A Pisa si cambia: sì al crocifisso e stop alla lobby arcobaleno Re.a.dy.

Novità a Pisa. La nuova giunta comunale ha intrapreso due ottime iniziative, confermando il volere dei cittadini della storica cittadina. “Un ritorno al Medioevo”, hanno urlato gli oppositori: non c’era complimento migliore per Pisa, un ritorno alle sue origini.

 

A parte la Torre, molte cose si stanno raddrizzando nella città toscana di Pisa. Soltanto negli ultimi giorni, infatti, almeno due notizie hanno raccontato il rinnovamento culturale intrapreso dalla stupenda cittadina che diede i natali a Galileo.

Innanzitutto, sulla scia di altre grandi città e regioni italiane, Pisa è riuscita a staccarsi dal braccio politico della lobby arcobaleno: RE.A.DY. La solita rete di associazioni LGBT che sotto la maschera dell’inclusione e della non discriminazione impone alle realtà comunali iniziative propagandistiche su omosessualità, gender, adozioni gay e utero in affitto.

Una ventata di sana aria fresca introdotta dalla nuova giunta comunale guidata dal sindaco Michele Conti (Lega), che ha prevedibilmente raccolto i mal di pancia di Cirinnà&CO. ma il sostegno della cittadinanza. Il nuovo sindaco, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, ha vinto recentemente le elezioni con il 52,29% dei voti.

Una seconda iniziativa è stata resa nota proprio oggi. Il Crocifisso sarà riappeso nella sala del Consiglio comunale e in tutte le sale istituzionali, negli uffici scolastici e negli istituti scolastici. Anche in questo caso la proposta è stata approvata grazie ai voti compatti della maggioranza, ricevendo la contrarietà della coalizione di estrema sinistra guidata da Rifondazione Comunista. Il M5S si è astenuto e il PD è uscito dall’aula. Ciccio Auletta, consigliere comunale della sinistra, ha urlato al “ritorno al Medioevo”. Non c’era complimento migliore per Pisa, stupenda città medioevale e che, proprio durante il Medioevo, raggiunse il suo massimo prestigio che ancora oggi caratterizza profondamente la sua cultura, la sua architettura e la sua arte. Un ritorno alle sue origini, dunque.

Una news anche per quanto riguarda Milano. Come già qualcuno saprà, domani sabato 17 novembre (ore 10) il Palazzo della Regione Lombardia ospiterà, come nel 2016, un convegno a favore della famiglia naturale, organizzato da Massimo Gandolfini. Ad aprire gli interventi sarà il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana a cui seguirà il Ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana. Quasi 100 sono gli amministratori locali, compresi numerosi sindaci, che hanno aderito all’invito. Ci auguriamo che l’evento sarà di stimolo per introdurre nelle città da loro governate quei raddrizzamenti culturali che stanno avvenendo all’ombra della pendente Torre di Pisa.

La redazione

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55 commenti a A Pisa si cambia: sì al crocifisso e stop alla lobby arcobaleno Re.a.dy.

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  1. Umpalumpa ha detto

    Sarà che è venerdì, saranno i miei mille e più limiti, però non riesco più a capirvi

    Articolo di luglio 2018
    https://www.uccronline.it/2018/07/25/crocifisso-in-aula-per-salvini-e-lega-anche-il-papa-si-lamento-della-paganita-laicista/

    • Gabriele ha detto in risposta a Umpalumpa

      Devi semplicemente leggere meglio l’articolo, caro Umpalumpa, in particolare nella parte iniziale, dove è scritto:

      Riteniamo però vi sia una distinzione, seppur fin troppo sottile per alcuni, tra difendere il diritto di esporre il crocifisso, sottolineare il non diritto di rimuoverlo in nome di un falso concetto di laicità ed il dovere di legge, obbligatorio pena sanzione, di tappezzare i luoghi pubblici con “croci di Stato”. Sono tre temi differenti e si può essere favorevoli ai primi due senza dover essere necessariamente d’accordo con l’ultimo.

      E poi nella parte finale, che dice:

      Ma non basta: per quanto detto sopra, dovrebbe essere un dovere morale esporlo pubblicamente, specialmente negli ambiti educativi e sopratutto coinvolgendosi in un confronto storico-culturale. Ma l’obbligo di legge, con addetti alla vigilanza ed il ricatto della multa no, non serve. Non educherebbe, polarizzerebbe le visioni e risulterebbe controproducente.

      Se la scelta della giunta comunale rispetta un dovere morale, è un naturale riconoscimento della tradizione culturale pisana, aperta ad un libero confronto, senza essere invece una imposizione ideologica, che intende usare tale tradizione come un bastone da impiegare contro gli altri, non c’è contraddizione.

