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Papa: 23 febbraio digiuno per pace. Domani vede Erdogan

Il Papa torna a lanciare un appello per la pace e ha chiesto una giornata di preghiera e digiuno per il 23 febbraio. KEYSTONE/EPA ANSA/RICCARDO ANTIMIANI sda-ats

(Keystone-ATS) Il Papa torna a lanciare un appello per la pace e ha chiesto una giornata di preghiera e digiuno per il 23 febbraio.

L’attenzione è in particolare per il Congo e per il Sud Sudan ma la preoccupazione del pontefice è per tutti i focolai di guerra disseminati del mondo. La pace sarà al centro anche del colloquio tra Papa Francesco ed Erdogan, domani mattina in Vaticano. Focus in particolare sulla questione di Gerusalemme che sta surriscaldando di nuovo il Medio Oriente.

Il Papa, come fece a settembre del 2013 per invocare la pace per la Siria, chiama i cristiani ad un’altra giornata di preghiera e di digiuno: “Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della prima settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan”. È stato questo l’appello lanciato dal Papa all’Angelus, che ha invitato “anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa”. “Ognuno può dire concretamente ‘no’ alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”, ha aggiunto.

Intanto in una Roma blindata domani il Papa vedrà il presidente della Turchia. Per Recep Tayyip Erdogan sarà la sua prima visita in Vaticano anche se aveva già incontrato di persona Papa Francesco nel viaggio del pontefice nel suo Paese, a novembre del 2014. E lo ha sentito per telefono a fine dicembre dello scorso anno. Oggetto del colloquio fu proprio lo status di Gerusalemme dopo la decisione dell’amministrazione Usa di spostare nella città santa l’ambasciata.

Ed Erdogan conferma, in un’intervista a ‘La Stampa’, che domani sarà questo il tema dell’incontro. “Dopo la dichiarazione di Trump, contraria alla legge internazionale, ci siamo parlati. Voglio ringraziarlo per quella nostra telefonata su Gerusalemme, in seguito alla quale – ha detto il presidente al quotidiano – Papa Francesco non ha perso tempo e ha diffuso a tutto il mondo cristiano un giusto messaggio. Perché Gerusalemme non è una questione solo dei musulmani. Entrambi siamo per la difesa dello status quo e abbiamo la volontà di tutelarlo”.

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