Lapo Elkann: «Il mio impegno per rilanciare l'Italia parte dalla diversità»

Il valore delle diversità è al centro della nuova campagna di Italia Independent, il brand del poliedrico imprenditore. Che, in questa intervista esclusiva, lancia un appello al prossimo governo, qualunque esso sia. Offrendosi, pubblicamente, in aiuto al Paese che ama
Lapo Elkann «Il mio impegno per rilanciare l'Italia parte dalla diversità»

Non tutte le campagne stampa sono uguali. E non è solo una questione di quanto forti, provocatorie, audaci o scabrose possano essere (o risultare) le immagini per promuovere una collezione, una linea o un prodotto. #EveryONE, la nuova campagna di comunicazione di Italia Independent ha una forza che va al di là delle sue semplici, seppur bellissime, immagini. Perché ha la potenza della verità, la dirompenza del coraggio e l'intensità del messaggio.

Lapo Elkann, fondatore, direttore artistico e deus ex machina del brand, vuole in questo modo ribadire un concetto forse non nuovo, ma certamente sempre da sostenere. Ovvero: il valore delle diversità  - razziali, sessuali, religiose o politiche - e dell'unicità dell'individuo. L'irripetibilità che caratterizza ogni singolo essere umano.

Incontriamo Elkann per parlare delle immagini evocative e dense di questa campagna, la cui direzione artistica è stata curata dal talentuoso regista Alexi Tan. Ad aspettarci è un fiume in piena, tumultuoso ma accogliente. Negli occhi, l'urgenza pacata di raccontarsi in questo momento della sua vita, vissuta da sempre sotto i riflettori.

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Italia Independent, Garage Italia, Independent Ideas sono i nomi delle sue creature imprenditoriali... L'Italia sembra essere una costante per lei, sempre al centro dei suoi pensieri.«Garage Italia vuole portare nel mondo il meglio dell'italianità, dell'eccellenza del Made in Italy, e io mi sento un baluardo e un ambasciatore di quest'Italia. Il mio hashtag, non certo nuovo, è però semplice ma vero: "italians do it better", ma anche "love Italy". Quello che mi augurerei è che chiunque sarà alla guida del nostro Paese ami l'Italia quanto l'amo io e quanto la amano tanti imprenditori come me. Noi imprenditori, oggi, non abbiamo il supporto del governo, non siamo aiutati dalle strutture, il sistema del Paese non ci sostiene. Se un imprenditore vuole concretizzare idee e progetti, in Italia, deve sbattersi dieci volte più di quanto debbano fare i francesi o i tedeschi. Non è giusto».

Lei come ha fatto a dare vita ai suoi progetti?«Io sono riuscito a fare le cose senza l'aiuto del sistema perché sono un privilegiato. Me ne rendo conto.  Ma credo che chi vive in questo Paese - e paga le tasse, e investe qui e crede in questo Paese e lo sostiene - beh, un aiuto da parte del sistema e del governo possa lecitamente aspettarselo. E invece molti imprenditori meno conosciuti di me devono lottare dalla mattina alla sera, facendosi in quattro tutti i giorni, per avere successo, senza poter contare su nessuno. Il talento e le capacità andrebbero premiati con la visibilità, sostenuti, aiutati, protetti... più di quello che comunque si è iniziato a fare a livello di azione governativa. Per quanto potrò e sarò in grado di fare, in Garage Italia vorrò proprio aiutare, stimolare e sostenere i giovani imprenditori con delle idee. Voglio essere generoso, in questo senso, e dare visibilità a chi non ce l'ha. Credo di essere un buono, ma non mi definisco un "coglione". In Italia invece spesso i due concetti vengono confusi. Sono generoso, ma non perché mi aspetto in cambio dei favoretti, come molti fanno».

Tra un mese, verosimilmente, avremo un nuovo governo. Quale provvedimento vorrebbe venisse preso subito per aiutare l'imprenditoria italiana?«Non mi permetterei di dare consigli. Ma quello che mi auguro, come tutti gli italiani, è che chi andrà al governo governi, invece di parlare. Abbiamo sentito tantissime persone davanti a un microfono a raccontare tante belle storie, ma le storie sono per chi scrive romanzi o per i giornalisti come lei. Non per i politici. Io sono per la politica del fare. E fare vuol dire mettere le mani nella merda. Invece di passare tempo nei ristoranti o in tv, gli uomini al potere dovrebbero stare sul territorio e mettere in atto le storie che raccontano. Macron, ad esempio, ha raccontato tante storie, è vero... ma le sta anche trasformendo tutte in fatti. Mi auguro accada lo stesso in Italia. Chiunque vada al governo. Quello che gli italiani e gli imprenditori italiani vogliono sono efficenza ed efficacia, che permettano di regalare al Paese una struttura solida. Paghiamo le tasse, ma i servizi in cambio non li abbiamo».

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Perché ama l'Italia così tanto?«Siamo il Paese, nel mondo, con più bellezze storiche e artistiche. L'Italia – anche se penalizzata dagli individualismi regionali e locali - non ha nulla da invidiare a nessuno. Tempo fa andai in Israele per proporre all'allora presidente Shimon Peres di fare una campagna di marketing per rilanciare il Paese. Sono ebreo, Israele mi sta molto a cuore; tuttavia mi rendo conto che spesso può risultare ostile al resto del mondo, nonostante sia uno dei luoghi più all'avanguardia del pianeta, pieno di grandi talenti. È un Paese verso cui il mondo non sempre riesce a provare empatia... un sentimento che forse è più comune provare verso la Palestina. Adesso mi sento pronto per fare pubblicamente una proposta per l'Italia. Io, gratis, sarei onorato di aiutare il nostro Paese a rilanciarsi in termini di comunicazione a livello mondiale. Voglio "vendere" l'Italia, le sue qualità, le sue bellezze e specificità, nel mondo. Mi offro volontario, a disposizione di qualsiasi governo avremo da qui a un mese. Sogno di aiutare il mio Paese».

