Elsa Fornero: «Voto Emma Bonino, l'unica seria in un panorama deludente»

Matteo Salvini? «Un fissato». Il Pd? «Una doppia delusione». Così l'ex ministro del Lavoro spiega la sua scelta: «L'unica possibile in questa campagna elettorale, che sembra una maionese impazzita»
Elsa Fornero «Voto Emma Bonino l'unica seria in un panorama deludente»

«Voterò Emma Bonino». Elsa Fornero, l'ex ministro del Lavoro del Governo Monti, autrice di quella famosa riforma del sistema pensionistico pubblico italiano che porta il suo nome, l'ha dichiarato così, più convinta che mai: «Oggi è l'unica a proporre un'offerta politica seria e questo è importante in un momento in cui la campagna elettorale sembra una maionese impazzita. No, non mi andava di votare stancamente, facendo una scelta ripetitiva: so bene che qualcuno mi racconterà la solita storia del voto utile e del voto perso, ma tante volte abbiamo votato su ragionamenti di questo tipo e i risultati non sono comunque stati premianti. Ora voglio dare il mio consenso a una persona che ammiro davvero: Emma è coraggiosa, determinata, è una donna forte e mi piace che sia esplicitamente schierata a favore dell'Europa».

Non ha incertezze per il voto del 4 marzo. Nient'altro, nel panorama politico, la attrae. Certamente non il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, che, già dalle prime comparsate in Tv pro-elettorali, ha annunciato di voler abolire la «sua» riforma delle pensioni definendola «infame» e facendone il punto principe del suo programma: «Mi sembra che non abbia la benché minima idea della realtà dei fatti, piuttosto ha delle fissazioni. Il refrain di Salvini è che bocceranno questo e quello, che cancelleranno la riforma del sistema pensionistico, ma sinceramente non so quale tipo di elettore possa essere attratto da un'offerta così misera: non c'è un'idea sul futuro, ma un rancoroso sguardo verso il passato».

Semmai - se proprio - vede meglio Silvio Berlusconi: «Invecchiando mi dà l'impressione di essere diventato più saggio. Mi preoccupa però un governo di centro-destra con Salvini dentro. Gli accordi, in politica, si fanno e si disfano con grande naturalezza: spero che Berlusconi ripensi a quella parola data. Avremo bisogno di un governo di stabilità e lo si potrà ottenere solo con un'intesa tra Forza Italia e Pd, ma Salvini deve stare lontano».

E il Pd appunto? «No, il Pd mi ha delusa troppo. Non mi aspettavo un partito capace di simili lacerazioni: il nostro Paese ha bisogno di maggiore inclusione, ma se un partito non è in grado di esprimerla al proprio interno, come potrebbe fare qualcosa di positivo all'esterno? Sono convinta che in politica l'esempio conti molto e il Pd l'esempio non l'ha saputo dare».

Poi la professoressa continua e ci mette anche un po' di risentimento personale: «Il Pd votò le riforme del governo Monti e le votò a stragrande maggioranza, ma non ha poi saputo raccontarle, non le ha sapute spiegare, anzi: ha mostrato scarso attaccamento per le istituzioni, ha ceduto a piccole furbizie, ha preferito illudere le persone anziché impegnarsi nel migliorare le cose».

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E uno che invece, secondo lei, a migliorare le cose ci ha provato davvero è Paolo Gentiloni, l'attuale presidente del Consiglio: «Lo ammiro: è una persona che non urla, che non si agita e che cerca di fare. È difficile prendere delle decisioni all'interno delle regole, ma lui ci è riuscito: all'inizio sembrava sotto tutela, ma di cose, alla fine, ne ha fatte eccome... In tanti promettono a vuoto, lui no. È un politico molto credibile, peccato si trovi in mezzo a persone non altrettanto preparate».

Siamo già al momento dei saluti e chiuderebbe così la chiaccherata, ma torna indietro: «Dobbiamo finire con un pensiero positivo: i giovani devono avere la consapevolezza che la situazione può migliorare. Un Paese che non dà speranze ai ragazzi non va da nessuna parte».