    • Gianluca C. ha detto in risposta a Umpalumpa

      Dall’entusiasmo della redazione per la notizia arguisco che in questi quattro mesi abbiano cambiato idea e che adesso siano favorevoli all’obbligatorietà dell’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici.

    • gladio ha detto in risposta a Umpalumpa

      Caro Umpalumpa condivido le tue perplessità .

      L’Occidente sta subendo un’ offensiva anticristiana senza precedenti mirante a rinnegare proprio quei valori su cui si è plasmato: dal licenziamento di pubblici operatori ( Norvegia e Inghilterra) che osano ostentare un crocifisso ai beceri e ricorrenti tentativi, messi in atto presschè ogni anno nel nostro Paese, di snaturare il Natale .

      Il Cristianesimo, si sa, in Europa sta morendo: la Croce offende, Il Natale pure, nelle scuole si insegna che il primo di Novembre è Halloween a non Ognissanti eppure..

      …eppure in questa situazione una parte del mondo cattolico si mette a frignare,a polemizzare,a porre difficoltà quando qualcuno ,anche usando l’autorità,cerca di restituirci i nostri simboli, la nostra storia e la nostra cultura.

      Non ritengo pertanto che in questa situazione sia il caso di fare gli schizzinosi salmodiando la stucchevole litania che la religione non deve” costituire elemento identitario” e bla bla e bla bla.

      Per cui ,se qualcuno si è accorto che quella pietra scartata dagli stolti costruttori del moderno Occidente può diventare un’ ottima testata d’ angolo..ben venga questo qualcuno…

      • Gianluca C. ha detto in risposta a gladio

        Caro Umpalumpa condivido le tue perplessità

        Ehm, non voglio fare l’interprete del pensiero di nessuno, è possibilissimo che mi sbagli, ma mi sembra che le perplessità di Umpalumpa fossero dovute all’improvviso revirement della redazione con riguardo all’obbligo di esporre il crocifisso nei luoghi pubblici, visto che nel luglio 2018 si dichiarava contraria ed oggi favorevole.
        Poi magari l’interessato mi smentirà, per carità

      • Umpalumpa ha detto in risposta a gladio

        Ciao gladio. Non voglio salmodiare :). Per inciso sono favorevole all’esposizione del crocifisso. Le motivazioni sono ancora scritte nei miei commenti sotto l’articolo di luglio
        Dico solo che non riesco a capire la logica dei 2 articoli a confronto.
        Tutto qui

      • Mister R. ha detto in risposta a gladio

        Gladio

        “la Croce offende, Il Natale pure, nelle scuole si insegna che il primo di Novembre è Halloween a non Ognissanti”

        Riassumendo: Il problema per certa gente è il cristianesimo stesso.

  2. Il cavaliere oscuro ha detto

    Sta cambiando il vento!

  3. Andrea2 ha detto

    E’ vero, stiamo andando proprio in malora: non ci sono più i comunisti di una volta, quelli per cui tutto quello che era scritto su “L’Unità – Giornale del Partito comunista italiano fondato da Antonio Gramsci nel 1924” era Vangelo.
    Infatti sul numero del 25/3/1988, a proposito del Crocifisso nelle scuole, comparve un articolo intitolato Non togliete quel crocifisso è il simbolo del dolore umano firmato da Natalia Ginzburg, famosa scrittrice atea.
    Per quanto riguarda gli omosessuali nella grande URSS l’omosessualità era un reato (articolo 121 del Codice penale) e la Grande enciclopedia sovietica, nel 1952, così insegnava: “L’omosessualità è “controrivoluzionaria” ed una “manifestazione della decadenza della borghesia”.
    Hasta la victoria siempre, companeros !!!

    • Gianluca C. ha detto in risposta a Andrea2

      Quindi, per restare in tema: cosa ne pensi dell’obbligo di legge di esporre il crocifisso negli uffici pubblici?

      • Andrea2 ha detto in risposta a Gianluca C.

        La Ginzburg vede nel Crocifisso il simbolo del dolore umano. All’epoca delle polemiche con la Corte Europea, l’Italia ha detto che l’esposizione del Crocifisso va vista in riferimento alla storia e alla tradizione dell’Italia. La Corte Europea, dando poi ragione all’Italia, ha detto che il Crocifisso è un simbolo essenzialmente passivo.
        Del resto anche la Corte Costituzionale in una sua sentenza ha detto che i principi del cattolicesimo sono parte del patrimonio storico del popolo italiano per cui non vedo perché la legge in proposito non debba rimanere com’è.
        Se poi qualcuno non è d’accordo può provare a raccogliere le firme per indire un referendum abrogrativo della legge come previsto dalla Costituzione.

