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Batterie: Europa svegliati o la Cina detterà legge

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Europa svegliati. Se è vero che il futuro è elettrico e che chi controllerà il mercato delle batterie dominerà il mondo dell’auto, la Cina è in pole position. Si rovescieranno equilibri consolidati da 130 anni. Col tramonto dell’Occidente.

I migliori cervelli da tutto il mondo

Una fotografia molto lucida della situazione è stata scattata dalla Nikkei Asian Review (guarda), con una descrizione della manovra impostata a suo tempo dal governo cinese. Da un lato far crescere le aziende nel mercato interno con generosi sussidi agli acquirenti di auto a batterie. Dall’altro finanziando la ricerca con progetti che hanno attirato cervelli (strapagandoli) anche dalle migliori aziende europee come le tedesche Bosch e Continental e la francese Valeo. 

L’Europa finora ha sonnecchiato. Si è limitata a stringere accordi con i fornitori del Far East per evitare di restare senza batterie, quando (ormai ci siamo) la produzione di elettriche andrà a regime. Solo da un anno è partito il progetto European Battery Alliance-EBA (qui l’articolo), voluto dall’Europa, ma l’unico Paese a crederci veramente sembra la solita Germania. Che ha stanziato un miliardo di euro per far sì che a regime il 30 % delle batterie prodotte a livello globale sia made in Europe. Ma i multipli cinesi sono infinitamente superiori.

Batterie: chi fornisce chi

Questa tabella è ripresa dalla Nikkei Asian Review

Sette produttori cinesi tra i primi dieci

L’efficacia della politica cinese è oggi riassunta in un dato: nella top ten dei fornitori mondiali di batterie al litio ci sono sette aziende cinesi. Gli stessi giapponesi, che con il predominio della Toyota nell’ibrido (con Panasonic) avevano acquisito un certo vantaggio, si sono concentrati sullo studio delle batterie allo stato solido. Che sono sulla carta migliori, garantendo tra l’altro un’autonomia estesa del 40%, ma saranno industrializzatili su larga scala solo a partire dal 2030, forse.

Wang Chuanfu (al centro), fondatore e numero uno di BYD

E la stessa Nissan, che con la Leaf produce l’auto elettrica più venduta al mondo, aveva creato con la NEC una joint-venture per produrre le batterie. Ma una guerra dei prezzi l’ha costretta a cederla a un gruppo cinese che produce energie da rinnovabili. E così i cinesi dominano il mondo: leader mondiale è la CATL, mentre al terzo posto si piazza la BYD, con la Panasonic al secondo posto come unica intrusa. Secondo Bloomberg New Energy Finance, nel 2021 la Cina produrrà il 70% delle batterie di tutto il mondo. Vediamo chi sono i due colossi che dominano questo business.

CATL, un leader mondiale nato nel 2011

La storia di CATL (Contemporary Amperex Technology Ltd) la dice lunga sulla velocità a cui corre la Cina. È stata fondata nel 2011 come spin-off di TDK, l’azienda che fornisce le batterie ai grandi produttori di telefonini, tra cui la Apple. In giugno ha raccolto in Borsa un altro miliardo di dollari, con cui consolidare il suo status di leader mondiale. L’anno scorso la vendite complessive hanno riguardato batterie per 11.8 GWh, ovvero 6.8 GWh in più dell’anno precedente, ma ora CATL sta costruendo un nuovo impianto da 24 GWh a Nindge. E nel 2019 aprirà una nuova fabbrica in Germania, il suo primo stabilimento all’estero. Attualmente i produttori di batterie sono una sessantina in Cina, ma è in corso un processo di concentrazione che li ridurrà a una ventina. Non c’è dubbio che la CATL sarà tra questi, grazie a enormi mezzi finanziari e a uno staff di prim’ordine, reclutato in tutto il mondo grazie al programma governativo Thousand Talents Plan. Tra questi c’è il direttore tecnico Bob Gaylen, considerato un’autorità a livello mondiale nel campo delle batterie.

BYD rilancia con la mega-fabbrica

BYD, non è che stia a guardare: da pochi mesi ha aperto una fabbrica da 24 GWh nella provincia di Qinghai, a duemila km dal suo quartier generale di Shenzhen. Il motivo di questa scelta è semplice: il nuovo impianto è a pochi km dal più grande lago salato del Paese, Chaerhan, dove si concentra l’80% delle riserve cinesi di litio. Per i canoni cinesi BYD è quasi un’azienda vecchia: è nata nel 1995, con un acronimo che significa Build Your Dreams (Costruisci i tuoi sogni).

Un bus elettrico della BYD in uso alla GTT a Torino

E i sogni del colosso di Shenzhen hanno i piedi ben piantati per terra: oggi è il primo costruttore cinese di veicoli alternativi e il leader mondiale nella costruzione di bus elettrici (in Italia in uso a Torino). Ma  Wang Chuanfu, il numero uno di BYD, non si ferma qui: vuole quadruplicare la sua capacità produttiva investendo altri 3 miliardi di dollari. In Cina lo chiamano “il re delle batterie” e vuole recuperare una leadership soffiatagli dal rivale Zeng Yugun, il boss di CATL.

SECONDO NOI. Non sarà solo una guerra di quantità: intelligentemente il governo di cinese sta spostando il tiro degli incentivi per far sì che si punti anche sulla qualità. Gli aiuti vengono dati solo a chi compra auto con batterie dotate di una certa autonomia. Essere elettrici non basta. Europa svegliati, la Cina sta costruendo una leadership per una nuova duratura leadership, nel secolo cinese. Non parliamo dell’Italia, poi…

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