Arquilla: "Gabigol? Non è colpa sua. Luan caro per la Samp"

Agente, intermediario e grande esperto di calciomercato brasiliano, Angelo Arquilla ha così analizzato in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb vari temi legati al futbol verdeoro, sia sul piano del calciomercato che su quello del grande successo ottenuto dal Gremio in Copa Libertadores. Ma, per non scordarsi dei Mondiali, un commento secco sul girone del Brasile a Russia 2018: "Diciamo che è andata bene. La Serbia è la vera squadra da temere nel girone, ma penso di poter concordare sul sorteggio benevolo capitato al Brasile".

Partiamo da Gabigol. Che è successo?
"Semplice: non era da Inter. Non era pronto. Ancora è troppo giovane e già venire da una squadra come il Santos, arrivando dopo due tipi come Pelé e Neymar, non era facile. In più gli hanno cominciato ad affibbiare appellativi. Non è un centravanti e non vale 30 milioni. Arrivare da ultimo degli ultimi nell'Inter può portare a fare questa fine. Forse sarebbe stato meglio per lui se fossi riuscito a portarlo alla Fiorentina. Il ragazzo ha dei problemi ma non è tutta colpa sua, dato che è circondato dai vari Kia, Wagner Ribeiro e dal padre. Sicuramente non sarà facile ora piazzarlo, sicuramente non andrà in Europa: me l'hanno chiesto dalla Turchia ma il padre mi ha risposto subito di no. Spalletti l'ha già bocciato".

Un brasiliano che si dice vicino all'Italia è Luan, del Gremio...
"Non credo che andrà alla Sampdoria. Ho un rapporto diretto con la società blucerchiata e vi dico che ora secondo me costa troppo: ci vogliono almeno 20-25 milioni. Da quello che so inoltre ci sono squadre spagnole sul giocatore: c'è il Siviglia".

Consiglierebbe qualche acquisto dal Brasile alle squadre di Serie A?
"Sì, sempre dal Gremio vi dico di seguire il centrocampista Arthur. È giovane (classe '96, ndr) e può fare al caso di squadre da metà classifica, per lavorarci sul futuro. Oppure, guardando invece in casa Palmeiras, c'è il difensore Luan, giocatore di qualità".

Un commento sul Gremio, campione nella Copa Libertadores?
"Sono contento perché Renato (Portaluppi, ndr) lo portai a Roma da calciatore. Era il 1989 e lo segnalai io a Rossellini, che poi lo portò alla Roma come agente UEFA. Si può dire che la sua carriera sia stata meglio da allenatore che da giocatore, senza dubbio: adesso è il miglior tecnico del Brasile".