Insonnia d'amore voleva confondere le nostre aspettative sull'amore

A trent'anni dall'uscita della leggendaria commedia romantica, è tempo di tirare le somme: solo una scettica come Nora Ephron poteva realizzare uno dei film più sentimentali del genere
Insonnia d'amore voleva confondere le nostre aspettative sull'amore
From Everett Collection

«Andiamo?» chiede Sam (Tom Hanks) a Annie (Meg Ryan) prendendole la mano mentre spira una leggera brezza e la musica aumenta di volume. Il vedovo di Seattle e la giornalista di Baltimora finalmente s'incontrano in cima all'iconico Empire State Building, il giorno di San Valentino, mentre il figlio di Sam, Jonah (Ross Malinger), li guarda adorante. Questo è solo l'inizio della loro storia d'amore, ma è la fine di Insonnia d'amore, uscito 30 anni fa e oggi ricordato come una delle migliori commedie romantiche di tutti i tempi.

Dispiegata nel periodo tipicamente uggioso tra Natale e San Valentino, la storia tra Annie e Sam inizia grazie a un programma radiofonico, al quale il piccolo Jonah partecipa con una richiesta: trovare una nuova moglie per suo padre. A un certo punto, Sam viene praticamente costretto a prendere parte alla chiamata. Una volta in linea, descrive in modo straziante il momento in cui si è innamorato della madre di Jonah: «Lo capii la prima volta che la toccai», dice, «toccarla era come entrare in casa, ma in una casa che non avevo mai conosciuto». A migliaia di chilometri di distanza, Annie, che vive sulla sponda opposta degli Stati Uniti, è una delle tante ascoltatrici affascinate dalla storia, forse anche dal solo suono della voce di Sam. Da lì nasce l'idea di un viaggio per incontrarlo.

«Tu non vuoi essere innamorata, tu vuoi essere innamorata in un film», dice la migliore amica di Annie, Becky (Rosie O'Donnell), un avvertimento al personaggio e un riassunto del motivo per cui Insonnia d'amore, diretto da Nora Ephron da una sceneggiatura di Ephron, David S. Ward e Jeff Arch, è ancora attuale a distanza di tren'anni.

Candidato a due premi Oscar e uno dei film di maggior incasso del 1993, Insonnia d'amore è il genere di pellicola che conforta e confonde allo stesso tempo: «E se qualcuno che non hai mai visto, incontrato o conosciuto, fosse l'unica persona giusta per te?», recita la sua tagline, una premessa perfetta sia per un film horror sia per una storia d'amore. La visione ripetuta permette di godere anche dei piccoli particolari – una Gaby Hoffmann bambina che prenota il volo di Jonah per New York, Rob Reiner che spiega come si rimorchia negli anni 90 a un Sam stupefatto – ma può anche lasciare lo spettatore stordito. Come ha scritto Roger Ebert nella sua recensione: «Insonnia d 'amore è effimero come un talk show, studiato come un late show, eppure così caldo e delicato che ho sorriso per tutto il tempo».

La regista Nora Ephron, che ha infilato Insonnia d'amore tra Harry, ti presento Sally (1989) e C'è posta per te (1998), ha compreso il mix di aspro e dolce necessario per ubriacare d'amore. Secondo il produttore cinematografico Gary Foster, Ephron fu assunta come «una newyorkese un po' cinica che cercava di mettere un po' di pepe nella favola»; mentre Ephron disse a Rolling Stone, nel 1993, di essere solo «in cerca di un'iniezione di denaro». Ma sapeva bene in che direzione voleva andare e parlando del film una volta disse: «Il nostro sogno era realizzare un film su come i film t'incasinano il cervello sull'amore, poi, se avessimo fatto un buon lavoro, saremmo diventati uno dei film che avrebbero incasinato il cervello della gente sull'amore per sempre».

La sceneggiatura è contrappuntata dalla pungente arguzia di Ephron, compreso un riferimento al «nazista delle zuppe» precedente a Seinfeld. (A un certo punto, Annie entra nel suo ufficio al Baltimore Sun e sente la coda del discorso di un collega: «È l'uomo più cattivo del mondo, ma fa la migliore zuppa che abbiate mai mangiato»). C'è anche il seguente scambio di battute all'interno dell'ufficio:

Collega: È più facile essere uccisi da un terrorista che sposarsi dopo avere superato i quaranta.

