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Papa: critica onesta aiuta, illazioni e dicerie no

Il Papa ha aperto il Sinodo invitando tutti a parlare con franchezza, verità e carità, perché "una critica onesta e trasparente è costruttiva, mentre non sono le dicerie, le illazioni e i pregiudizi". KEYSTONE/AP/GREGORIO BORGIA sda-ats

(Keystone-ATS) Il Papa, aprendo il Sinodo, ha invitato tutti a parlare con coraggio e schiettezza, integrando libertà, verità e carità: “Il dialogo può farci crescere. Una critica onesta e trasparente aiuta, non le dicerie, le illazioni oppure i pregiudizi”.

Ha poi ringraziato i giovani “per aver voluto scommettere che vale la pena di sentirsi parte della Chiesa o di entrare in dialogo con essa; vale la pena di avere la Chiesa come madre, come maestra, come casa, come famiglia, capace, nonostante le debolezze umane e le difficoltà, di brillare e trasmettere l’intramontabile messaggio di Cristo; vale la pena di aggrapparsi alla barca della Chiesa che, pur attraverso le tempeste impietose del mondo, continua ad offrire a tutti rifugio e ospitalità; vale la pena di metterci in ascolto gli uni degli altri; vale la pena di nuotare controcorrente e di legarsi ai valori alti: la famiglia, la fedeltà, l’amore, la fede, il sacrificio, il servizio, la vita eterna”.

La Chiesa è “in debito di ascolto” nei confronti dei giovani, che “spesso dalla Chiesa si sentono non compresi nella loro originalità e quindi non accolti per quello che sono veramente, e talvolta persino respinti. Questo Sinodo – ha sottolineato Papa Francesco – ha l’opportunità, il compito e il dovere di essere segno della Chiesa che si mette davvero in ascolto, che si lascia interpellare dalle istanze di coloro che incontra, che non ha sempre una risposta preconfezionata già pronta. Una Chiesa che non ascolta si mostra chiusa alla novità, chiusa alle sorprese di Dio, e non potrà risultare credibile, in particolare per i giovani che inevitabilmente si allontaneranno anziché avvicinarsi”. Innanzitutto – è l’invito del Papa – occorre uscire da “pregiudizi e stereotipi”.

“I rapporti tra le generazioni sono un terreno in cui pregiudizi e stereotipi – ha sottolineato il pontefice – attecchiscono con una facilità proverbiale, tanto che spesso nemmeno ce ne rendiamo conto. I giovani sono tentati di considerare gli adulti sorpassati; gli adulti sono tentati di ritenere i giovani inesperti, di sapere come sono e soprattutto come dovrebbero essere e comportarsi. Tutto questo può costituire un forte ostacolo al dialogo e all’incontro tra le generazioni”.

Occorre mettersi in ascolto di ciò che suggerisce lo Spirito. È l’esortazione rivolta da Papa Francesco ai Padri Sinodali all’apertura dell’assise sui giovani: “Il Sinodo è un esercizio ecclesiale di discernimento. Franchezza nel parlare e apertura nell’ascoltare sono fondamentali affinché il Sinodo sia un processo di discernimento. Il discernimento non è uno slogan pubblicitario, non è una tecnica organizzativa, e neppure una moda di questo pontificato, ma un atteggiamento interiore che si radica in un atto di fede. Il discernimento è il metodo e al tempo stesso l’obiettivo che ci proponiamo: esso si fonda sulla convinzione che Dio è all’opera nella storia del mondo, negli eventi della vita, nelle persone che incontro e che mi parlano. Per questo siamo chiamati a metterci in ascolto di ciò che lo Spirito ci suggerisce, con modalità e in direzioni spesso imprevedibili”.

Il Papa, per facilitare questo ascolto, ha disposto che “durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio, circa tre minuti”.

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