRCA2, si tratta di mutazioni che accrescono non solo il rischio di sviluppare tumori al seno. Ma anche alle tube, alle ovaie o al pancreas.

La BRCA1, quella riscontrato nella top model, accresce il rischio del tumore al seno, la 2 quello a carico di ovaie, tube, e melanoma. Le donne portatrici della mutazione genetica hanno tra il 60 e l’80% delle possibilità di ammalarsi. Chi non le ha, ha una possibilità del 12-13%. L’asportazione delle mammelle riduce il rischio del 90%, ma non lo azzera del tutto. Oltre a non essere affatto una scelta facile per una donna, né psicologicamente, né fisicamente. 

La modella, appena ricevuta la diagnosi, aveva annunciato la decisione nella sua newsletter Loss of Feeling: «Non posso permettermi di ammalarmi, io che porto la responsabilità economica della mia famiglia. E vorrei essere un esempio per le mie bambine e per tutti».

Un percorso guidato dagli esperti

L’intervento in Italia non è compreso nella lista dei Livelli Essenziali di Assistenza. Quindi non è praticabile a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Costa tra i 5 e gli 8mila euro, quindi chi non può operarsi deve fare scelte diverse. L’alternativa all’intervento nel nostro Paese è spesso la cosiddetta “sorveglianza attiva” che prevede uno screening più serrato, per esempio con un’ecografia ogni sei mesi e mammografia e risonanza magnetica una volta all’anno.

Inoltre si può integrare la sorveglianza attiva con una prevenzione farmacologica. Con farmaci come il tamoxifene e interventi sullo stile di vita (come alimentazione adeguata e attività fisica regolare). Gli esami e gli interventi consigliati per la sorveglianza attiva sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

L’importante è che tutte le donne a rischio possano fare un percorso accompagnato da persone competenti, come oncologi, genetisti e psicologi. In modo da poter fare la scelta che rende la loro vita più serena possibile.

di Eleonora Molisani – Foto Getty Images

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