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Papa: no a cultura odio e alle paure fomentate ad arte

Il presidente rumenro Klaus Werner Iohannis (a sinistra) saluta papa Francesco. L'incontro è stato uno dei momenti principali della prima giornata del viaggio del capo della Chiesa cattolica in Romania. KEYSTONE/AP/ANDREW MEDICHINI sda-ats

(Keystone-ATS) No alla cultura dell’odio o alle paure fomentate ad arte. Si, invece, all’attenzione per gli ultimi perché “quanto più una società si prende a cuore la sorte dei più svantaggiati, tanto più può dirsi veramente civile”.

Papa Francesco è in Romania per il suo trentesimo viaggio apostolico. E nel Paese più europeista dell’Europa orientale, fuori dal blocco “Visegrad” che al contrario sostiene chiusure e muri, e nel suo semestre di presidenza dell’Ue, il pontefice torna a parlare di accoglienza, di aperture, di ultimi. E chiede, alla Romania ma anche a tutta l’Europa, di “far crescere la positiva collaborazione delle forze politiche, economiche, sociali e spirituali”. In una Romania che, a causa della crisi economica, ha visto negli ultimi decenni tante persone emigrare, Bergoglio rileva come questa gente, pur nella sofferenza di aver dovuto lasciare il proprio Paese, ora è “ricchezza” per i Paesi che hanno accolto.

Oggi tre i momenti principali del viaggio: l’incontro con le autorità, a partire dal presidente Klaus Werner Iohannis e dalla premier Vasilica Viorica Dancila, l’abbraccio con i “fratelli” ortodossi e la messa per la comunità cattolica. Ad accogliere il papa, in un Paese che per l’87% è ortodosso, è stata tantissima gente per le strade.

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