      • Tommasodaquino ha detto in risposta a Gianluca C.

        Cosa ne pensa dell’obbligo di laicità dello stato?

        • Gianluca C. ha detto in risposta a Tommasodaquino

          Penso che “laica”, usata a proposito della Repubblica Italiana, sia una parola grossa.
          D’altronde già nella Costituzione è sancita una sorta di “ibridazione” tra Stato laico e Stato confessionale. Chiamiamola “laicità imperfetta”, forse è la definizione più calzante

  4. Aiace ha detto

    E poi arriverà un’altra giunta a toglierli i vostri crocifissi, finchè l’Italia non deciderà una volta per tutte da che parte stare: se con i neofascisti o con la democrazia.

    Vi augurate raddrizzamenti culturali di stampo fascista perchè quelli sono i vostri orizzonti. Molto bene, la gente deve vedere quanto siete neri.

    Ed su quella vostra coscienza nera che pesano le vittime e gli orrori subiti dalle donne, dai gay, dai pagani e da tutte le vittime di ogni regime totalitario come quello cristiano.

    Del resto chi è su un binario morto non può che avere per simbolo un cadavere.

    la maschera dell’inclusione e della non discriminazione impone alle realtà comunali iniziative propagandistiche su omosessualità, gender, adozioni gay e utero in affitto.

    Iniziative a favore dell’omosessualità sono iniziative d’inclusione. Voi propagandate l’omofobia e non vi fate schifo.

    Siete senza morale e senza vergogna come ogni fascista nero.

    Siete l’espressione del male e della debolezza morale di una società.

    Il Crocifisso sarà riappeso nella sala del Consiglio comunale e in tutte le sale istituzionali, negli uffici scolastici e negli istituti scolastici.

    Appendere per legge il crocifesso ricalca perfettamete la storia del cristianesimo, nata nelle stanze della politica, imposta con la violenza e contro la storia dei popoli.

    E’ allora il medioevo
    , periodo di guerra,di caos e di violenza la vostra identità.

    Siete condannati a vivere di un passato di morte e di futuro che viaggia su un binario morto.

    • Andrea2 ha detto in risposta a Aiace

      Caro Aiace (Telamonio o Oileo?) probabilmente hai pubblicato il tuo commento senza aver fatto in tempo a leggere il mio altrimenti sapresti che il Crocifisso deve essere lasciato appeso nella aule scolastiche perché ciò sta scritto su “L’Unità – Giornale del Partito comunista italiano fondato da Antonio Gramsci nel 1924” per cui chiunque dica il contrario è uno sporco fascita, un servo dei padroni ed un lacché dell’imperialismo amerikano.
      Ed in base a quanto dici a favore degli omosessuali ti prehdi anche del controrivoluzionario e del borghese decadente come spiegato nella Grande enciclopedia sovietica.
      Che tu dia del fascista nero a chi segue quanto sta scritto su “L’Unità” e nelle leggi dell’URSS è veramente vergognoso: sei su di un binario morto.
      Hasta la victoria siempre !!!

    • gladio ha detto in risposta a Aiace

      Invece i Gulag sovietici, la Cambogia diPol-Pot ,le ” Rivoluzioni Culturali” ed i ” Balzi in avanti” di Mao, oltre ad essere contrassegnati dal medesimo “Brand” ( e da morti a milionate) sono stati un esempio di progresso umano, sociale e civile dove sono fiorite le lettere e le arti…la vostra identità, Aiace..

      P.S : per amor di brevià ometto di menzionare la Vandea, il Triangolo della Morte in Emilia, le Fojbe istriane, le Fosse di Katyn, Ceausescu, l’ Albania, l’ Ungheria del 1956, il ciccione Nordcoreano ecc.. ecc..

    • Roberto Di Marco ha detto in risposta a Aiace

      Tu invece sei condannato a vivere un eterno presente di deficienza mentale e di follia ideologica 🙂

  5. Olivia70 ha detto

    Mi dispiace, ma non approvo assolutamente questo vostro apprezzamento per la lega manifestato più volte. Un partito razzista e fomentatore di odio, lontanissimo dal cristianesimo, anzi proprio agli antipodi e che usa la religione solo a scopi propagandistici.

    • Tommasodaquino ha detto in risposta a Olivia70

      Attenzione, lei conosce qualche partito che NON usa la religione per scopi propagandistici? Ma davvero?il suo deve essere un grande paese!

