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Keller-Sutter: svolgere all’estero processi a jihadisti svizzeri

Per la consigliera federale Karin Keller-Sutter i processi ai jihadisti svizzeri devono essere svolti all'estero KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) I processi nei confronti di jihadisti elvetici di ritorno in Svizzera dovrebbero essere effettuati direttamente in Medio Oriente, in modo da garantire la sicurezza dei cittadini nella Confederazione.

È l’opinione espressa dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter alla radio romanda RTS.

La ministra di giustizia e polizia preferisce avere un atteggiamento prudente per quel che riguarda il rientro di jihadisti. Sono casi che pongono problematiche complesse, ha affermato. La priorità va data alla popolazione svizzera. Bisogna domandarsi se si vogliono correre rischi per persone che sono espatriate volontariamente per combattere in Iraq e in Siria.

“Preferirei che venissero giudicate direttamente sul posto”, ha continuato la consigliera federale. Ma è più facile a dirsi che a farsi, poiché queste persone sono in zone di guerra e non sono semplici da trovare.

I cittadini elvetici non possono ad ogni modo essere messi in pericolo andando a cercare queste persone in luoghi in cui sono andati spontaneamente. E anche se si dovesse fare, riuscendo a trovarli, un processo sul posto non sarebbe poi così semplice. Tribunali svizzeri si troverebbero infatti a dover valutare cosa è successo ad esempio un Siria.

A scatenare le discussioni sul tema sono state le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, che ha invitato i Paesi europei a riprendersi i propri combattenti dell’Isis. L’alternativa, ha continuato Trump, è quella di “rilasciarli”, con il rischio che si riversino sul continente europeo.

L’invito del presidente americano a riprendersi e processare i foreign fighters è legato al fatto che il “Califfato è pronto a cadere. Noi abbiamo fatto molto e speso molto, ora tocca ad altri fare il lavoro che sanno fare. Ci stiamo ritirando dopo una vittoria al 100% sul Califfato”.

Dal 2001, secondo informazioni del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), 98 jihadisti sono partiti dalla Svizzera principalmente verso Siria e Iraq. In totale sono morte 33 persone (27 conferme ufficiali) e 16 (13 conferme ufficiali) sono rientrare.

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