Ultimo, Mudimbi e Mirkoeilcane: «La nostra vittoria, una speranza per tutti»

L'incontro con i vincitori delle Nuove Proposte al Festival di Sanremo 2018
Ultimo Mudimbi e Mirkoeilcane «La nostra vittoria una speranza per tutti»

«Un'esperienza fantastica, il punto di arrivo di un percorso iniziato all'età di 8 anni in conservatorio»: all'indomani della vittoria nella sezione Nuove Proposte del 68esimo Festival di Sanremo, Ultimo - ma solo di nome, in classifica è primo - racconta la goia più grande dopo anni di difficoltà e tribolazioni. «Su questo palco sono finalmente riuscito a concretizzare l'idea che nella mia vita non ci sia solo spazio per delusioni e sconfitte ma anche vittorie. E con questa vittoria voglio regalare la speranza a tante persone, soprattutto ragazzi, che soffrono la solitudine e che sentendo le mie canzoni riescono a sentirsi un po' meno soli».

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Venerdì sera, stringendo il premio tra le mani, una dedica al fratello («vincerai la tua battaglia») aveva colpito tutti. Di questa battaglia, però, non parla. «È stato un gesto spontaneo, l'ho fatto per lui e basta, non voglio impietosire».

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Al suo fianco, in conferenza stampa, i colleghi «di podio» Mudimbi e Mirkoeilcane. Per quest'ultimo, in particolare, essere arrivato secondo è una soddisfazione bella e soprattutto «imprevista»: «Sono felice che anche i giovani si siano appassionati a un brano che evidentemente non è vicino a ciò che in genere gli viene propinato. Il ballo delle incertezze non è un pezzo radiofonico e va ascoltato almeno quattro, cinque. Eppure, anche camminando qui per Sanremo, tanti bambini mi hanno fermato per fare una foto con me ed è la cosa che mi fa più felice, perché la mia canzone fa riferimento soprattuto a quel pubblico lì. Una ragazza mi ha scritto: "Grazie perché prima di acoltare la tua canzone ero razzista"».

Al terzo classificato Mudimbi, invece, la cosa che ha regalato più emozione è stato «vedere all'Ariston la gente che rideva di gusto e batteva il tempo con le mani mentre cantavo. Mi ha fatto capire che riesco ad arrivare anche a un pubblco non mio». Un inno alla gioia, il suo, che pure nella vita ne ha passate tante. «La mia vita non è stata rosa e fiori, ma ottimista ci sono diventato, mi impegno ogni giorno per ricordarmi di esserlo. In questo senso, Il mago è proprio un promemoria che io faccio a me stesso: so che la vita a volte può fare veramente schifo però le cose belle ci sono sempre. Essere felici non è facile, infatti tutti si lamentano perché è comodo e ci piace essere compatiti. Io mi sforzo di fare il contrario, non sono ancora cintura nera in questo ma ci diventerò».