Marek in Cina: la generazione tradita, la standing ovation mancata e la programmazione obiettivo stagionale  

03.02.2019 08:20 di  Dario De Martino  Twitter:    vedi letture
Marek in Cina: la generazione tradita, la standing ovation mancata e la programmazione obiettivo stagionale  
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

(di Dario De Martino). Il Napoli si ritrova dopo le brutte prove contro il Milan e vince 3-0. La Juventus pareggia in casa contro il Parma e il campionato sembra poter avere uno piccolo spiraglio d'apertura. Ci sono tutti gli ingredienti per un sabato sera da favola. E invece alla domenica mattina il risveglio è ancora traumatico. I tre gol alla Samp e la rete di Gervinho del 3-3 possono solo rendere meno amara una serata sconvolta da una notizia: Marek Hamsik ad un passo dalla Cina, già lunedì il possibile trasferimento. Un fulmine a ciel sereno, se non per qualche timida indiscrezione dei giorni precedenti, che ha sconvolto la città. La conferma della trattativa in fase avanzata è arrivata dallo stesso Carlo Ancelotti. Gli esperti di mercato non hanno dubbi: è tutto fatto. 

LA STANDING OVATION MANCATA. Marek, quindi, dovrebbe aver salutato così: un sorriso all'uscita del San Paolo dopo il test anti-doping e le quelle parole rubate "E' l'ultimo saluto? Sì sì, ma quale saluto!?". Eppure l'ha confermato Ancelotti, Marek vuole andare via, vivere una nuova esperienza. Quel lancio perfetto per Callejon in occasione del primo gol azzurro è stata, con ogni probabilità, l'ultima delizia che ha regalato al San Paolo. Poi l'uscita dal campo e un applauso convinto ma non troppo forte del pubblico. D'altronde erano solo in 15mila al San Paolo. A saperlo che era l'ultima in azzurro del capitano non sarebbero bastati due stadi a contenere tutti i napoletani pronto ad accorrere a Fuorigrotta. Ad un giorno dalla notizia il dispiacere più grande è questo: non aver potuto onorare come si deve l'addio di un grande capitano. La speranza, almeno in questo, è ancora viva: almeno una conferenza stampa d'addio, un saluto alla città prima della partenza, qualcosa deve essere organizzato per tributare l'ultimo enorme applauso allo slovacco. 

LA GESTIONE SBAGLIATA. Una speranza flebile se la gestione del caso sarà la stessa utilizzata fino ad ora. L'annuncio dell'imminente passaggio di Hamsik in Cina è stato dato dall'allenatore durante il postpartita, allo stesso modo in cui viene riferito un infortunio di una settimana al terzo portiere. Che Marek, a 31 anni e dopo 11 anni al servizio della squadra, abbia l'ambizione di prendersi un contratto faraonico per una pensione dorata (9 milioni per 3 anni, stando alle cifre che trasmette radiomercato) è comprensibile. Ed è giusto che il Napoli non tratti troppo e permetta a Marek, che in 12 anni ha saputo dire no a Milan, Juve e tanti club all'estero per restare all'ombra del Vesuvio, di realizzare la sua volontà. Ma non si poteva proprio provare a rimandare il tutto a giugno? C'è ancora un'Europa League da giocarsi e una Juventus da provare a mettere in difficoltà: perchè non godersi questi ultimi sogni insieme? 

LA STAGIONE DI SOLA PROGRAMMAZIONE. Già perchè l'impressione che si ha, a questo punto, è che la stagione sia ormai volta soltanto alla programmazione. Hamsik non è solo una bandiera ma è ancora un pilastro del centrocampo del Napoli. Le ultime partite senza di lui lo hanno dimostrato: la squadra senza Marek non gira allo stesso modo. La trattativa per la Cina non è certo partita il 3 febbraio: il Napoli sapeva già che lo slovacco sarebbe potuto andare via. Eppure ha deciso di non rimpiazzarlo. Ha resistito alle offerte per Allan (magari De Laurentiis ha resistito alla corte del Psg proprio perchè già sapeva della partenza del capitano) e ha voluto puntare tutto su Fabian, Diawara e Zielinski, liberando un po' di spazio sugli esterni per Verdi e Younes. La squadra, intendiamoci, è ancora competitiva. L'Europa League resta un obiettivo, così come il tentativo di dar fastidio alla Juventus. Ma cedere Hamsik senza un sostituto dà l'impressione che il massimo obiettivo che ha il club quest'anno è formare la squadra dell'anno prossimo. Visto che siamo solo a febbraio non è la miglior prospettiva per il resto della stagione

LA GENERAZIONE TRADITA. Ma la delusione di tanti, ora, non è per la stagione. E' per l'uomo Marek. Quasi 12 anni in azzurro. Chi ha iniziato a tifare azzurro alle scuole elementari oggi va alle superiori, chi era alle medie si è anche diplomato, chi era adolescente sta lavorando o insegue una laurea. Marek Hamsik ha segnato una generazione, anzi di più. Tutti quelli che sono nati negli anni '90 (in particolare nella seconda metà) e non hanno vissuto gli ultimi anni di Maradona, hanno iniziato davvero a sognare con l'azzurro dal Napoli di Reja, Hamsik e Lavezzi. Da lì in poi è cambiato tanto, tutto. Tranne Marek. Un addio così, comunicato all'improvviso e senza una degna celebrazione, è un tradimento per tutta la generazione Hamsik.