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Italia: Ue boccia il Def, seria preoccupazione sul deficit

Il ministro italiano dell'economia Giovanni Tria si dice comunque ottimista. Keystone/EPA/ANGELO CARCONI sda-ats

(Keystone-ATS) La Commissione europea non cede sul deficit italiano, e lo rende chiaro anche formalmente.

La risposta alla lettera del ministro dell’Economia Giovanni Tria è arrivata ieri in sole 24 ore, tempi rapidi per Bruxelles, spia di una certa fretta di dare un segnale e convincere il governo di Roma a cambiare rotta.

Non è un atto di routine, come accaduto negli anni scorsi. Stavolta la lettera dell’Ue, che dà l’avvio alle trattative ufficiali, non si esaurisce in poche righe che prendono atto delle intenzioni del governo italiano. E’ più lunga, dettagliata, e dà un primo giudizio fortemente negativo dei suoi piani di politica economica. Invitandolo a scrivere una manovra accettabile, perché strutturandola attorno alle cifre nel Def, il Documento di programmazione economica finanziaria che l’Italia ha presentato a Bruxelles, rischia la bocciatura immediata. Ora attende proprio che la manovra venga struttura e sia notificata nei suoi contenuti.

La lettera di risposta al messaggio di Tria è firmata dai commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, che chiedono a Roma di ‘assicurare che la bozza di legge di stabilità sarà in linea con le regole comuni di bilancio’. Ora la Commissione Ue aspetta la manovra, poi inizierà l’esame concreto.

La lettera del ministro Tria ha confermato alla Ue ciò che più temeva, e che sottolinea nella sua risposta: il deficit 2019 salirà al 2,4%, e il saldo strutturale peggiorerà di 0,8 punti, invece di migliorare come ci si aspettava e come richiesto dalle regole.

I commissari Dombrovskis e Moscovici ricordano all’Italia le sue responsabilità in sede europea: ci sono delle raccomandazioni, approvate dal Consiglio Ue, Italia compresa, il 13 luglio, che chiedono al Paese “di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa netta primaria non superi lo 0,1% nel 2019, che corrisponde ad un aggiustamento strutturale di 0,6% del pil nel 2019”. E’ per questo, sottolineano i commissari, che i nuovi target suscitano “seria preoccupazione”. Il tutto con una stima di crescita all’1,5%, in controtendenza rispetto alle revisioni al ribasso dell’economia attese dal Fondo monetario internazionale e già previste di recente da Confindustria e dalle agenzie di rating.

Il ministro Tria si è detto tuttavia “ottimista” e convinto che si aprirà un “confronto costruttivo”: “Non c’è stata alcuna bocciatura da parte dell’Ue anche perché non è stata ancora avviata, né poteva esserlo, alcuna interlocuzione formale”.

La legge di bilancio italiana 2018 prevede una maxi manovra da 35-40 miliardi di euro. Una cifra quasi doppia rispetto a quelle degli ultimi anni, ma che – nelle intenzioni del governo – sarà necessaria per rilanciare la crescita economica e ridurre progressivamente, fino ad annullarlo, il differenziale con l’Europa.

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