      P.s. Non ho mai votato lega

  6. Gianluca C. ha detto

    Redazione, che dite di correggere l’articolo su Re.a.dy, visto che non è una “rete di associazioni LGBT” bensì una rete di amministrazioni pubbliche?

    • giuliano ha detto in risposta a Gianluca C.

      La RE.A.DY è nei fatti un progetto ideologico per la promozione e la diffusione dell’omosessualismo. Il progetto di fatto discrimina e delegittima chi richiama la normalità e l’ineluttabile fondamento sociale basato sulla legge naturale. Le Amministrazioni che “entrano” in RE.A.DY non partecipano alla lotta contro la discriminazione di lesbiche, gay, trans ecc… (che potrebbe aver anche senso se queste categorie di persone fossero effettivamente discriminate…) quanto piuttosto danno sponda al progressivo consolidamento dell’ideologia omosessualista e gender (con altre ben precise finalità, ad es. prevaricare la libertà di un neonato di avere una mamma e un papà…).

      • Gianluca C. ha detto in risposta a giuliano

        Sono lieto per te che tu sia un esperto dell’attività della rete Ready e sicuramente di quello che dici saprai fornire ampia comprova, soprattutto in cosa concretamente abbia fatto da sponda al progressivo consolidamento dell’ideologia omosessualista e gender, in cosa concretamente abbia discriminato l’ineluttabile fondamento sociale basato sulla legge naturale ecc. ecc.
        Ne sono lieto soprattutto perché potrai spiegarlo ad UCCR, che pur non sapendo minimamente cos’era Ready, tanto da scambiarla per una rete di “associazioni LGBT” (sic),, aveva già deciso a priori che si trattava di una “lobby arcobaleno” (arisic), insomma robba di ideologgia ggender che vuole fare un mazzo così alla famiglia naturale™.
        Poi vabbé, restano da spiegare i motivi per cui la redazione quattro mesi fa scriveva, anzi titolava, che esporre il crocifisso non avrebbe dovuto essere un obbligo di legge, e oggi plaude ad una Giunta che con una legge dispone di mettere i crocifissi in tutte le scuole.

        • Andrea2 ha detto in risposta a Gianluca C.

          Guarda che la legge c’è già (D.L. 1994/297). La Giunta non ha fatto nessuna legge. Quello che ha deciso è stato di fare rispettare la legge nazionale che già c’è e che è stata approvata anche dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, si vede che la Giunta precedente violava la legge senza che nessuno intervisse.
          Per quanto riguarda la RE.A.DY io non la conoscevo perché non occupo di attività controrivoluzionarie e tipiche della borghesia decadente ma sono andato a leggere la Carta d’intenti di tale rete e mi sembra che dire che “è nei fatti un progetto ideologico per la promozione e la diffusione dell’omosessualismo” spieghi abbastanza bene quello che c’è scritto per cui chiamarla lobby arcobaleno non mi sembra così sbagliato.
          Hasta la victoria siempre !!!

          • Gianluca C. ha detto in risposta a Andrea2

            Ad esser precisi, le uniche normative che fanno espressamente menzione del crocifisso sono due regi decreti di 90 e 95 anni fa, le quali si riferiscono solo alle scuole elementari e medie (no scuola materna, no scuola superiore). Tuttavia non hanno valore di legge ma solo di disposizione amministrativa regolamentare. Nessuna sanzione quindi, né obbligo di legge, per il dirigente scolastico che decida di non ostentare il crocifisso nelle classi (in teoria stando ai RR.DD. dovrebbe ostentare in ogni classe anche l’effigie del Capo dello Stato!) trattandosi, anche il suo, di provvedimento amministrativo (la cui discrezionalità risulterebbe comunque assai difficilmente censurabile in sede di ricorso al TAR).
            Così almeno l’ha pensata la Corte Costituzionale nell’ordinanza del 2004 che trovi su WP
            https://it.wikipedia.org/wiki/Esposizione_del_crocifisso_nelle_aule_scolastiche_italiane
            In buona sostanza,
            i regi decreti de quo non hanno valore di legge, trattandosi di regolamenti amministrativi;
            – chi decide alla fine se tenere o no il crocifisso è il dirigente scolastico, consultato il consiglio d’istituto, il quale, nell’esercizio del suo potere discrezionale, può decidere di non tenere conto della disposizione regolamentare (dal valore vincolante assai opinabile).
            Ora, sembrerebbe, stando a quanto afferma UCCR, che il Consiglio comunale di Pisa (non la Giunta, mi correggo), abbia deliberato per mettere i crocifissi in tutte le scuole. Tecnicamente, è vero, non è una legge, ma una delibera. E’ una delibera che però non vuole e non può far rispettare una legge (che non c’è), bensì tentare di imporre l’ostensione dei crocifissi scavalcando il potere discrezionale dei dirigenti scolastici.
            Ovviamente è un tentativo velleitario, ma è pur sempre un tentativo di usare la forza.
            Quindi, l’interrogativo rimane valido e lo riformulo in maniera corretta:
            restano da spiegare i motivi per cui la redazione quattro mesi fa scriveva, anzi titolava, che esporre il crocifisso non avrebbe dovuto essere un obbligo di legge, e oggi plaude ad un Consiglio comunale che delibera di mettere i crocifissi in tutte le scuole.