Annie: Non è vero.

Becky: Ma sembra vero.

Ma il DNA smaccatamente romantico del genere non si è smarrito. Quando dopo vari passaggi la sceneggiatura arrivò tra le mani di Ephron, nonostante il suo disappunto Un amore splendido (1957) era già diventato un punto di riferimento. La prima volta che vide la storia d'amore che aveva come protagonisti Cary Grant e Deborah Kerr, era «una ragazzina senza speranza e senza esperienza», ha dichiarato Ephron a Rolling Stone. Da adulta, ha proseguito, «guardo questo film e mi domando a che cosa stavo pensando». In un'altra intervista è stata più categorica e ha definito Un amore splendido un film «strappalacrime» che fa appello al «nucleo masochistico più profondo di un individuo… Sembra davvero aggrapparsi a quelle patetiche fantasie femminili».

Ephron si rese conto che l'unico modo per criticare, senza deluderle, le aspettative suscitate da film come Un amore splendido o Un grande amore (1939) era quello di scrivere un film uguale a quelli. «Stiamo cercando di avere la botte piena e la moglie ubriaca», dichiarò a Rolling Stone. «Cerchiamo di essere intelligenti, sofisticati e divertenti facendo film di questo genere, ma vogliamo esserlo anche noi».

Il concetto appare molto chiaro nella scena in cui Rita Wilson (moglie di Hanks, che in Insonnia d'amore interpreta sua sorella) riassume Un amore splendido in modo lacrimevole. «Quella scena non aveva nessun senso», ammetterà in seguito Ephron. «Non fa avanzare la trama. Semplicemente, non si può immaginare il film senza di esso, perché è la sua stessa essenza».

Tuttavia, a differenza delle commedie romantiche più recenti, Insonnia d'amore non strizza l'occhio al suo pubblico e non storce il naso di fronte all'idea che i film possano influire sulle questioni di cuore. «Il matrimonio è già abbastanza complciato senza abbassare le aspettative», dice il fidanzato di Annie, Walter (Bill Pullman, che ha avuto il suo momento di gloria incrociando Sandra Bullock in Un amore tutto suo del 1995), mentre il loro rapporto si chiude senza tanti fronzoli. Meglio raggiungere le stelle che accontentarsi delle briciole, credeva Ephron: «Abbiamo tutti aspettative irrealistiche», diceva, «ma questa non è una ragione per rinunciare a innamorarsi in un modo che ci faccia sentire importanti e magici».

È questa combinazione di sentimentalismo e scetticismo a far brillare Insonnia d'amore. All'inizio del film, sia Annie sia Sam dicono di avere rinunciato per motivi diversi a ogni idealismo. Sam ha avuto un amore magico con la sua defunta moglie, Maggie (Carey Lowell), che non crede possa ripetersi. Annie, invece, rifiuta quel genere di amore, accontentandosi di un rapporto sicuro con il povero Walter, buono e allergico. «Il destino è una cosa che ci siamo inventati per non affrontare il fatto che tutto succede in modo assolutamente casuale», dice Annie nello stesso film in cui finisce per perseguitare Sam e Jonah sia su Internet sia nella vita reale.

È proprio questa trasformazione – l'abbandono della realtà al servizio dell'intangibile – a spingere Billy Crystal alla festa di Capodanno, a sollevare lo stereo portatile sopra la testa di John Cusack, a far sì che Julia Roberts chieda a Hugh Grant di amarla e, sì, a condurre Annie e Sam verso lo stesso iconico edificio di New York nonostante non si siano mai parlati. Come ha detto Ephron a Rolling Stone: «Non c'è nessuno più romantico di un cinico».

Trent'anni dopo quell'incontro venerato, Insonnia d'amore è ancora in grado di affascinare ottimisti e miscredenti. Per quanto sia chiaro che Ephron sapesse tutto – dall'importanza di una buona ricetta per condire l'insalata all'identità di Gola Profonda – una volta scherzò con la sua consueta arguzia e leggerezza sull'ipotesi di diventare la futura «regina della commedia romantica», dicendo a Rolling Stone: «Trovo esilarante anche solo pensarlo!». Ma il destino, come spesso accade, sembra essere intervenuto.