QuBì 2019, 23 «ricette» di quartiere per contrastare la povertà dei bambini a Milano

Sono stati presentati i progetti selezioni da «Al Bando le Povertà!». Per realizzarli sono stati messi a disposizione 5 milioni di euro
QuBì 2019 23 «ricette» di quartiere per contrastare la povertà dei bambini a Milano

Nella sola città di Milano, capoluogo della provincia eletta migliore d’Italia per qualità della vita, ci sono oltre 20mila bambini che vivono sotto la soglia di povertà. Arrivano per loro 23 progetti selezionati per lo loro attraverso l’operazione «Al Bando le Povertà!» di QuBì, il Programma contro la povertà infantile, promosso da Fondazione Cariplo, con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo, Fondazione Invernizzi e Fondazione Fiera Milano e in collaborazione con il Comune di Milano.

Si chiamano «ricette» a ricordare che il problema è prima di tutto alimentare, ma sono in realtà progetti di più ampia inclusione per realtà del terzo settore, gruppi economici e sociali.

Queste 23 «ricette» vengono da 25 quartieri milanesi coinvolti e hanno un unico obiettivo: «aumentare efficacia ed impatto delle singole azioni di contrasto alla povertà» cercando anche di sperimentare una modalità di risposta replicabile in altri contesti.

Un piano triennale di finanziamento mette a disposizione 25 milioni di euro e già nel 2018 sono stati attivati interventi per rafforzare i percorsi di accompagnamento delle famiglie e per contrastare la povertà alimentare. Ora arriva «Al Bando le Povertà!» che ha coinvolto 557 organizzazioni in 23 reti cittadine. Toccherà a loro gestire un budget di quasi 5 milioni di euro per realizzare concretamente nei quartieri i programmi di aiuto alle fasce più deboli della popolazione.

«L’analisi di tutti i dati che abbiamo raccolto», ha detto Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo, nell’incontro di presentazione dell’iniziativa moderato da Enrico Mentana, «ha dato le conferme che purtroppo immaginavamo. Sono tanti, troppi i bambini e le famiglie che non hanno abbastanza per vivere dignitosamente a Milano e la situazione non è diversa nel resto del Paese. L’unico modo per affrontare il problema è con un modello di intervento che chieda a tutte le forze in campo di lavorare insieme, contrastare il problema e trovare le soluzioni per risolverlo. Ecco perché i 23 progetti sono importanti: perché puntano a mobilitare l’intero sistema, pubblico, privato e privato sociale con soluzioni che partono dal basso, dalle necessità di chi vive la difficoltà in prima persona».

Si stima che un sostegno arriverà a quasi 60mila abitanti della città, dei quali la metà sono bambini ed adolescenti. Come? Da parte del Comune con il rafforzarsi della presenza degli assistenti sociali, in generale con la gestione e l’elaborazione dei progetti e, sul versante povertà alimentare, con l’incrementarsi delle attività già partite lo scorso anno.

Nel 2018 il Programma QuBì ha sostenuto l'attivazione del primo Emporio della Solidarietà di Caritas Ambrosiana a Milano, nel quartiere Barona, in via San Vigilio 45.In collaborazione con il Banco Alimentare sono stati avviati due Hub di raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari cittadine.

Nei primi 8 mesi di attività degli Hub sono stati recuperati 58.476 kg di eccedenze alimentari, redistribuiti a 23 strutture caritative sul territorio. L’obiettivo per il 2019 è l’apertura di nuovi Empori della Solidarietà, oltre all’ottimizzazione degli Hub del Banco Alimentare per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari.

Come ricordato da Paolo Morerio, Presidente della Fondazione Peppino Vismara «il programma QuBì nasce dalla constatazione che a Milano, una delle città più importanti e sviluppate d’Europa, esistono ancora diffusi fenomeni di povertà che colpiscono soprattutto le fasce più fragili, i minori. Nel programma non sono in gioco solo 25 milioni di euro, ma abbiamo messo in campo competenze diverse, sia interne alle Fondazioni sia presenti nei territori nelle numerose realtà associative e di quartiere, con il fondamentale contributo del Comune. È uno sforzo cittadino, che quindi richiede costanza, collaborazione e tempi lunghi per essere efficace, ma che vorrebbe rappresentare una svolta e anche un esempio, auspicabilmente replicabile per altre aree del nostro Paese».

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