            Quanto al READY, non avevo dubbi che lo avresti definito un “progetto ideologico omosessualista”, figuriamoci, però almeno, grazie alla mia obiezione, sei andato a vedere di cosa si trattava, sei andato a leggerti la Carta d’intenti…
            La redazione dell’UCCR però non ha fatto nulla di tutto questo. E’ arrivata più o meno alle tue conclusioni senza sapere nemmeno minimamente cosa fosse il READY. Io, non so tu, questo lo trovo molto grave.
            Ma, in fin dei conti, a me sta bene così. Già i vostri fantasmi complottistici dell’ideologia gender sono poco credibili. Ora che avete dimostrato di non sapere nemmeno di cosa si parla, di confondere un programma d’intenti tra amministrazioni pubbliche con una lobby di associazioni LGBT, avete l’attendibilità di Mandrake e Pomata in Febbre da Cavallo.

            • Panthom ha detto in risposta a Gianluca C.

              Devo dire che Gianluca non sa mai una mazza di nulla, però sui finocchi va forte. Sarà una passione, boh!

              • Max De Pasquale ha detto in risposta a Panthom

                Phantom, non essere troppo duro.

                Non sono spesso d’accordo con quello che dice Gianluca C., ma spesso fa obiezioni ben documentate. Paradossalmente, se lavorasse con la redazione di UCCR “facendo la pulce agli articoli”, la qualita’ dei medesimi migliorerebbe. Gialunca sarebbe un ottimo “avvocato del diavolo” 😉 Anche la buonanima di San Tommaso d’Aquino esaminava quello che gli eretici dei suoi tempi sostenevano e accettava quello che c’era da accetare.

                • Brunello ha detto in risposta a Max De Pasquale

                  Concordo con Max, però per par condicio Gianluca dovrebbe analizzare anche gli articoli dell’Uaar (soprattutto di Odifreddi), chissà quante balle scoprirebbe

                  • alessandro pendesini ha detto in risposta a Brunello

                    però per par condicio Gianluca dovrebbe analizzare anche gli articoli dell’Uaar (soprattutto di Odifreddi), chissà quante balle scoprirebbe
                    Brunello
                    Mi capita di leggere e anche rispondre a certi articoli dell’UAAR. E devo confermarle che NON HO MAI LETTO NESSUN ARTICOLO FALSO SU QUESTO SITO ! Mi è a volte capitato leggere delle imprecisioni, mai degli articoli che si sono avverati essere totalmente falsi !!!
                    Ma se per caso dovessi sbagliarmi, la pregherei di inviarmi degli esempi riferiti e dei “falsi articoli” scritti dall’UAAR !

                    Per contro, mi capita puntualmente che su questo sito molte affermazioni, ma a volte anche articoli, spacciati per VERITA indiscutibile, siano nientepopodimeno che imprecisi o falsi !

                    • Gianluca C. ha detto in risposta a alessandro pendesini

                      C’è da dire che UAAR pubblica un articolo a settimana, UCCR uno o due articoli al giorno. La quantità, solitamente, va a scapito della qualità. E c’è il rischio di parlare più o meno sempre delle stesse cose

                    • Brunello ha detto in risposta a alessandro pendesini

                      Giusta richiesta Alessandro. Ti consiglio la lettura dell’articolo pubblicato dall’Uaar “E venne un mito di nome GESÙ” di Odifreddi, una incredibile raccolta di panzane scritte nel patetico tentativo di negare la storicità di Gesù

                    • Andrea2 ha detto in risposta a alessandro pendesini

                      Spinto dalle tue parole sono andato sul sito dell’UAAR ed ho letto due articoli. Il primo era sull’eutanasia ed oltre a contenere numerosissime imprecisioni, taceva importanti informazioni su vari punti per orientare il giudizio del lettore. Il secondo s’intitola “Perché mi riesce impossibile credere nell’esistenza di Dio” e dice enormi falsità e sciocchezze sui risultati scientifici moderni dimostrando non solo una grossa ignoranza delle ultime scoperte della fisica ma anche di quella ottocentesca ed in particolare dei principi della termodinamica oltre a mostrare la non conoscenza delle regole della statistica e della matematica.
                      Però dato che qui si parla di quanto successo a Pisa e non di quello che scrive l’UAAR, chiudo qui il discorso. Avremo modo di parlarne in una discussione futura più vicina a questo argomento.

