«Mi hanno marchiata a fuoco», i racconti (illustrati) dei piccoli migranti

I minori non accompagnati che vivono nei centri di accoglienza in Italia sono circa 18 mila. Hanno tutti attraversato il mare e il deserto per inseguire un sogno. E adesso vogliono realizzarlo. Il progetto
«Mi hanno marchiata a fuoco» i racconti  dei piccoli migranti

«Se avrai dei figli dovrai spiegare perché hai questo segno, dovrai raccontare loro la tua storia». E. è nigeriana ed è arrivata in Italia quando aveva 17 anni, nel luglio del 2016.Quando un uomo in Mali l'ha marchiata a fuoco è stato per vendetta. Voleva fosse la sua schiava per sempre. Lì E. era costretta a prostituirsi, dopo essere stata ingannata da un'amica che le aveva promesso un lavoro. Facendolo si è messa da parte i soldi per il viaggio.

La sua storia è raccolta nel progetto Storie illustrate di minori migranti, realizzato dalla giornalista Claudia Bellante, il fotografo Mirko Cecchi e l'illustratrice Michela Nanut, che ha rielaborato parte dei loro racconti rendendoli visibili. E, se possibile, più leggeri. «Il nostro lavoro è nato in collaborazione con la ong Terre des Hommes», ci spiega Claudia Bellante. «Dal 2011, grazie al progetto Faro, accoglie i migranti al porto di Pozzallo offrendo sul posto e nei centri di accoglienza di Scicli, Siracusa e Catania, assistenza psicologica e psicosociale ai minori stranieri e alle famiglie con bambini».

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E. è una dei 18mila minori non accompagnati (dati Save The Children) arrivati in Italia e che oggi vivono nelle strutture di accoglienza a loro dedicate. Quando compiranno la maggiore età, per alcuni tra pochi mesi, verranno trasferiti nei centri per adulti.

«Il lavoro che c’era era la prostituzione», ha raccontato E., stringendo il suo peluche bianco, dalla sua stanza all'interno del centro di accoglienza in Sicilia. Non è facile parlare, ripercorrere i mesi di viaggio e violenza. Come molte altre sue compagne di viaggio, E. è solo una bambina.

«Volevo tornare indietro ma non avevo i soldi. Lei mi ha picchiata, mi ha chiuso in una stanza. Io urlavo. Sono rimasta rinchiusa per un mese. E poi ho dovuto farlo. Quando sono tornata a casa mio papà mi ha chiesto cosa avevo fatto ma io non gli ho detto nulla. Ma le persone del villaggio mi ridevano dietro. Io non ho resistito e sono partita di nuovo».

I ragazzi protagonisti di Storie illustrate di minori migranti arrivano dalla Nigeria, dal Gambia, dal Marocco e dalla Guinea.

«Il nostro obiettivo, contro un'informazione che spesso tratta i migranti come numeri, era raccontare storie personali e trasformarle in avventure», continua Claudia Bellante. «In fondo sono dei ragazzi che hanno attraversato il mare e il deserto per inseguire un sogno. Ce l'hanno fatta, nonostante tutto e non vanno puniti per questo».

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