Yanis Varoufakis: «L'uscita dell'Italia dall'Euro? Sicura, se l'Eurozona non si rinnova»

L'ex ministro delle Finanze greco commenta il nuovo esecutivo italiano: «Conte è solo un prestanome. Il prossimo premier sarà Matteo Salvini, lo xenofobo»
Varoufakis «L'uscita dell'Italia dall'Euro sicura se l'Eurozona non cambia»
Il giuramento del Governo Conte
Gallery15 Immagini
Guarda la gallery

«L'uscita dell’Italia dall’Euro? Se le politiche dell’Eurozona rimarranno le stesse, è sicura al 100%. Al contrario, sarà probabile allo 0%». Gioca con le percentuali, Yanis Varoufakis. Lui, che proprio sulle percentuali del debito e della spesa pubblica aveva basato la sua avventura da ministro delle Finanze della Grecia assieme al partito di Tsipras, commenta il nuovo governo italiano alla vigilia del suo tour nel nostro Paese, dove presenterà la sua nuova creatura Diem25: un movimento di sinistra transnazionale che riunisca sotto un unico simbolo i verdi, i liberali e i radicali di tutta Europa. Perché c’è tanto bisogno di sinistra, anche in Italia, «per creare un’alternativa progressista al populismo xenofobo». A chi si riferisce in particolare?«A Matteo Salvini, lo xenofobo a capo dell’Italia, il vostro prossimo premier». Al momento, il premier italiano è il professore Giuseppe Conte.«Un prestanome…». Al suo fianco, c’è anche Luigi Di Maio.«Esatto, insieme a Salvini ha dato vita a un governo Frankenstein». Si spieghi meglio.«Un esecutivo che ha dentro di sé tutto: i ministri “istituzionali“, quelli che porteranno avanti le solite politiche; i componenti xenofobi, quelli che propongono il razzismo come soluzione a tutti i mali; misure nonsense come la flat tax tipica dei neoliberali americani e il normalissimo reddito minimo garantito, che viene venduto, in maniera fraudolenta, come un reddito base universale». Di Maio ama chiamare questo il «governo del cambiamento».«Ha ragione. Ciò che non mi è chiaro, è se sarà un cambiamento positivo o negativo. Anche Trump, in fondo, ha cambiato molte cose…». Intanto Paolo Savona è stato trasferito a un altro Ministero.«Lui è stato solo il capro espiatorio. Bisogna vedere se Paolo Savona e Giovanni Tria, la grande incognita di questo governo, riusciranno a portare in Europa proposte costruttive e a difenderle con una “stategia di disobbedienza” credibile nel momento in cui Berlino si opporrà. Auguri».