                    • Andrea2 ha detto in risposta a alessandro pendesini

                      Spinto dal commento di Brunello sono andato a leggere anche l’articolo “E venne un mito chiamato Gesù”. Povero Odifreddi, che figura! Di panzane intorno alla storicità di Gesù ne ho lette molte ma così tante mai. Sbaglia perfino il calendario (l’anno zero non esiste).
                      E’ proprio vero quello che (non) dice Oscar Wilde: “C’è un solo gruppo di persone che parla di Dio più dei preti: gli atei!”

            • Andrea2 ha detto in risposta a Gianluca C.

              Nel ricorso presentato, nel 2009, dal Governo italiano contro sentenza Corte europea diritti dell’uomo ed accolto poi dalla Corte europea sta scritto:
              Nell’ordinamento italiano l’esposizione del crocifisso è regolamentata dal decreto legislativo 297/1994 (Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado). In particolare, gli articoli 159 e 190 lo includono tra gli arredi delle aule. Queste norme si incanalano nel cuneo della tradizione del nostro Paese e sono retaggio di altre più antiche: R.D. 26-4-1928 n. 1297 – Approvazione del regolamento generale sui servizi dell’istruzione elementare e R.D. 30-4-1924 n. 965 – Ordinamento interno delle Giunte e dei Regi istituti di istruzione media.

              Conta di più uno scritto ufficiale del Governo italiano (accettato poi dalla Corte europea) o Wikipedia?
              Per quanto riguarda la rete RE.A.DY dire che si tratta di una rete di amministrazioni pubbliche è sicuramente corretto ma non dà alcuna informazione su cosa faccia e a cosa serva per cui dire “è nei fatti un progetto ideologico per la promozione e la diffusione dell’omosessualismo”, come si deduce facilmente dalla lettura della Carta d’intenti, informa meglio il lettore (a proposito d’informazione: ma non hanno un sito ufficiale? Io non l’ho trovato).
              Hasta la victoria siempre !!!

              • Gianluca C. ha detto in risposta a Andrea2

                Primo: il D. Lgs. 297/1994 non menziona da nessuna parte il crocifisso, tantomeno agli artt. 159 e 190, quale facente parte dell’arredo scolastico.
                Secondo: non confondere quello che è un atto di parte, quale il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato che tu hai citato, con un atto normativo o legislativo. L’Avvocatura dello Stato, per difendere il proprio “assistito”, può dire quello che vuole. Anche cose che non corrispondono alla realtà dell’assetto normativo.
                Terzo: il presunto “obbligo” dell’esposizione del crocifisso è compiuto attraverso un rinvio non recettizio ad una norma regolamentare. Tecnicamente i regi decreti del 1924 e del 1928 possono essere abrogati con un semplice decreto ministeriale, senza dover passare per il Parlamento.
                Quarto: le norme regolamentari non hanno necessariamente valore vincolante. In particolare è difficile dare significato precettivo ai due regi decreti del 1924 e del 1928, non contenendo nemmeno sanzioni in caso d’inosservanza. In realtà quei regi decreti vanno presi per quello che sono, ossia una mera elencazione dei beni facenti parte dell’arredo scolastico

                • Andrea2 ha detto in risposta a Gianluca C.

                  Non devi dirlo a me, dillo al Governo italiano ed alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
                  Certo che quelli della Corte europea ci farebbero proprio la figura dei “babbaloni” se avessero creduto a “cose che non corrispondono alla realtà dell’assetto normativo”.
                  Hasta la victoria siempre !!!

                  • Gianluca C. ha detto in risposta a Andrea2

                    Ma leggere direttamente il D. Lgs. 297/1994 e in particolare gli articoli 159 e 190, e vedere che non c’entrano a niente con il crocifisso, non è più semplice?
                    La CEDU ha dato ragione allo Stato italiano mica perché l’esposizione del crocifisso fosse stabilita per legge, ma perché ha ritenuto che
                    nulla prova l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo religioso sui muri delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni.
                    Ti prego, non intestardirti. E non perché di legge, per professione, ne so probabilmente più di te, ma perché basta controllare la fonte primaria. Non Wikipedia. Non il ricorso dell’Avvocatura.

