Nave Diciotti: scesi i migranti, Salvini indagato

Accolti da Chiesa, Albania e Irlanda hanno tutti lasciato l'imbarcazione dove sono stati per 10 giorni. Il ministro dell'Interno contro la procura di Agrigento
Nave Diciotti scesi i migranti Salvini indagato

Cento ospitati in una struttura della Conferenza Episcopale Italiana, 20 in Albania e altrettanti in Irlanda. È questa la sorte dei migranti rimasti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera dal giorno di Ferragosto e bloccati per giorni nel porto di Catania. Solo quando è arrivata la certezza del collocamento c’è stato il via libera del Viminale per lo sbarco. Era appena passata la mezzanotte.

Sul molo di Levante del porto catanese sono arrivati la Croce rossa per la situazione sanitaria, quindi la polizia scientifica per il foto segnalamento e le organizzazioni umanitarie per le domande di asilo. Sulla nave c’erano una maggioranza di eritrei. Saranno loro ad andare nella struttura di Messina messa a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana che avrebbe avuto un ruolo chiave nel risolvere la situazione. Gli altri andranno verso l’Irlanda, paese comunitario, e l’Albania, che è fuori dalla Ue.

In totale a bordo della nave erano in 192: 15 sono sbarcati a Lampedusa per motivi di salute, i 27 minori hanno lasciato la nave a Catania e sabato 25 agosto anche altri 16 sono scesi per essere ricoverati, fra loro le 11 donne a bordo, tutte violentate in Libia. Quattro donne sono rimaste a bordo perché non volevano essere separate dalle persone che erano con loro. Per tutto il tempo dello sbarco sono rimasti sulla banchina rappresentanti delle organizzazioni umanitarie e ci sono state contestazioni.

È intervenuta anche la magistratura. La Procura di Agrigento ha indagato il ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale. Con lui è indagato anche il capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, già prefetto di Bologna. Secondo i magistrati, avrebbero privato illegalmente della libertà personale i profughi soccorsi dalla nave Diciotti. La decisione è arrivata dopo che il capo dei pm agrigentini Luigi Patronaggio ha sentito a Roma due alti funzionari del Ministero dell'Interno come persone informate sui fatti.

Per il Viminale quella della nave Diciotti a Catania era solo una sosta tecnica, non l’approdo definitivo, in attesa di un’apertura da parte dell’Europa sulla divisione dei migranti da accogliere. Apertura che non è mai arrivata e che ha portato l’Italia a minacciare una mancata contribuzione al bilancio comunitario. Il mancato sbarco era dovuto al fatto che, in base alle regole di Dublino, se sbarcati i migranti avrebbero dovuto essere gestiti dall’Italia. La procedura aperta contro il ministro dell’Interno passa al tribunale dei ministri e necessita dell’autorizzazione del Senato visto che Salvini è eletto a Palazzo Madama.

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Immediata la risposta di Salvini dalla festa della Lega di Pinzolo. «Indagano un ministro che difende i confini del Paese. È una vergogna, ma non ci fermeranno. Aspetto con il sorriso il procuratore di Agrigento, voglio spiegargli le mie ragioni. Aspetto un procuratore che indaghi i trafficanti e chi favoreggia l'immigrazione clandestina. Gli ricordo che gli scafisti comprano armi e droga che poi viene spacciata magari fuori dalle scuole dei nostri figli». Su Facebook il ministro ha ringraziato i suoi sostenitori. «State tranquilli, non ho paura di nulla: indaghino, mi interroghino, mi arrestino. Io sono FIERO di battermi per difendere i confini, tutelare la sicurezza degli italiani e proteggere il futuro dei nostri figli».

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