Quello che propone, in altre parole... vuol dire mettersi in politica?«No. Niente politica, né soldi, lo ripeto. Sarei onorato di offrire il mio tempo, le mie capacità e la mia creatività per sostenere il mio Paese. È un impegno sociale il mio, non politico».

Che cosa la spinge a proporsi pubblicamente in questo modo?«Fino all'anno scorso mi sono dato da fare per Israele e per l'Ospedale Tel Ashomer. A un certo punto ho deciso di creare LAPS, Libera Accademia Per Progetti Sperimentali, completamente rivolta all'Italia, che si dedicherà alla prima infanzia, dai 4 ai 14 anni. Ci occuperemo di problematiche come gli abusi, la dislessia, l'iperattività. Aiuteremo bambini "diversamente abili" a integrarsi a scuola. Ma ci concentreremo anche sul reinserimento nella società dei genitori che hanno problematiche legate alla tossicodipendenza, aiutandoli a riacquistare il diritto di occuparsi dei loro figli».

Perché?«Molti di questi temi mi hanno toccato e mi toccano. Sono stato iperattivo, sono stato dislessico, sono stato abusato sessualmente, ho avuto problemi di dipendenza. Quest'ultima è stata una grande battaglia, nella mia vita. Oggi posso dire di essere in un buon momento, e di essere capace di aiutare chi vive le stesse difficoltà che ho vissuto io. La dipendenza è stata una problematica che mi ha accompagnato per 20 anni della mia vita. L'ho combattuta».

La sua è una forma di generosità...«Essere generosi è importante, è l'unico modo per andare avanti. Come singoli e come società. Su certe aree, nelle quali mi sento di poter dare un contributo, voglio essere generoso. Ma voglio ripeterlo: non ha nulla a che fare con la politica, tutto ciò. Vorrei dare vita a un movimento popolare molto semplice. L'hashtag potrebbe essere un cuore e la bandiera italiana. Chi ama l'Italia, con un gesto semplice ogni giorno può migliorare il Paese. Vorrei essere uno dei primi a farlo. Credo nella mia patria, credo che il mio Paese abbia bisogno di aiuto e di stimoli. Io sto dicendo: io ci sono. Se altri vogliono farlo, facciamolo assieme, per risvegliare l'amore per il nostro Paese. Un amore che chi guida il paese, forse, non ha».

Parlava prima di simpatia. Si è mai chiesto perché lei è così simpatico, nonostante tutto, agli italiani?«La ringrazio, ma non sta a me dirlo. Amo l'Italia oltre misura e sono molto orgoglioso di essere italiano. Voglio fare di tutto per portare il mio Paese in alto. Quando parlo con gli italiani, sono critico in modo selvaggio nei confronti di quello che qui non funziona, ma all'estero difendo l'Italia comunque sempre a spada tratta, quando ne sento parlare male. Amo questo paese come il figlio che ancora non ho. Per rispondere alla sua domanda, penso che nella mia vita ho avuto molte fortune e molte sfortune. Nel lungo termine, però, sono state queste ultime a portarmi davvero fortuna. Perché sono caduto e mi sono rialzato più di una volta, rimettendomi in discussiome. Le persone che stimo di più sono quelle capaci di ripartire, di cambiare, di ricostruirsi, di rigenerarsi e di ricrearsi. Nella mia vita personale e privata, ma anche in quella professionale, nel bene e nel male ho avuto più di una volta il dovere e la necessità di reinventarmi, fin da bambino. Ma non sono l'unico. Tutti hanno una vita difficile, per un motivo o per l'altro. Chi non ha i soldi, chi ha un fratello malato, chi è fragile emotivamente, chi ha la madre morta... la gente non si riconosce solo nei vincenti. La gente si riconosce anche in quelli come me, che sanno rialzarsi e ricominciare. Mettendo passione e amore nelle cose che si fanno. La gente si rispecchia in chi non indossa maschere, in chi non fa finta di essere quello che non è».

Bisogna dargliene atto: lei non lo ha mai fatto.«Da quando comunico non mi sono mai nascosto. Ed è per questo che sono più amato dalla gente normale che da chi ha il potere. Amo gli esseri umani, e ho voluto dirlo con questa nuova campagna estremamente forte che ho voluto fare per Italia Independent. La campagna si chiama #EveryONE: parliamo delle diverse etnie, ma anche dei diversi modi di vivere la propria sessualità. Vogliamo avvicinare le persone, vogliamo celebrare tutte le differenze. Nel mondo di oggi le differenze non possono più dare fastidio a nessuno, è inconcepibile non poter essere ciascuno quel che si è. Trovo assurdo, ad esempio, che la Chiesa cattolica osteggi i matrimoni omosessuali. Con la mia azienda vogliamo avvicinarci a quella che è considerata la diversità. Perché diversità vuol dire forza, scambio di interessi, vuol dire apportare novità. La diversità è una qualità che deve essere protetta, preservata e vissuta per quello che è: un valore».