                    • Gianluca C. ha detto in risposta a Gianluca C.

                      P.S. A voler essere pedanti, i regi decreti del 1924 e 1928 dispongono la presenza di un crocifisso nelle aule, ma non la sua esposizione. Tecnicamente potrebbe stare benissimo dentro un cassetto (ed eventualmente tirato fuori alla bisogna)

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      E’ vero che gli articoli 159 e 190 alludono genericamente agli arredi scolastici senza specificarli: spero però non ti sfugga che quali siano gli arredi scolastici è chiaramente stabilito dal Ministero della Pubblica Istruzione con Circolare 19 ottobre 1967, n. 367/2527, “Edilizia e arredamento di scuole dell’obbligo”.

                    • Gianluca C. ha detto in risposta a Gianluca C.

                      @Lorenzo
                      Le circolari hanno un valore normativo ancora minore dei regolamenti amministrativi.

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      La Circolare 19 ottobre 1967, n. 367/2527 è stata pubblicata a seguito della Legge 28 luglio 1967, n. 641: “Nuove norme per l’edilizia scolastica e universitaria e piano finanziario dell’intervento per il quinquennio 1967 – 1971”, per chiarire, cosa che la legge non faceva, che l’immagine del re non doveva essere esposta: informarsi no?

                    • Gianluca C. ha detto in risposta a Gianluca C.

                      @Lorenzo
                      Le circolari hanno un valore normativo ancora minore dei regolamenti amministrativi.

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      Da quello che avevi scritto credevo che di legge ne masticassi almeno un po’ di più ma, non essendo così, ti faccio uno schemino:
                      – la Legge 28 luglio 1967, n. 64, art. 30 c. 2 recita “La facoltà spettante al Ministero della pubblica istruzione, a norma degli articoli 119, 120, 121 del regolamento generale sui servizi delle scuole elementari, approvato con regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297, è estesa per l’arredamento delle scuole medie.”
                      – Il Regio Decreto 26 aprile 1928, numero 1297, “Approvazione del regolamento generale sui servizi dell’istruzione elementare (omissis)”, al Capo V “Arredamento scolastico” art. 119, si legge “Gli arredi, il materiale didattico delle varie classi e la dotazione della scuola sono indicati nella tabella C allegata al presente regolamento”: nell’allegato C il crocifisso è la prima voce in ciascuno degli elenchi riguardanti ogni classe, ed il re la seconda.
                      – L’obbligo di esporre il crocefisso è stato quindi sancito dalla Legge 28 luglio 1967, n. 64 e non dalla Circolare 19 ottobre 1967, n. 367/2527, la quale è stata emessa anche per chiarire che la foto del re non doveva essere esposta, ma doveva essere esposta quella del presidente della repubblica.

                      Ti è più chiaro adesso?

                    • Andrea2 ha detto in risposta a Gianluca C.

                      Ma certo che avevo letto prima il DL 1994/297 ed avevo visto che la parola “crocifisso” non vi compare mai e proprio per questo ti ho mandato quanto scritto dai giuristi del Governo italiano ed approvato dalla Corte europea.
                      Io non ho una mentalità giuridica per cui non sono in grado di capire certe finezze ma il fatto che non compaia una parola in una legge per un illustre giurista non conta nulla, infatti lui interpetra le leggi e ne deduce il significato.
                      Il fatto che non ci sia nessuna legge che permetta di far morire di fame e di sete una persona viva non ha salvato Eluana Englaro (che non era né in arresto cardiaco, né in stato di morte cerebrale).
                      Il fatto che nella Costituzione italiana non compaia mai la parola laicità e nemmeno laico non ha impedito alla Corte Costituzionale di dichiarare che “il principio supremo della laicità dello Stato é uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica” (ciò emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione).

                    • Gianluca C. ha detto in risposta a Gianluca C.

                      La L. 64/67 all’art. 30 estende anche alle scuole medie la facoltà di finanziamento, da parte del Ministero, per arredi e attrezzature scolastiche (finanziamento normalmente a carico dei Comuni).
                      Da cosa deduci che la 64/67 abbia fatto assurgere i regolamenti del ’24 e del ’29 ad atti con valore di legge?
                      No, perché o hai ragione tu o ha ragione la Corte Costituzionale, quando scrive (ordinanza 389/2004)

                      l’impugnazione delle indicate disposizioni del testo unico si appalesa dunque il frutto di un improprio trasferimento su disposizioni di rango legislativo di una questione di legittimità concernente le norme regolamentari richiamate: norme prive di forza di legge, sulle quali non può essere invocato un sindacato di legittimità costituzionale

                      Insomma, parafrasando le parole di Andrea2: queste cose non dirle a me, ma alla Corte Costituzionale, che a quanto pare di diritto ne mastica poco

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      ORDINANZA N. 389 ANNO 2004

                      per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE
                      dichiara la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale degli artt. 159 e 190 del d.lgs. 16 aprile 1994, n. 297 (Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado), come specificati, rispettivamente, dall’art. 119 (e allegata tabella C) del r.d. 26 aprile 1928, n. 1297 (Approvazione del regolamento generale sui servizi dell’istruzione elementare), e dall’art. 118 del r.d. 30 aprile 1924, n. 965 (Ordinamento interno delle Giunte e dei Regi istituti di istruzione media), e dell’art. 676 del predetto d.lgs. n. 297 del 1994, sollevata, in riferimento al principio di laicità dello Stato e, comunque, agli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Veneto con l’ordinanza in epigrafe.

                      In parole povere, visto che hai qualche difficoltà a comprendere, la Corte Costituzionale sancisce che le leggi e le norme che stabiliscono l’esposizione del crocefisso nelle scuole non sono in contrasto con la Costituzione.

                      Se poi vuoi anche dilettarti a leggerti perché la sentenza è stata giudicata problematica e pilatesca dai laicisti duri e puri che sono arrivati, per eliminare il crocefisso, fino alla Corte europea diritti dell’uomo ed alla Corte europea, con i risultati che ti sono noti, questo è il sito:
                      http://www.giurcost.org/decisioni/2004/0389o-04.html

                    • Gianluca C. ha detto in risposta a Gianluca C.

                      @Lorenzo
                      La questione è stata dichiarata inammissibile dalla Corte Costituzionale proprio perché ha ritenuto riguardare un regolamento amministrativo e non una legge, e la Consulta decide dell’incostituzionalità delle leggi e non dei regolamenti amministrativi. Se adesso ti è chiaro, bene, se no pazienza, che io non te lo spiego per un’altra volta.

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      Spero non ti sfugga che la legge è una cosa ed i regolamenti un’altra in quanto solo la legge può dichiarare vincolanti determinati regolamenti e non altri: i regolamenti stabiliti per legge hanno valore di legge.

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      Ti faccio un esempio: quando per legge vengono stabiliti gli aumenti agli statali, vengono allegate delle tabelle che regolamentano amministrativamente, livello per livello, quale sia l’aumento che spetta ad ognuno; ritieni forse che quelle tabelle di regolamentazione amministrativa possano essere applicate a discrezione o ritieni che abbiano forza di legge?

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      Concludo inoltre dicendoti che se la legge avesse stabilito, dopo che il cattolicesimo non è più religione di stato, di esporre il crocifisso senza definirlo obbligatorio solo in taluni casi regolamentati amministrativamente ma lo avesse imposto in tutti gli edifici pubblici, allora e solo allora si sarebbe potuto parlare di incostituzionalità.

                    • lorenzo ha detto in risposta a Gianluca C.

                      Nella risposta qui sopra ho per strada un “non”.
                      Questo quello che volevo esattamente scrivere:
                      – se, dopo che il cattolicesimo non è più religione di stato,
                      – la legge NON avesse stabilito di esporre il crocifisso senza definirlo obbligatorio e solo in taluni casi deditamente regolamentati amministrativamente,
                      – ma lo avesse imposto indistintamente in tutti gli edifici pubblici,
                      – allora e solo allora si sarebbe potuto parlare di incostituzionalità.

  7. Francesco ha detto

    Sentir nominare Galileo mette i brividi. Accusato di eresia, condannato, costretto all’abiura e al confino. Ci sono voluti 560 anni perché la Chiesa si scusasse e adesso inneggiamo ad un bentornato medioevo? Ricominciamo anche abbruciare i libri?

    • Brunello ha detto in risposta a Francesco

      A me i brividi vengono quando sento parlare dell’Isis…quello è il vero medioevo

    • Aristocle ha detto in risposta a Francesco

      Galilei…medioevo? Il XVII secolo non era “età moderna”?

    • Tommasodaquino ha detto in risposta a Francesco

      Noi stiamo ancora aspettando che comunisti, fascisti, atei e co. si scusino per i loro crimini al cui paragone la vicenda di Galileo sembra un brutto scherzo mal riuscito. Chissà se ci vorranno 560 anni…ma si sa che quella cricca è migliore dei cattolici oscurantisti…per cui noi siamo fiduciosi

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